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mercoledì 2 novembre 2011

La crisi contro le donne: iniziativa solidale contro la chiusura dei centri antiviolenza a Genova



In Italia, così come a Genova, la violenza domestica è in continuo aumento e le strutture qualificate a portare aiuto psicologico, legale e d’emergenza sono a rischio di  chiusura. 
I tagli economici effettuati dal Governo attraverso le diverse manovre hanno fatto sì che la Regione Liguria abbia notevolmente ridotto i finanziamenti, e reso quindi impossibile per Comune e Provincia di Genova, sopperire con i propri fondi all’esistenza del Centro provinciale antiviolenza di Via Mascherona, in modo da garantire il mantenimento dei servizi erogati. 
Ad oggi si prospettiva quindi la chiusura del Centro e dei Centri distaccati sul territorio


Per non disperdere completamente ciò che è stato fatto in questi tre anni d’interventi operativi, per dare risposte concrete alle donne e ai minori vittime di violenze, le Associazioni firmatarie di questa comunicazione organizzano, con la collaborazione di Coop Liguria, un 


“APERITIVO SOLIDALE”
4 novembre 2011 - ore 17.00
Sala incontri Coop Dinegro Terminaltraghetti  
OFFERTA LIBERA A SOSTEGNO DEL CENTRO ANTIVIOLENZA 

L’iniziativa sarà animata da letture teatralizzate a cura di Antonella Sodini e Lorena Luccatini e da intervallo musicali di Alessandra Ravizza del gruppo musicale Rebis.
La manifestazione è finalizzata a una raccolta di fondi per il mantenimento del Centro di Via Mascherona. Partecipate  numerosi!


Il Centro Provinciale Antiviolenza, inaugurato il 25 novembre 2008 , è nato in ottemperanza alla Legge Regionale 12/2007, "Interventi di prevenzione della violenza di genere e misure a sostegno delle donne e dei minori vittime di violenza", e grazie alla collaborazione tra la Regione Liguria, la Provincia di Genova, il Comune di Genova e tutte le Associazioni e gli Enti aderenti alla Rete Provinciale contro la violenza di genere. (vai al sito)
Per informazioni e per eventuali donazioni andate sul sito per i contatti.  SITO

Puoi contribuire anche con un versamento su c/c 1000/860 Banca Intesa San Paolo Filiale 3948
 intestato a:  Gruppo Mafalda Sampierdarena Fondo Centro Antiviolenza 
IBAN: IT40D0306901455100000000860

venerdì 4 marzo 2011

Roma, stuprata dai carabinieri in caserma.Buon 8 marzo Italia!


Siamo alle porte dell’8 marzo e, come sempre, si darà fiato alla “celebrazione” della donna.
E’ notizia di oggi di una donna che ha denunciato di essere stata stuprata durante la detenzione provvisoria in una caserma dei Carabinieri alla periferia Est di Roma.

Una madre di 32 anni, detenuta in una camera di sicurezza della caserma dopo un arresto in flagranza per furto, ha rapporti sessuali completi e ripetuti con almeno uno dei tre carabinieri che l'hanno in custodia e con un agente della polizia municipale che è in quegli uffici. Gli indagati afferrano quanto scivoloso sia per loro il terreno e scelgono una strada antica. Se non c'è violenza fisica - argomentano - è la prova che non c'è stata violenza sessuale. S. ha fatto sesso perché è quello che voleva. E poi, S. è una "sbandata". È un toppa peggiore del buco. Che, se possibile, rende ancora più determinato il procuratore, Maria Monteleone. Nella difesa dei carabinieri e del vigile urbano c'è infatti qualcosa che rende ancora più odioso quel che è accaduto. I quattro non capiscono - o fingono di non capire - che la violenza è nel presupposto della condizione in cui S. è precipitata la notte in cui i suoi carcerieri hanno goduto del suo corpo. Che diventa oltraggioso persino parlare di una "seratina" di alcool e sesso con una detenuta. Che non esiste consenso in un rapporto tra un uomo libero e una donna dietro le sbarre. Ma tant'è. La difesa, ad oggi, resta questa. Nell'imbarazzo profondo, nella vergogna, che ora diventano dell'Arma intera e del suo Comando generale.
Fonte: Repubblica

1 milione di donne ed uomini hanno manifestato in piazze di tutta Italia, qualche settimana fa, per riaffermare e difendere la dignità femminile.
Io credo che non si può chiedere ad un paese di essere diverso da quello che realmente ed intimamente è.
Io credo che in questo paese in cui pochissimi si scandalizzano della “idea” che il Premier ha delle donne, se dei tutori dell’ordine trovano credibile difendersi affermando che la detenuta era consenziente, non riuscendo nemmeno lontanamente ad afferrare lo squallore e la demenza di questa affermazione, che dimostra solo la non comprensione del principio elementare dell’eguaglianza di potere alla base di ogni relazione e rapporto sano, significa solo che tutto è perduto.
E’ perduto il senso etico, il senso morale ed il senso di dignità e rispetto.
Non solo verso le donne.
Buon 8 marzo Italia.

lunedì 14 febbraio 2011

La home di oggi del TG1: neppure una riga sulle manifestazioni di ieri. Ma le giornaliste del TG1 hanno una dignità?


Chiunque può vedere che la home di oggi del TG1, diretto da Minzolini, non riporta il minimo accenno alle manifestazioni di ieri ed al milione di persone (soprattutto donne) che hanno esplicitato il loro dissenso.
TG1 online- Home Page

La notizia si trova relegata nella CRONACA, prima di un aggiornamento (risalente alla giornata di ieri) sulla vicenda delle gemelline svizzere e dopo il ritrovamento di un sedicenne scomparso in Umbria
TG1- Cronaca

In compenso abbiamo ampi annunci su:

  • l'imminente apertura del Festival di San Remo,
  • San Valentino
  • Una disoccupata che trova 500 euro e li restituisce
  • Come scegliere le frasi d'amore sul web


Chi è e, soprattutto, cosa sia Minzolini, già lo sappiamo. 
Ma le giornaliste del TG1, un minimo sussulto di dignità? No eh...

domenica 13 febbraio 2011

Una donna senza dignità: Maria Stella Gelmini che commenta le manifestazioni di oggi...





 "Le donne che scendono oggi in piazza sono solo poche radical chic che manifestano per fini politici e per strumentalizzare le donne". 
Lo dice il ministro dell'istruzione Maria Stella Gelmini. 
"Non vengano a raccontarci di voler difendere la loro dignita', quando sono le prime a bollare automaticamente come prostituta qualsiasi donna metta piede in casa del premier", prosegue.
Fonte: Repubblica


Oggi non va in scena la manifestazione delle donne ma quella di militanti della sinistra contro il governo Berlusconi. Le organizzatrici se ne facciano una ragione, questa loro battaglia non monta nel Paese.”
Così, Mariastella Gelmini afferma di non percepire il maschilismo insito nella questione, che, a suo avviso, è solo un escamotage politico per smontare un premier che ha vinto le elezioni:

Meno male che tra un po' ritornerà a fare l'avvocatuccio di provincia che si occupa di abigeato e pesca illegale nel Lago di Garda. 
Mi spiace per allevatori e pescatori bresciani.

martedì 8 febbraio 2011

La crisi sulle spalle delle donne.Il nuovo identikit della badante: italiana, disoccupata, con famiglia a carico e disperata


E' di questi ultimi giorni la notizia che le italiane stanno andando all'assalto del lavoro da badante.
Non nel senso, classicamente finora inteso, di datrice di lavoro, ma in quello di lavoratrice.
Sono sempre più le italiane disoccupate, casalinghe sposate con uomini cassaintegrati o disoccupati, in cerca di prima occupazione, separate a cui l'ex coniuge non riesce a  pagare gli alimenti, che frequentano i corsi per colf ed assistente famigliare .
Oltre a quelle che comunque arrivano al lavoro in maniera diretta e senza preparazione "professionale".
E questo accade a Nord come a Sud.
 "Oggi si assiste alla carica delle italiane - spiega Raffaella Maioni, responsabile nazionale delle Acli Colf - negli ultimi due anni tra le iscritte ai nostri corsi di formazione, infatti, le italiane sono più che raddoppiate". Una tendenza diffusa su tutto il territorio nazionale (le Acli organizzano ogni anno oltre 40 corsi per assistenti familiari), che registra casi limite, come "a Cisterna di Latina dove alla fine del 2010 il 100% delle diplomate era italiana". 
Per le italiane, spesso, questa scelta viene giocata come ultima carta esistenziale e lavorativa, la carta della disperazione:
 "Lo ritengono un'umiliazione, un fallimento, ma sono disperate - racconta don Fredo Olivero, responsabile Migrantes del Piemonte - e si rivolgono a noi, come ultima sponda". E così si assiste al paradosso di una fondazione nata per assistere i migranti, che in tempi di crisi si trova a cercar lavoro alle italiane
E tutto questo, paradossalmente ma non troppo,  mentre la crisi economica colpisce talmente a fondo le famiglie italiane, da far diminuire, per la prima volta dopo anni, la richiesta di badanti.: si sceglie il fai da te, l'assistenza familiare, la cura dell'anziano fatta da figlie e nuore.

Un'unica riflessione:
che  siano donne in cerca di lavoro come badanti o che siano donne che si prendono cura dei propri anziani rinunciando, per cause economiche, a qualsiasi aiuto, ancora una volta il peso della crisi e delle difficolta sociali finisce sulle spalle dell'altra metà cielo.
Questo giusto per ricordare (e sembra che molti oggi nell'universo maschile se lo stiano dimenticando) che non tutte le donne sono escort a disposizione di qualche Sultano

Fonte: Repubblica

martedì 18 gennaio 2011

Per quale dignità femminile, per quali donne ho lottato e cerco di lottare ogni giorno, io?



        dignità [di-gni-tà] s.f. inv.

       1 Considerazione in cui l'uomo tiene se stesso e che si traduce in un  
         comportamento responsabile, misurato,    equilibrato 
         rispettabilità,decoro: d. umana; dimostrare una grande d.; 
         estens. compostezza, decoro che denota rispetto per sé e per gli altri: 

       2 Importanza che viene a una cosa dal significato spirituale, culturale, 
        sociale che l'uomo le annette, e che la rende degna di rispetto: lo 
        richiede la d. dello Stato


Ho letto di donne italiane che hanno onorato ed incarnato questa parola, nel corso del XIX° e XX° secolo, lottando per conquistare diritti politici e civili pari all’uomo.
Ho letto di donne italiane che hanno onorato ed incarnato questa parola imbracciando il fucile o recando messaggi nella guerra di Resistenza Partigiana, per liberare il loro Paese dall’invasore nazi fascista.
Ho conosciuto donne italiane che hanno lottato negli anni '60 e '70 per una libertà sessuale, per una maternità consapevole, per il divorzio, per innumerevoli battaglie civili e dei diritti.
Lottiamo noi, donne di questo paese, ogni giorno, quotidianamente, per arrivare alla fine del mese dignitosamente (appunto), lavorando e non fermandoci mai per riempire le lacune sociali (asili, nidi, tempo pieno, assistenza ai malati, agli anziani) che questo Paese riversa sulle nostre spalle.

Ed ora sono qui a chiedermi, davanti a questo scempio… Per chi ho lottato io?
Per quale dignità femminile, per quali donne  ho lottato e cerco di lottare ogni giorno, io?

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