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mercoledì 5 maggio 2010

Nel silenzio più assoluto i Canili di Roma stanno per essere smantellati: cancellazione delle strutture e 120 lavoratori licenziati


Conferenza stampa
Mercoledì 5 maggio 2010 ore 10.00
Canile comunale di Roma
Via della Magliana, 856 H


Report:

Nel silenzio più assoluto i Canili di Roma stanno per essere smantellati. 
La Città che per prima ha istituito l’Ufficio Diritti degli Animali sarà la prima ad assistere alla cancellazione di strutture e al licenziamento di 120 lavoratori del settore.

Dall’insediamento della Giunta Alemanno è in corso un conflitto tra la stazione appaltante (il Comune di Roma) e il gestore dei canili (AVCPP), conflitto di cui pagano le spese i cani e i gatti a cui non sono più garantiti i livelli di benessere e i lavoratori che non ricevono lo stipendio e vedono minacciato il proprio futuro lavorativo.

I lavoratori, stufi di essere usati da uno e dall’altro, di essere calunniati sui mezzi di informazione, di assistere impotenti ai licenziamenti, hanno invitato
:l’Assessore De Lillo, 
il Presidente della Commissione Ambiente De Priamo, 
i capogruppo dell’opposizione e gli esponenti della Regione e della Provincia, il Presidente del XV Municipio e la stampa mercoledì 5 alle ore 10 presso il Canile Comunale della Muratella in via della Magliana 856 H per descrivere la loro esperienza lavorativa, la reale condizione dei cani e gatti ospitati nelle strutture e per proporre alle istituzioni e alla città un loro progetto di gestione dei Canili Comunali.

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venerdì 13 novembre 2009

Un altro eccellente risultato della guerra per la sicurezza di Alemanno: 20 bambini Rom allontanati dal loro percorso di scolarizzazione


Diffuso dalla compagna Simonetta Salacone, dirigente scolastica della scuola "Iqbal Masih " di Roma

L'11 novembre abbiamo assistito alla distruzione dello stanziamento abusivo di una comunità di poverissimi rom rumeni, che si erano sistemati dallo scorso anno nel “fosso” di via dell’aereoporto di Centocelle, dove avevano costruito baracche (dagli interni pure curati e , per quanto possibile, dignitosi e puliti).
Le ruspe del Comune, in presenza delle forze di polizia, delle squadre del “decoro urbano”, di soldati dell’esercito italiano, hanno abbattuto senza pietà manufatti, arredi, suppellettili, stoviglie.
I rom, in piccoli gruppi, per lo più su biciclette (questa comunità è troppo povera per avere macchine o roulotte) ha spostato altrove: dove?? i propri , poverissimi indumenti ed effetti personali.
Materassi, coperte, oggetti di cucina, stoviglie, sono rimaste nel cumulo dei rifiuti riunito dalle ruspe.
Alla comunità è stata data una sola alternativa: il rimpatrio assistito immediato (o il ricovero provvisorio, in attesa del rimpatrio) in strutture di accoglienza per le sole donne e bambini.
L’ offerta è stata, per lo più rifiutata.
La comunità rom, che per la notte si era sistemata in una fabbrica di birra abbandonata del quartiere “Villa de Santis”, questa mattina è stata sgombrata con grande spiegamento di forze di Polizia. Chi non ha accettato il rimpatrio, dopo l’identificazione, si è allontanato, disperdendosi sul territorio.
Sappiamo, perché ce lo hanno raccontato loro, da quale povertà queste famiglie fuggono: in Romania non hanno lavoro, la scuola si paga e loro non se la possono permettere, così come si paga l’assistenza sanitaria.
Questa comunità, di recente immigrazione, scolarizzava i propri figli, 20 bambini dai 3 ai 10 anni, presso la scuola “I.Masih”.
Alcuni frequentavano presso la scuola Media “Baracca”.
Usiamo il passato perché da oggi di quei bambini non sappiamo dove andranno a finire, in quali scuole saranno iscritti.
Torneranno o no in Romania?
O si disperderanno in piccoli nuclei nei parchi e negli spazi verdi della città?

Un probabile dirigente delle forze dell’ordine, alle richieste della direttrice della scuola “I Masih” subito accorsa, ha risposto che la scuola non aveva alcun diritto di stare lì né di avere risposte e alle rimostranze della dirigente sul futuro scolastico dei bambini, aggiungeva che quella era una operazione di polizia e non un momento di “tavola rotonda!”
La dirigente ha risposto che conoscere il futuro dei bambini era un suo preciso dovere, in quanto responsabile della scolarizzazione.


Possiamo affermare, con assoluta certezza di non essere smentiti da nessuno,che nessuna comunità rom fino ad oggi accolta presso il Circolo didattico 126° si è mostrata attenta alla scolarizzazione dei propri bimbi.
Frequenza molto regolare, nessun servizio di trasporto, ma accompagnamento e ritiro sempre puntuali da parte dei genitori, attenzione all’ igiene personale, nonostante la mancanza di fontanella al campo, cura dei corredi scolastici dei bambini:
tutto dimostrava come la scuola, per questi cittadini di Europa fosse (sia) uno strumento ritenuto essenziale per il riscatto sociale e il futuro dell’integrazione dei propri figli.

I bambini, molti dei quali mai scolarizzati, si erano inseriti nelle classi con complessivi buoni risultati; adesso saranno dissipate tutte le risorse messe in campo prima di tutto da loro stessi e poi dalla scuola: risorse economiche(tutta l’offerta formativa ha un costo!), risorse emotive (sulle relazioni fra bambini e docenti, fra alunni, fra famiglie e operatori scolastici tutti abbiamo investito in attenzione, pazienza, cura)
Investire e dissipare non è cosa saggia.
Distruggere un insediamento abusivo, senza prevedere una soluzione serve solo a spostare il problema, a renderlo più grave, a creare un clima di emergenza nel contesto sociale.
La scuola, i servizi sociali ed educativi sono istituzioni e strumenti imprescindibili per l’integrazione e la prevenzione, operano necessariamente in modo divergente con le istituzioni preposte alla repressione: sono tutte essenziali alla comunità, ma le ultime esistono e operano in maniera secondaria e solo in quanto le prime falliscono o non sono sufficienti a risolvere i problemi della comunità tutta.
Ma la filosofia di governo di questi tempi sembra proprio essere questa: meno scuole, meno servizi culturali, più repressione e carceri.

Approvato all’unanimità dal consiglio del Circolo didattico 126°
Scuola “Iqbal Masih”

Insieme all’approvazione di questo documento, la Scuola tutta si è mobilitata per raccogliere indumenti e cibi caldi. Alcuni genitori e docenti , anche della vicina scuola media “Baracca”, stanno avviando una sottoscrizione, ma è molto difficile capire come si potrà dimostrare solidarietà ad un gruppo ormai disperso.
Alcune domande vengono, a questo punto, spontanee: ma risolve così il problema, pure complesso, dell’accoglienza di cittadini europei?
Si pensa veramente che in questo modo cresca la sicurezza?
Se non vi era altra soluzione che la distruzione del campo abusivo, non si poteva fare l’operazione in giugno, nella stagione calda, e prima che iniziasse un nuovo anno scolastico

venerdì 15 maggio 2009

La pluralità del patrimonio culturale: persone e beni comuni. Convegno a Roma il 20 maggio


Convegno
Politiche di gestione del Patrimonio Culturale
“La pluralità del patrimonio culturale: persone e beni comuni”

A cura del Gruppo Consiliare Regionale Sinistra
(Movimento per la Sinistra, Verdi, Sinistra Democratica)

20 MAGGIO 2009 ore 16,00
Sala Luigi Pintor – Carta
Via dello Scalo S. Lorenzo 67

Il convegno vuole essere un momento di riflessione
per un nuovo approccio alla gestione del
patrimonio culturale.

Rivelatasi fallimentare su molti fronti la politica di “monetizzazione” del patrimonio culturale, oggi è necessario iniziare un nuovo percorso condiviso che porti questo Paese a recuperare il suo patrimonio culturale complessivo.

Ci dobbiamo chiedere:

il patrimonio culturale di un paese può essere costituito dai beni comuni ( scuola, università, beni archeologici e artistici, musei, auditurium, teatri e patrimonio ambientale) disgiunti dalle risorse umane e dal livello di civiltà del popolo?

possiamo proporci di studiare e rendere operative nuove politiche di gestione del patrimonio.?

Quali sono i nuovi parametri proponibili dalla sinistra?

Introduce
Ileana Izzillo


Intervengono

Giulia Rodano
(Assessore Politiche Culturali Regione Lazio)
Loredana De Petris
(Componente del Coordinamento Nazionale dei Verdi))
Simonetta Salacone
(Dirigente Scolastico e Coord. del movimento “Non rubateci il futuro”)
Ugo Gallo
(Coordinatore nazionale del comparto regioni ed autonomie locali CGIL)
Andrea Razza
(Studente del Corso di
Scienze Storiche e Archeologiche dell’Università “La Sapienza” di Roma)
Gemma Azuni
(Consigliere SD Comune di Roma)
Ebe Giacometti
(Consigliere Regionale Italia Nostra)

venerdì 27 marzo 2009

Dicono che non sono più fascisti ma commemorano fatti e uomini che del fascismo sono simboli.Domani cerimonia franchista all'Altare della Patria

COMUNE DI ROMA CONSIGLIO COMUNALE
Gruppo Misto

COMUNICATO STAMPA 26 marzo 2009

70° ANNIVERSARIO “vittoria della Cruzada”: NESSUN RICONOSCIMENTO ISTITUZIONALE.

“Sabato mattina, in occasione del 70° Anniversario della conclusione della Guerra Civile Spagnola, sfileranno su convocazione dell’ANCIS (Associazione Nazionale Combattenti Italiani in Spagna) all’Altare della Patria ex combattenti italiani e spagnoli, che combatterono tra le file franchiste, con cerimonia di deposizione di una corona d’alloro in ricordo dei caduti.



Non è mai accaduto che a Roma venisse celebrato questo anniversario per quello che storicamente ha rappresentato il franchismo,una dittatura che ha significato repressione e limitazione delle libertà. La condanna della dittatura del generale Franco fu espressa in maniera chiarissima nella Relazione dell'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa firmata a Parigi il 17 marzo del 2006.

E’ gravissimo che oggi a Roma possano trovare posto queste celebrazioni, per questo mi auguro, che il Comune, il Governo e le autorità militari si dissocino da tale iniziativa e che esprimano in merito una ferma condanna.


Maria Gemma Azuni di Sinistra Democratica
(Gruppo Misto)

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