Roma, 17 set. (Adnkronos) -
"Con profondo rispetto verso i caduti, nell'espressione di un'autentica, permanente volonta' di pace quale condizione indispensabile di una informazione libera e plurale capace di rappresentare degnamente i valori della convivenza civile, la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, ha deciso, d'intesa con le altre organizzazioni aderenti (Cgil, Acli, Arci, Art. 21, e numerose associazioni sindacali, sociali e culturali), di rinviare ad altra data la manifestazione per la liberta' di stampa programmata a Roma per sabato prossimo. In un momento tragico come questo ci stringiamo attoniti accanto ai nostri morti in Afghanistan".
Lo comunica la Fnsi, in una nota.
Personalmente non sono affatto d'accordo.
Come ha mirabilmente scritto in una mail Anna Picciolini:
Di fronte alla morte di 16 persone a Kabul, che la reazione della FNSI sia l'annullamento (chiamato rinvio) della manifestazione di sabato, mi risulta incomprensibile.
Per me, e penso per tanti/e altri/e la manifestazione non voleva esprimere soltanto una protesta di fronte agli attacchi che alcuni organi di informazione subiscono in questo momento nel nostro paese, né si esauriva nella solidarietà verso chi è sotto attacco.
Era, voleva essere, anche un modo per richiamare al senso di responsabilità una categoria, quella dei giornalisti e delle giornaliste, che spesso non soddisfa il mio diritto di cittadina ad un'informazione esaustiva e libera, perchè non riesce ad esercitare la propria libertà, non solo per impedimenti esterni, ma anche per un atteggiamento diffuso di servilismo rispetto al potere.
Penso a tutti gli articoli che ci hanno raccontato che eravamo, che siamo, in Afganistan per una missione di pace, che ci hanno detto che adesso c'erano libere elezioni, a parte qualche sacca di resistenza talebana, e così via.
E le stesse cose si potrebbero dire per l'Irak e per altri scenari di guerra.
E per tutte le situazioni di conflitto.
Per avere un'informazione esaustiva spesso non basta seguire quello che dicono mezzi di comunicazione che esprimono posizioni diverse.
Spesso, in situazioni di conflitto, opera una sorta di conventio ad escludendum, sopravvissuta alla fine della guerra fredda, per cui tutti ignorano le ragioni di uno dei soggetti in campo, abbracciando in toto le ragioni dell'altro soggetto.
Ma torniamo all'Afganistan: a Kabul, ben prima di oggi, la libertà di informazione è morta, o forse non è mai nata. Le 16 vittime dell'attentato, 10 afgane e 6 italiane, sono vittime anche di questa assenza di libertà di informazione, nel vuoto della quale trionfa la pura propaganda, quella dei fondamentalisti, e quella delle truppe di occupazione.
Questo si poteva dire andando in piazza, questo sarebbe stato un modo forte di manifestare rispetto e lutto per quei morti.
Anna Picciolini
giovedì 17 settembre 2009
martedì 15 settembre 2009
Boicotta l'insetto!!!
Ricevo con richiesta di diffusione.
Inutile dire che condivido totalmente.
Boicotta l'insetto !!!
Cari amici,
cerchiamo una qualche forma di boicottaggio della celebrazione del miracolo dell'Aquila che questa sera verrà fatta dal Gran Ciambellano Vespa, avendo Rai-Mediaset preventivamente annullato la trasmissione di "Ballarò" che non garantiva una versione in linea con
l'autocelebrazione di Berlusconi.
Non possiamo cacciare Vespa ma possiamo non vedere la sua trasmissione e possiamo cercare di fare in modo che si noti che il Porta a Porta di questa sera è meno seguito del solito.
Possiamo andare al cinema in quelle ore.
Possiamo spegnere le luci di casa.
Possiamo comunque non tenere accesa la televisione.
Insomma, so che è tardi, ma ci si può provare.
Se tutti ritrasmettono questo messaggio ai loro contatti, se tra questi contatti c'è qualcuno che può accedere a migliaia di indirizzi, forse qualcosa di cui ci si accorga si può fare.
Proviamoci
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