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mercoledì 4 giugno 2008

E la campagna Repubblicana anti Obama ha avuto inizio. Il materiale? Gentilmente fornito dai Democratici



Ed alla fine Obama ce l’ha fatta.
Primo afroamericano ad arrivare alla sfida finale per la Casa Bianca.

"Questa notte si chiude un viaggio storico e ne inizia uno nuovo che ci porterà un'America migliore" con questa parole si presenta davanti a 20 mila democratici a Saint Paul in Minnesota.
Ma la situazione in casa del Partito Democratico è tale, che per Obama non c’è nemmeno tempo e maniera di godersi il successo.

Il problema principale per Obama è e rimane Hillary Clinton.

Come osserva il “Los Angeles Times” in questo momento la chiave per i Democratici è l’unità, le ferite inferte in questa battaglia delle Primarie non sono state né poche né lievi.
Obama ha reso onore a Hillary, “Lei ha fatto la storia”-ha dichiarato- “ e non solo perché è una donna che ha fatto quello che nessuna donna aveva fatto prima, ma perché dà ispirazione a milioni di americani con la sua forza ed il suo coraggio”.
Il tentativo, da parte di Obama, nemmeno troppo celato, è quello di portare dalla sua parte i 18 milioni di democratici che hanno votato per Hillary.

Ma, intanto, come risposta, la Clinton ha fato sapere che non si è ancora arresa.
“Non prendo decisioni, non questa notte” facendo notare come nella maggioranza degli Stati considerati maggiormente rappresentativi, la vittoria è stata sua.
E’ indubbio, quindi, che il primo test per Obama “Front Runner Democratico” è l’atteggiamento da tenere di fronte alla risolutezza dell’avversaria.

La scelta non è affatto semplice per il candidato afroamericano:
da una parte è chiaro che diversi stati chiave hanno ampiamente mostrato di preferire la Clinton, oltre al dato (confermato anche dagli ultimi sondaggi) che Obama non riesce a far breccia nell’elettorato ispanico e cattolico in generale, nelle donne e nella tradizionale working class.
Tutti segmenti elettorali che si sono sempre mostrati indispensabili per le vittorie dei presidenti democratici.
Dall’altra parte, accogliere ed indicare Hillary come sua vicepresidente, potrebbe far allontanare tutto quell’elettorato che lo ha sostenuto proprio per la sua capacità di presentarsi come qualcosa di davvero “nuovo” nel panorama politico statunitense.

L’impressione generale, da parte di molti analisti, tra cui Dick Morris, già consigliere di Bill Clinton, è che
“allearsi con Hillary non porterebbe a Obama un solo voto, se non, forse, quello di Clinton, mentre porterebbe, sicuramente, la presenza ingombrante dell’ex Presidente alla Casa Bianca in caso di vittoria. Senza contare poi, che una buona fetta dell’elettorato che ha appoggiato Hillary lo ha fatto, molto probabilmente, in funzione anti Obama e che quindi si asterrà comunque o voterà McCain.

Già McCain..ecco finalmente pronunciato il nome del vero avversario di Obama, che, però, in campo democratico sembra dimenticato, una figura sullo sfondo, tutti presi, come sono, in questa guerra intestina.

Ed intanto McCain ed lo staff elettorale del partito Repubblicano hanno già iniziato a sferrare i primi affondi.
Con questo video messo on line, in cui compaiono Hillary, John Edwards ed altri democratici.
Tutti criticano Obama per la vaghezza del suo messaggio politico, per la sua impreparazione e per la carenza di leadership.

Come dire, il Partito repubblicano non ha nemmeno bisogno di lavorare, il materiale anti Obama glielo fornisce già il Partito Democratico.

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