
Avrei voluto scrivere sull’assurda morte di Nicola a Verona.
Avrei voluto scrivere sull’assurdo atto di bullismo a Viterbo, dove, a un ragazzino di 14 anni, degli “amici” coetanei hanno bruciato con accendini i capelli e spento sigarette sulle braccia, forse come rito iniziatico per l’accesso ad un gruppo chiuso, forse così..solo per ..per cosa?
Avrei voluto scrivere di Torino, dove nella notte ubriaca e festaiola, quando la città cerca di dimenticare la sua grigia anima sabauda e si illude di essere in piena “movida”catalana, un centinaio di giovani hanno aggredito una pattuglia di vigili colpevoli di aver multato le auto in divieto di sosta,scatenando una guerriglia urbana.
3 episodi di entità e valenza differente, ma tutti e 3 sintomo e manifestazione di una deriva morale ed etica che sta attraversando il nostro paese.
Ma ho deciso che non voglio parlare di tutto questo.
Non voglio perché improvvisamente mi è venuto il dubbio che tutto questo parlare sia deleterio.
E questo dubbio è stupefacente ma nello stesso tempo (forse) grave, dato che io sono sempre stata una persona che ha sempre pensato che il parlare, l’esprimersi, il riflettere, il fare analisi ed autoanalisi sia fondamentale e necessario per la propria integrità mentale e di coscienza.
Ma ora tutta questa certezza non ce l’ho più.
Ora mi chiedo se invece non sarebbe necessario e benefico stare zitti, e riflettere e meditare ma in silenzio.
Ognuno dentro la propria testa e dentro la propria coscienza.
Parole, parole, parole…. sono state dette, scritte, espresse, mimate, comunicate, fatte intuire, comunicate, strillate.
Non da oggi non da ieri.
Sui giovani, sulla scuola, sulla famiglia, sulle istituzioni, sull’educazione, sul nuovo ruolo maschile, sul nuovo ruolo femminile, sui mezzi di comunicazione tradizionali, sui nuovi mezzi di comunicazione, su internet, su youtube, sui cellulari, sui neo fascismi, sui neonazismi, sui neoleghismi, sul ricco nord est e sul povero sud ovest.
In TV, alla radio, sui giornali, nei blog, sulle riviste, nei forum, sui social network, sugli autobus, sulla metro, dal parrucchiere ed al supermercato.
Risultato?.......
Voglio parlare invece di 300 donne, da tutto il mondo, che in bicicletta sono partite dal Libano lo scorso 2 maggio ed attraversando Siria, Giordania, Israele arriveranno in Palestina il prossimo 15 maggio.
Le italiane che partecipano a questa bellissima iniziativa, arrivata alla 4° edizione, sono 20.
"Follow the women - women for peace 2008", donne in bicicletta in Medio Oriente per la pace.http://www.ilcittadinooggi.it/L5.cfm?Id=23841