Ogni giorno che passa, approfondendola, si scoprono continuamente, nuove perle "nascoste" nella cosiddetta "Riforma Gelimini", che meglio sarebbe stata denominare "I tagli della Gelmini serva di Tremonti".
Oggi ascoltando un buon programma che va in onda su RAI 3 (ovviamente in un orario scomodo) Ambiente Italia, sono venuta a sapere che la cosiddetta "Riforma Gelmini" prevede il taglio di ben 25 Dipartimenti Universitari di Geologia su 31 attualmente esistenti in Italia.
Ora, è ovvio a chiunque dotato di un minimo di buon senso e Q.I. (cose peraltro sconosciute alla Maria Stella da Leno) che in qualsiasi paese l'azione dei geologi è fondamentale per salvaguardare il territorio, ma sopratutto per prevenire (parola che appare sempre più desueta in Italia ed in particolare ai nostri politici).
Ma l'Italia non è un paese normale in nulla e meno che mai nella gestione del territorio e della situazione.
E' inutile che io stia qui ad elencare i disastri geologici continui che abbiamo dovuto constatare (e pagare) solo negli ultimi 6 mesi.
Ma poiché è ormai palese che l'obiettivo dei politici del ns. Governo è qualsiasi ma NON pensare ai reale bisogni del paese, riflettendo devo ammettere che questa ulteriore perla della Maria Stella da Leno (BS) emigrante a Reggio Calabria (vedasi Esame di Stato per l'avvocatura) mi meraviglia assai poco, data anche la sua chiarissima ed evidente inadeguatezza culturale.
Per ogni ulteriore approfondimento, ecco un articolo molto chiaro e significativo:
L’allarme dei geologi italiani
In un Paese al 70% a rischio idrogeologico elevato – rischio che riguarda 5.581 Comuni, la totalita’ del territorio di Calabria, Umbria e Valle d’Aosta, il 99% delle Marche e il 98% della Toscana – il disegno di legge di riforma dell’univerisita’ ‘mette limitazioni al numero di docenti e ricercatori delle Scienze della Terra, che non esistono in altri Paesi, e sancisce la scomparsa di 25 dipartimenti di Scienze della Terra su 31′.
E’ quanto lamenta l’Ordine dei Geologi, in una nota sottoscritta anche da dieci rappresentanti dei dipartimenti da Nord a Sud, in vista della ripresa, il 23 novembre, del dibattito alla Camera dei Deputati sul ddl di riforma dell’università’. ‘Ironia della sorte – sottolineano i geologi – proprio nella ricorrenza del sisma del 1980 in Irpinia e Basilicata’.
Con un gran numero di pensionamenti nei prossimi anni e un blocco del turn-over ‘de facto’, sottolineano i geologi, ‘appare chiaro che il ddl mettere a repentaglio l’esistenza di molti dipartimenti universitari non solo nell’ambito delle Scienze della Terra ma anche in altre aree scientifico-disciplinari, che rappresentano nelle identita’ culturali preziose per lo sviluppo e la formazione scientifica in Italia.
Criticita’ amplificata nelle aree di ricerca piu’ piccole’. Da qui la richiesta ‘di tutta la comunita’ dei geologi italiani’ di modifica al comma 2 lettera b) dell’articolo 2 del ddl n.3687
http://www.gliitaliani.it/2010/11/l-italia-frana-e-si-tagliano-25-dipartimenti-di-geologia-su-31/