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venerdì 4 marzo 2011

Roma, stuprata dai carabinieri in caserma.Buon 8 marzo Italia!


Siamo alle porte dell’8 marzo e, come sempre, si darà fiato alla “celebrazione” della donna.
E’ notizia di oggi di una donna che ha denunciato di essere stata stuprata durante la detenzione provvisoria in una caserma dei Carabinieri alla periferia Est di Roma.

Una madre di 32 anni, detenuta in una camera di sicurezza della caserma dopo un arresto in flagranza per furto, ha rapporti sessuali completi e ripetuti con almeno uno dei tre carabinieri che l'hanno in custodia e con un agente della polizia municipale che è in quegli uffici. Gli indagati afferrano quanto scivoloso sia per loro il terreno e scelgono una strada antica. Se non c'è violenza fisica - argomentano - è la prova che non c'è stata violenza sessuale. S. ha fatto sesso perché è quello che voleva. E poi, S. è una "sbandata". È un toppa peggiore del buco. Che, se possibile, rende ancora più determinato il procuratore, Maria Monteleone. Nella difesa dei carabinieri e del vigile urbano c'è infatti qualcosa che rende ancora più odioso quel che è accaduto. I quattro non capiscono - o fingono di non capire - che la violenza è nel presupposto della condizione in cui S. è precipitata la notte in cui i suoi carcerieri hanno goduto del suo corpo. Che diventa oltraggioso persino parlare di una "seratina" di alcool e sesso con una detenuta. Che non esiste consenso in un rapporto tra un uomo libero e una donna dietro le sbarre. Ma tant'è. La difesa, ad oggi, resta questa. Nell'imbarazzo profondo, nella vergogna, che ora diventano dell'Arma intera e del suo Comando generale.
Fonte: Repubblica

1 milione di donne ed uomini hanno manifestato in piazze di tutta Italia, qualche settimana fa, per riaffermare e difendere la dignità femminile.
Io credo che non si può chiedere ad un paese di essere diverso da quello che realmente ed intimamente è.
Io credo che in questo paese in cui pochissimi si scandalizzano della “idea” che il Premier ha delle donne, se dei tutori dell’ordine trovano credibile difendersi affermando che la detenuta era consenziente, non riuscendo nemmeno lontanamente ad afferrare lo squallore e la demenza di questa affermazione, che dimostra solo la non comprensione del principio elementare dell’eguaglianza di potere alla base di ogni relazione e rapporto sano, significa solo che tutto è perduto.
E’ perduto il senso etico, il senso morale ed il senso di dignità e rispetto.
Non solo verso le donne.
Buon 8 marzo Italia.

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