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giovedì 14 luglio 2011
mercoledì 15 giugno 2011
L' eclisse della democrazia - Le verità nascoste sul G8 2001 a Genova
Ricevo e molto volentieri pubblico e diffondo:
“Questo libro viene a riaprire una memoria, anzi a ribadire una verità, e fa benissimo perché queste non sono cose che vanno dimenticate”
Carissimi è in libreria:
“ L’eclisse della democrazia – Le verità nascoste sul G8 2001 a Genova”
un libro di Vittorio Agnoletto e Lorenzo Guadagnucci, con prefazione di Susan George e “un ringraziamento” di Andrea Camilleri.
“Ma questo libro dovete proprio farlo? State molto attenti.” Questo è il messaggio che ci è arrivato appena si è saputo che stavamo iniziando a scrivere.
Le verità e le responsabilità su quanto avvenuto a Genova sono ancora oggi, dopo dieci anni, in gran parte sconosciute ed estremamente scomode. Di questo libro quasi tutti i grandi media si rifiutano di parlare. Se pensi che sia importante far conoscere le verità nascoste sulle giornate genovesi e sui processi che ne sono seguiti, aiutaci attraverso la rete e il “passaparola”.
“Vittorio Agnoletto, all’epoca portavoce del Genoa Social Forum, e Lorenzo Guadagnucci, testimone e vittima del blitz alla Diaz, raccontano tutte le verità sul G8 di Genova e sui tentativi di fermare e condizionare i processi. Enrico Zucca, pm al processo Diaz, per la prima volta svela agli autori i retroscena dell’inchiesta genovese. I massimi vertici della polizia e dei servizi segreti, oltre a decine di agenti, sono stati condannati in secondo grado. Sono giudizi clamorosi, senza precedenti. Eppure tutti sono rimasti al loro posto e molti sono stati addirittura promossi, con l’avallo dell’intero arco politico parlamentare.
La ferita aperta nel luglio 2001 non è stata ancora rimarginata.
Nel 2001 un grande movimento allo stato nascente è stato criminalizzato, ma le sue idee non erano sbagliate: a Genova si parlava di un prossimo crac della finanza globale, del collasso climatico del pianeta, delle guerre come frutto naturale del sistema neoliberista. Scenari che si sono puntualmente avverati. In questo libro si racconta il volto autentico del G8 di Genova: un tracollo dei valori democratici, ma anche una proposta culturale e politica che resta vitale.” (dalla quarta di copertina)
Spero di incontrarvi numerosi alle presentazioni già in calendario (cfr. allegato) e poi a Genova al Public Forum che stiamo organizzando dal 19 al 24 luglio in occasione del decennale.
A presto,
Vittorio
P.S. Per chi volesse organizzare altre presentazioni può contattarmi tramite questo indirizzo mail: vagnoletto@primapersone.org
martedì 15 marzo 2011
Conferenza stampa "Verso Genova 2011"
mercoledì 16 marzo 2011 alle ore 11presso la “bouvettina” di Palazzo Tursi, via Garibaldi 9presentazione ai media“Genova 2001 Genova 2011 – Loro la Crisi Noi la Speranza”
Genova ospiterà, tra giugno e luglio, 30 giorni di iniziative pubbliche per rilanciare e attualizzare la riflessione intorno ad “un diverso modello di società”, alla luce degli avvenimenti di questi ultimi 10 anni nel mondo, con lo sguardo rivolto al futuro.
Il Coordinamento Genovese per l’organizzazione del decennale del G8 illustrerà il progetto mercoledì 16 marzo 2011 ore 11, presso la “bouvettina” di Palazzo Tursi, insieme a soggetti locali e nazionali aderenti all’iniziativa “Verso Genova 2011” e ai rappresentanti istituzionali che hanno dato disponibilità a collaborare.
Dieci anni fa, uno dei più grandi movimenti sociali degli ultimi tempi aveva scelto la Genova del G8, per dimostrare l'inconsistenza e l'illegittimità di quelle ricette economiche, prevedendo con largo anticipo i disastri globali che quel tipo di globalizzazione avrebbe portato: una crisi sociale, con oltre un miliardo di persone che muoiono di fame; una crisi economica, causata da un sistema finanziario sganciato dalla vita reale; una crisi climatica, con un pianeta che sta drammaticamente cambiando. Questo ha portato a tensioni, violenze, oppressione: le insurrezioni popolari del Maghreb di questi giorni che ce lo ricordano, rappresentano, altresì, il riscatto, la speranza e la dignità di quelle popolazioni.
Quel movimento pacifico fece paura e fu stroncato a Genova con una repressione senza precedenti:migliaia di persone pestate, 93 cittadini aggrediti nel sonno alla scuola Diaz, nella caserma di Bolzaneto molti furono torturati, Carlo Giuliani fu ucciso in Piazza Alimonda (e neppure un processo per tentare di fare chiarezza e rendere giustizia a questa morte) e i responsabili di tali violenze pur essendo stati condannati sono ancora al loro posto e molti sono stati promossi.
A Genova in quei giorni, come ci ricorda Amnesty International, fu sospesa la Costituzione.
Tornare a Genova per tutti noi, cittadine e cittadini di tutto il mondo, nasce dalla necessità di attualizzare, alla luce di questi 10 anni, quelle che furono le nostre ragioni.Torniamo a Genova per continuare a lavorare per un nuovo mondo possibile, centrato sui diritti e non sui profitti; per richiedere verità e giustizia per quei giorni, per riaffermare attraverso workshop, seminari, eventi quelli che sono i nostri valori e i contenuti delle nostre proposte, perché la storia ha confermato e superato nella negatività, purtroppo, le previsioni che facemmo allora.Perché:LORO LA CRISI. NOI LA SPERANZA
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venerdì 14 novembre 2008
L'assalto alla Diaz e la brillante carriera di tutti i funzionari implicati. Nomi e promozioni...
I fatti:
La mattina del 22 luglio del 2001 chi vide la scuola Diaz dopo l'irruzione notturna della polizia defini' quei locali come torturati dal passaggio di un tornado, di quelli che abbattono tutto cio' che incontrano sul loro cammino: vetri rotti, computer divelti, indumenti strappati e sparsi dappertutto, tracce di sangue ancora fresco su pavimenti e pareti.
Erano passate poche ore dal blitz che, venne spiegato allora dalle forze dell'ordine, era mosso dalla ricerca di armi e di persone, tra cui black bloc, che avevano partecipato agli scontri nei quali, poche ore prima, era morto Carlo Giuliani.
Il bilancio complessivo fu di 66 feriti e 96 fermati.
A dimostrazione della necessita' del blitz la polizia esibi' subito dopo le molotov, le spranghe, i coltelli e le tute nere che, venne detto, erano state trovate nella scuola durante la perquisizione. L'intervento, fu spiegato, si rese necessario anche perche' una volante che passava di fronte era stata colpita da un lancio di pietre.
I poliziotti furono accusati di falsificazione delle prove: le due molotov, i picconi e le spranghe esibiti come tali, secondo l'accusa, sarebbero stati rispettivamente trovati nelle aiuole di corso Italia e in un cantiere aperto nel complesso scolastico. Secondo gli avvocati difensori, però, le presunte falsificazioni sarebbero state causate dalla fretta e dal disordine di quei momenti.
http://unionesarda.ilsole24ore.com/mondo/?contentId=50427
La sentenza:
Condannati solo 13 responsabili delle violenze all'interno della scuola (tutti gli agenti e i dirigenti del Settimo nucleo antisommossa guidato da Vincenzo Canterini), per un totale di 35 anni e 7 mesi di reclusione.
Canterini è stato condannato a 4 anni, di cui 3 condonati. Sarà l'unico a scontare la pena, se non ricorrerà in appello.
Tre e due anni di carcere sono stati comminati rispettivamente a Pietro Troiani e Michele Burgio, colpevoli di aver portato all'interno dell'edificio due bottiglie molotov, attribuendole ai manifestanti che dormivano all'interno.
Carriere e successi dei Funzionari implicati nell'assalto alla Diaz:
Gli uomini del capo della polizia Gianni De Gennaro non solo sono passati indenni attraverso le fittizie inchieste interne del Viminale, ma hanno ottenuto quasi tutti promozioni.
Gianni De Gennaro, capo della polizia è diventato prima Capo di Gabinetto del ministro Amato all’Interno e poi supercommissario per le immondizie a Napoli.
Gilberto Caldarozzi, da numero due dello Sco, il servizio centrale operativo, prima ne ha assunto la direzione e poi è diventato dirigente superiore "per meriti straordinari" per aver partecipato alla cattura del boss Bernardo Provenzano.
Francesco Gratteri da direttore dello Sco è diventato prima questore di Bari ed ora è responsabile della Direzione anticrimine centrale, il Dac.
Giovanni Luperi da vice direttore dell'Ucigos è passato al Dipartimento analisi del nuovo servizio segreto civile.
Spartaco Mortola da capo della Digos di Genova diventa vice questore vicario a Torino.
Filippo Ferri, capo della squadra mobile di La Spezia è passato a quella di Firenze.
Vincenzo Canterini, comandante del VII Nucleo sperimentale antisommossa del primo Reparto Mobile di Roma (la cosiddetta Celere) è diventato prima questore e ora presta servizio a Bucarest, in Romania, in un organismo internazionale: il Secu (South East Cooperation and Investigation).
Fabio Ciccimarra da vice questore aggiunto è diventato capo della squadra mobile di Cosenza.
Tutti fulgidi esempi di Public Servant, degni di un paese che sta dimostrando quotidianamente di aver perso,oramai, ogni principio etico.
http://it.peacereporter.net/articolo/12757/Diaz,+giustizia+non+è%3B+fatta
http://www.rainews24.it/notizia.asp?newsID=88266
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