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venerdì 13 novembre 2009

Un altro eccellente risultato della guerra per la sicurezza di Alemanno: 20 bambini Rom allontanati dal loro percorso di scolarizzazione


Diffuso dalla compagna Simonetta Salacone, dirigente scolastica della scuola "Iqbal Masih " di Roma

L'11 novembre abbiamo assistito alla distruzione dello stanziamento abusivo di una comunità di poverissimi rom rumeni, che si erano sistemati dallo scorso anno nel “fosso” di via dell’aereoporto di Centocelle, dove avevano costruito baracche (dagli interni pure curati e , per quanto possibile, dignitosi e puliti).
Le ruspe del Comune, in presenza delle forze di polizia, delle squadre del “decoro urbano”, di soldati dell’esercito italiano, hanno abbattuto senza pietà manufatti, arredi, suppellettili, stoviglie.
I rom, in piccoli gruppi, per lo più su biciclette (questa comunità è troppo povera per avere macchine o roulotte) ha spostato altrove: dove?? i propri , poverissimi indumenti ed effetti personali.
Materassi, coperte, oggetti di cucina, stoviglie, sono rimaste nel cumulo dei rifiuti riunito dalle ruspe.
Alla comunità è stata data una sola alternativa: il rimpatrio assistito immediato (o il ricovero provvisorio, in attesa del rimpatrio) in strutture di accoglienza per le sole donne e bambini.
L’ offerta è stata, per lo più rifiutata.
La comunità rom, che per la notte si era sistemata in una fabbrica di birra abbandonata del quartiere “Villa de Santis”, questa mattina è stata sgombrata con grande spiegamento di forze di Polizia. Chi non ha accettato il rimpatrio, dopo l’identificazione, si è allontanato, disperdendosi sul territorio.
Sappiamo, perché ce lo hanno raccontato loro, da quale povertà queste famiglie fuggono: in Romania non hanno lavoro, la scuola si paga e loro non se la possono permettere, così come si paga l’assistenza sanitaria.
Questa comunità, di recente immigrazione, scolarizzava i propri figli, 20 bambini dai 3 ai 10 anni, presso la scuola “I.Masih”.
Alcuni frequentavano presso la scuola Media “Baracca”.
Usiamo il passato perché da oggi di quei bambini non sappiamo dove andranno a finire, in quali scuole saranno iscritti.
Torneranno o no in Romania?
O si disperderanno in piccoli nuclei nei parchi e negli spazi verdi della città?

Un probabile dirigente delle forze dell’ordine, alle richieste della direttrice della scuola “I Masih” subito accorsa, ha risposto che la scuola non aveva alcun diritto di stare lì né di avere risposte e alle rimostranze della dirigente sul futuro scolastico dei bambini, aggiungeva che quella era una operazione di polizia e non un momento di “tavola rotonda!”
La dirigente ha risposto che conoscere il futuro dei bambini era un suo preciso dovere, in quanto responsabile della scolarizzazione.


Possiamo affermare, con assoluta certezza di non essere smentiti da nessuno,che nessuna comunità rom fino ad oggi accolta presso il Circolo didattico 126° si è mostrata attenta alla scolarizzazione dei propri bimbi.
Frequenza molto regolare, nessun servizio di trasporto, ma accompagnamento e ritiro sempre puntuali da parte dei genitori, attenzione all’ igiene personale, nonostante la mancanza di fontanella al campo, cura dei corredi scolastici dei bambini:
tutto dimostrava come la scuola, per questi cittadini di Europa fosse (sia) uno strumento ritenuto essenziale per il riscatto sociale e il futuro dell’integrazione dei propri figli.

I bambini, molti dei quali mai scolarizzati, si erano inseriti nelle classi con complessivi buoni risultati; adesso saranno dissipate tutte le risorse messe in campo prima di tutto da loro stessi e poi dalla scuola: risorse economiche(tutta l’offerta formativa ha un costo!), risorse emotive (sulle relazioni fra bambini e docenti, fra alunni, fra famiglie e operatori scolastici tutti abbiamo investito in attenzione, pazienza, cura)
Investire e dissipare non è cosa saggia.
Distruggere un insediamento abusivo, senza prevedere una soluzione serve solo a spostare il problema, a renderlo più grave, a creare un clima di emergenza nel contesto sociale.
La scuola, i servizi sociali ed educativi sono istituzioni e strumenti imprescindibili per l’integrazione e la prevenzione, operano necessariamente in modo divergente con le istituzioni preposte alla repressione: sono tutte essenziali alla comunità, ma le ultime esistono e operano in maniera secondaria e solo in quanto le prime falliscono o non sono sufficienti a risolvere i problemi della comunità tutta.
Ma la filosofia di governo di questi tempi sembra proprio essere questa: meno scuole, meno servizi culturali, più repressione e carceri.

Approvato all’unanimità dal consiglio del Circolo didattico 126°
Scuola “Iqbal Masih”

Insieme all’approvazione di questo documento, la Scuola tutta si è mobilitata per raccogliere indumenti e cibi caldi. Alcuni genitori e docenti , anche della vicina scuola media “Baracca”, stanno avviando una sottoscrizione, ma è molto difficile capire come si potrà dimostrare solidarietà ad un gruppo ormai disperso.
Alcune domande vengono, a questo punto, spontanee: ma risolve così il problema, pure complesso, dell’accoglienza di cittadini europei?
Si pensa veramente che in questo modo cresca la sicurezza?
Se non vi era altra soluzione che la distruzione del campo abusivo, non si poteva fare l’operazione in giugno, nella stagione calda, e prima che iniziasse un nuovo anno scolastico

lunedì 27 aprile 2009

Alemanno nega il Patrocinio al Gay Pride: è una manifestazione di tendenza.Ma lo concede a CasaPound che ha la tendenza giusta per lui: neofascista



Il 13 giugno,sfilerà nella capitale il corteo del RomaPride 2009, a conclusione di un insieme di eventi culturali, artistici, sportivi che celebrano, come ogni anno dal 1994 l'orgoglio e la fierezza della comunità delle persone gay, lesbiche, transgender, ecc.

Quella di quest'anno è un'occasione particolare, nella quale si ricordano i 40 anni della rivolta che ebbe inizio il 28 giugno nella Christopher Street di New York, dopo l'ennesima azione provocatoria della polizia al locale Stonewall Inn.

Quest'anno il Comune di Roma ha diramato un comunicato stampa nel quale annuncia che non concederà il suo patrocinio alla manifestazione.

Patrocinio che, come ben sanno gli organizzatori, viene di norma concesso solo per gli eventi collaterali e non per il corteo, per il quale, in verità non viene neanche chiesto.


Motivazione da parte di Alemanno:

IL Campidoglio non darà il proprio patrocinio al Gay Pride perché si tratta di una manifestazione «di tendenza».

Lo scorso Aprile il Comune di Roma ha patrocinato un convegno di Casa Pound. Organizzazione di estrema destra.
Ma si vede che in questo caso la tendenza era quella giusta a parere del sindaco.
Tendenza fascista.


http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/09_aprile_23/gay_pride_no_patrocinio-1501238795690.shtml

http://www.sinistra-democratica.it/gay-pride-roma-il-sindaco-dice-no-al-patrocinio

http://www.abitarearoma.net/index.php?doc=articolo&id_articolo=12685

venerdì 27 marzo 2009

Dicono che non sono più fascisti ma commemorano fatti e uomini che del fascismo sono simboli.Domani cerimonia franchista all'Altare della Patria

COMUNE DI ROMA CONSIGLIO COMUNALE
Gruppo Misto

COMUNICATO STAMPA 26 marzo 2009

70° ANNIVERSARIO “vittoria della Cruzada”: NESSUN RICONOSCIMENTO ISTITUZIONALE.

“Sabato mattina, in occasione del 70° Anniversario della conclusione della Guerra Civile Spagnola, sfileranno su convocazione dell’ANCIS (Associazione Nazionale Combattenti Italiani in Spagna) all’Altare della Patria ex combattenti italiani e spagnoli, che combatterono tra le file franchiste, con cerimonia di deposizione di una corona d’alloro in ricordo dei caduti.



Non è mai accaduto che a Roma venisse celebrato questo anniversario per quello che storicamente ha rappresentato il franchismo,una dittatura che ha significato repressione e limitazione delle libertà. La condanna della dittatura del generale Franco fu espressa in maniera chiarissima nella Relazione dell'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa firmata a Parigi il 17 marzo del 2006.

E’ gravissimo che oggi a Roma possano trovare posto queste celebrazioni, per questo mi auguro, che il Comune, il Governo e le autorità militari si dissocino da tale iniziativa e che esprimano in merito una ferma condanna.


Maria Gemma Azuni di Sinistra Democratica
(Gruppo Misto)

lunedì 23 febbraio 2009

Il Governo con il Commissariamento delle Aree Archeologiche di Roma e Ostia affidato a Bertolaso vuole eliminare ogni controllo sulla cementificazione



L’annuncio, da parte del Ministro Bondi e del Sottosegretario Giro, di avviare le procedure per il commissariamento delle Soprintendenze Archeologiche di Roma e di Ostia con sistemi di Protezione Civile, ai quali si ricorre straordinariamente in situazioni di calamità, appare grave e immotivato.

Non a caso esso ha mobilitato archeologi, architetti, esperti, tecnici e il personale tutto dei due uffici del Ministero.

L’appello lanciato il 2 febbraio su www.patrimoniosos.it, ha raccolto l’adesione di circa 4000 firmatari della comunità scientifica internazionale, di archeologi e della società civile.

A tre settimane dalla notizia lo stesso commissario in pectore Bertolaso ha dichiarato che non è ancora stata effettuata alcuna constatazione tecnica dalla protezione civile.

A oggi l’area archeologica romana viene presentata come se fosse in stato di assoluto abbandono, degrado e pericolo insinuando il concetto di incapacità a farvi fronte da parte delle Soprintendenze.

http://www.articolo21.info/8081/notizia/no-al-commissariamento-delle-soprintendenze.html


Sulla vicenda, Italia Nostra ha dichiarato:

Siamo sorpresi e preoccupati dalla decisione di commissariare l’Area archeologica centrale di Roma e gli scavi di Ostia Antica,

E’ poi offensivo equiparare il marasma e la vulnerabilità degli scavi di Pompei con la gestione rigorosa dei Fori, del Colosseo, del Palatino e della stessa Ostia Antica.

Anzi possiamo tranquillamente affermare – prosegue il comunicato stampa - che la Soprintendenza Archeologica statale di Roma, ha prodotto a partire dagli anni ’80, le opere di più grande prestigio di cui Roma si possa fregiare:

il nuovo Museo Archeologico di Palazzo Massimo,
il nuovo Museo con area archeologica della Cripta Balbi,
il Museo Archeologico di Palazzo Altemps,
l’imposizione di una nuova piazza davanti all’Ospedale del Celio e alle costruzioni di Claudiano,
la riapertura di nuove sale alle Terme di Diocleziano e
i mirabili parchi archeologici della Villa dei Quintili, di Gabi, Malborghetto e la Villa di Livia, etc".

Commissionare l’area archeologica centrale appare come sconfessare quella Soprintendenza che è nota in tutta Italia per essere una delle migliori.

Non vediamo in tutto questo cosa ci possa guadagnare un Sindaco di Roma, che dopo aver salvato il Pincio, intenda proseguire secondo delle regole di trasparenza nella tradizione della romanità".
http://www.ilvelino.it/articolo.php?Id=761222

Non lo vediamo davvero?
Non appare un po’ “strano” che improvvisamente i controllori ed i controllati sull’idoneità edificabile archeologica (idoneità quasi sempre necessaria a Roma e dintorni) delle aree diverranno un unico soggetto?
Chi controllerà i controllori? Loro stessi?

domenica 1 giugno 2008

L'Italia vista da lontano. Liberation: Roma sotto l'impero dell'odio

Le 28 avril, les partisans de Gianni Alemanno célèbrent son élection à la mairie de Rome. (Reuters)

Rome sous l’empire de la haine
Dirigée par un postfasciste, la capitale italienne a été le théâtre de violences contre des étrangers.

Liberation dedica, dopo lo speciale di 4 pagine di qualche settimana fa sulla questione Napoli, un articolo sul clima di violenza xenofoba che si sta diffondendo in Italia, ed in particolare nella capitale.

Nelle strade della capitale
L'articolo di Eric Jozsef esordisce ponendo in correlazione il nuovo clima di tensione politica e sociale, e l'elezione , lo scorso 28 Aprile, al Campidoglio, di Gianni Alemanno definito: "un postfascista che porta sempre una croce celtica al collo".

Vengono raccontati l'episodio del Pigneto " teatro di una caccia all'immigrato al grido di sporchi stranieri, bastardi",
e lo scontro "tra militanti di estrema sinistra ed attivisti neofascisti all'Università la Sapienza di Roma, che ha richiamato lo spettro degli anni '70, quando gruppuscoli radicali si fronteggiavano violentemente prima di confluire nelle file del terrorismo".

Un clima nazionale
Come analisi politica più generale, vengono riportate le dichiarazioni della sinistra "che denuncia un clima deleterio, che alimenta l'intollerenza e la xenofobia, sviluppatosi da quando il centro destra ha fatto della tollerenza zero contro l'immigrazione clandestina uno dei capisaldi della propria campagna elettorale" e sottolinea come "certi esponenti della Lega Nord si sono lasciati andare a dichiarazione di chiaro stampo razzista".
Mentre sulle posizioni espresse dalla destra, si sottolinea "l'invito a non politicizzare gli incidenti".

Vengono anche riportati stralci delle dichiarazioni di Dario Chianelli,l'aggressore reo confesso del Pigneto, mettendone in risalto (senza peraltro commentarle) le contraddizioni e le lacune, tipo la pretesa di non conoscere i giovani che lo hanno affiancato nell'azione.


Frasi vergognose

L'articolo si conclude soffermandosi su Gianni Alemanno e Gianfranco Fini e sulle più recenti dichiarazioni pubbliche dei 2 esponenti politici di destra.

Fulminante il parere sull'atteggiamento di Alemanno:
" il nuovo sindaco di Roma gioca a fare, alternativamente, il pompiere ed il piromane, condannando, prima, fermamente, il raid del Pigneto, accusando però, subito dopo, la sinistra di voler strumentalizzare l'accaduto".
Inoltre sulle violenze alla Sapienza "ha stigmatizzato l'accaduto come scontri tra imbecilli fuori da ogni contesto storico e temporale".

Il giornale francese, rimarca anche come, in questa situazione, Alemanno non abbia minimamente esitato
"a proporre di dedicare una via di Roma al suo antico mentore Giorgio Almirante, ex membro della repubblica di Salò, fondatore del neofascista Movimento Sociale Italiano (M.S.I.) e collaboratore nel 1942 della rivista antisemita La Difesa della razza".

La situazione creatasi ha costretto "Gianfranco Fini(Allenza Nazionale, ex M.S.I.) Presidente della Camera dei Deputati a condannare pubblicamente gli articoli in cui Almirante affermava che il razzismo deve essere il nutrimento di tutti (...) altrimenti finiremo per fare il gioco dei meticci e degli ebrei".

Mentre, almeno per ora, Gianni Alemanno "Non ha ancora deciso di abbandonare il progetto di dedicare una strada ad Almirante. Ha semplicemente concesso che cercherà un confronto chiarificatore con la comunità ebraica, per poi rettificare il giorno dopo, che comunque non ha mai pensato di delegare la questione alla suddetta comunità...perchè sono io che decido".

Sinceramente ho trovato l'articolo un pochino "tranchant", teso quasi più a voler delineare, comunque, una situazione critica ed a tinte fosche, che a fare un'analisi appropriata, cercando anche di capire i motivi di una situazione comunque preoccupante.

Tanto è vera questa mia sensazione, che a calce dell'articolo si possono leggere diversi commenti di lettori, che avendo da poco visitato Roma, si stupiscono di fronte alle cronache riportate, affermando di aver trovato una città tranquilla e altamente vivibile
Voglio sottolineare che il numero dei commenti è notevolmente superiore rispetto al normale, segnale evidente che comunque per i francesi è sempre importante capire quello che succede in Italia, anche come strumento di interpretazione della loro situazione interna.

Quello che però mi pare importante e condivisibile è che la stampa estera, ancora una volta, mostra 2 virtù che mancano alla nostra:
1) Non avere la memoria corta (Chi in Italia osa più accostare la siglia M.S.I. a Fini, per esempio?)
2) Chiamare le cose con il loro vero nome. Un postfascista è un postfascista. PUNTO.

http://www.liberation.fr/actualite/monde/329142.FR.php

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