sabato 29 gennaio 2011

Votate e scegliete il logo per la Campagna Referendaria: 2 Sì per l'Acqua Bene Comune!


Ricevo con invito alla diffusione e volentieri pubblico.
Il Referendum per l' Acqua Bene Comune (che si svolgerà nei prossimi mesi) è stato una grande conquista popolare.
Ovviamente passata sotto silenzio dai mass media ufficiali. Che la Rete e la blogosfera dimostrino ancora una volta la loro capacità di fare un'informazione alternativa


Salve a tutti/e,
in molti hanno partecipato al concorso di idee per realizzare il logo della campagna referendaria "2 si per l'Acqua Bene Comune". In totale, infatti, abbiamo ricevuto 38 produzioni con differenti caratteristiche e fantasie, sicuramente un'ulteriore attivazione per il popolo dell'acqua.

Ora, per scegliere quale sarà il logo che ci accompagnerà fino al voto per i 2 referendum per la ripubblicizzazione, apriamo le consultazioni!
Dunque sarà possibile votare per uno (e uno solo) dei loghi al seguente indirizzo: 


Scegliamo il logo della Campagna Referendaria 2 Sì per l'Acqua Bene Comune

E' importante dare la propria opinione e farla dare anche a chi non iscritto nelle nostre liste; per questo inoltriamo questo messagio e facciamo partecipare il più possibile alla scelta!
Dunque da oggi, e fino a martedì 01 Febbraio alle 19.00, sarà possibile esprimersi.

Quindi collegatevi, guardate e votate! 


La Segreteria del Comitato Referendario 2 Sì per l'Acqua Bene Comune
Via di S. Ambrogio n.4 - 00186 Roma
Tel. 06 6832638; Fax.06 68136225 Lun.-Ven. 10:00-19:00; Cell. 333 6876990

e-mail: segreteria@acquabenecomune.org
Sito web: www.acquabenecomune.org - www.referendumacqua.it

giovedì 27 gennaio 2011

La Gelmini esclude Sud e facoltà umanistiche dall' Agenzia che decide i finanziamenti

Quasi nessuno in Italia conosce l''Anvur .
Cosa è?  E' l'agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca.
All'apparenza un altro carrozzone ministeriale, in realtà all'agenzia spetta un compito fondamentale: 
giudicare la qualità degli atenei e degli enti di ricerca, con il piccolo particolare che da queste valutazioni discendono i finanziamenti che premiano i risultati migliori. 


Dal  Consiglio direttivo dell' ANVUR, nominato dal Consiglio dei ministri,sono stati esclusi gli studiosi delle scienze umanistiche ed è stato escluso l'intero Mezzogiorno, nel senso che non vi figura nessun rappresentante delle facoltà collocate a Sud di Roma. 


"Sbalordito" e "deluso" si dice Salvatore Settis, che fa parte del comitato che aveva proposto una rosa di quindici candidature al ministro Gelmini, la quale poi ha selezionato sette nomi rappresentativi delle varie aree disciplinari, ma non delle scienze umane. "Non riesco a comprendere le ragioni dell'esclusione", interviene lo studioso. "Abbiamo lavorato con serietà e rigore, mettendo in gioco la nostra esperienza internazionale e le nostre competenze. E ora vediamo che sono state tagliate fuori le scienze umane e l'intero Mezzogiorno"


Forse il problema è proprio nelle parole chiave: serietà e rigore. Parole ostiche a Maria Stella Gelmini. O dovrei dire sconosciute.


Fonte: Repubblica

martedì 18 gennaio 2011

Per quale dignità femminile, per quali donne ho lottato e cerco di lottare ogni giorno, io?



        dignità [di-gni-tà] s.f. inv.

       1 Considerazione in cui l'uomo tiene se stesso e che si traduce in un  
         comportamento responsabile, misurato,    equilibrato 
         rispettabilità,decoro: d. umana; dimostrare una grande d.; 
         estens. compostezza, decoro che denota rispetto per sé e per gli altri: 

       2 Importanza che viene a una cosa dal significato spirituale, culturale, 
        sociale che l'uomo le annette, e che la rende degna di rispetto: lo 
        richiede la d. dello Stato


Ho letto di donne italiane che hanno onorato ed incarnato questa parola, nel corso del XIX° e XX° secolo, lottando per conquistare diritti politici e civili pari all’uomo.
Ho letto di donne italiane che hanno onorato ed incarnato questa parola imbracciando il fucile o recando messaggi nella guerra di Resistenza Partigiana, per liberare il loro Paese dall’invasore nazi fascista.
Ho conosciuto donne italiane che hanno lottato negli anni '60 e '70 per una libertà sessuale, per una maternità consapevole, per il divorzio, per innumerevoli battaglie civili e dei diritti.
Lottiamo noi, donne di questo paese, ogni giorno, quotidianamente, per arrivare alla fine del mese dignitosamente (appunto), lavorando e non fermandoci mai per riempire le lacune sociali (asili, nidi, tempo pieno, assistenza ai malati, agli anziani) che questo Paese riversa sulle nostre spalle.

Ed ora sono qui a chiedermi, davanti a questo scempio… Per chi ho lottato io?
Per quale dignità femminile, per quali donne  ho lottato e cerco di lottare ogni giorno, io?

giovedì 13 gennaio 2011

Si è sempre terrone di qualcuno: Belluno va al referendum per staccarsi dal Veneto.E la Lega? Si spacca...


Ventuno voti a favore e due contrari in Consiglio provinciale a Belluno nell'approvazione della richiesta di dare avvio all'iter per il referendum provinciale. Un referendum che dovrebbe portare al distacco di Belluno dal Veneto per il Trentino.
Nell'intenzione del Comitato e delle 17.500 persone che hanno firmato, finalizzato al distacco della Provincia dalla Regione Veneto e alla aggregazione al Trentino Alto Adige.
I consiglieri provinciali si sono soffermati sui problemi del Bellunese: dallo spopolamento al disagio di vivere in montagna, fino alle disparità che ci sono sono con i vicini del Trentino Alto Adige.
Fonte: La voce del Nord Est


Dopo una lunga discussione, la partita per la proposta referendaria  si è chiusa con 21 voti a favore (di cui uno «tecnico», del leghista Cesare Rizzi) e due no sempre dal Carroccio, quelli di Renza Buzzo Piazzetta e di Gino Mondin.
La spaccatura interna al partito non sorprende: le affermazioni del governatore Luca Zaia di qualche giorno fa («Non bisogna incentivare guerre tra poveri: tutto il Veneto merita federalismo e autonomia. Non mi schiero né pro né contro») sembravano presagire posizioni diverse nel Carroccio. Altre formazioni politiche, (Pdl, Pd, Idv, Lista Reolon) si sono schierate compatte, come annunciato nei giorni scorsi, per il sì.

Insomma, di fronte alla “ribellione” bellunese, l’unica risposta che sa dare la Lega (per bocca di una delle sue punte di diamante, Zaia)  è sbandierare il federalismo, invocarne l’approvazione e l’attuazione, con una aspettativa miracolistica che ricorda più l’atmosfera di attesa partenopea verso il miracolo di San Gennaro, che l’elaborazione progettuale di un partito che pretende di essere preso sul serio e di avere le sue radici nel pragmatico settentrione del Paese.

Ps. Sulla situazione di Belluno e della sua Provincia e sulle serie motivazioni che hanno portato a questa scelta:
Europa Quotidiano: Belluno se ne va e la Lega si spacca

lunedì 10 gennaio 2011

IL "NEO" DELLA DEMOCRAZIA


Il neoliberismo è morto, sia politicamente che economicamente. Si è suicidato, incapace come è di resistere alle sue stesse contraddizioni.


Ora il problema è nelle risposte, in un nuovo ordine globale in una nuova forma di convivenza civile. Si perché il sistema sostenuto da Regan, dalla lady di ferro Margaret Thatcher e da innumerevoli arrivisti manager finanziari, ha prodotto, bolla speculativa dopo bolla speculativa, un depauperamento dei diritti sociali creando una ristretta elite e classi di “inferiori”. Questi ultimi sempre più emarginati e sottopagati.


Il neoliberismo è stato la causa delle crisi, generate dalla avidità dei pochi. Anche il capitalismo classico ne esce ridimensionato e sconfitto. Infatti il principio che il mercato si autoregola e corregge automaticamente i suoi errori, si è rivelato infondato. Eppure il buon Marchionne sostiene teorie arcaiche ed accentua lo scontro sociale. Si riporta l’operaio a mera forza lavoro senza più l’essenza di sè. Contestualmente estraniato dalla vita sociale. Il lavoro non gli appartiene più. E’ l’alienazione, così ben descritta da Karl Marx.


E’ una forma moderna di schiavismo. Non stupisce la scelta di Marchionne. E’ figlio di quel liberismo che predilige la finanza e la speculazione. Appartiene alla razza eletta che guadagna 250 volte un operaio. Non so se ritiene questa strategia a medio termine, non credo. Resisterà qualche anno poi troverà l’exit strategy per riciclarsi.


E il mostro liberista rinasce dalle sue ceneri. Non stupisce il buon Sergio, stupiscono i sindacati favorevoli al referendum indotto da fiat. Stupiscono i politici di area gauche che si rivelano inadeguati, impreparati, instupiditi, miopi.


Non sanno riconoscere che ci si avvia verso un totalitarismo moderno strisciante, non percepiscono che la sfida si vince, sul piano umano sociale e d economico, solo con un rafforzamento dello stato sociale, con la difesa della democrazia, con la qualità del lavoro prima e della produzione poi. Si vince con il ritorno al rapporto dialettico con la natura che porta alla emancipazione. Con la redistribuzione equa della ricchezza, creando benessere generalizzato. La sfida si vince non permettendo ai Marchionne di ripetere le speculazioni finanziarie a discapito dei molti e a vantaggio dei pochi.


Già negli anni sessanta la Fiat aveva tentato di estromettere il sindacato dalla fabbrica. Fu il sacrificio degli operai con una lotta aspra ed onerosa.


Allora avevano parte della società civile al loro fianco. Oggi i nemici sono due, la restaurazione dell A.D. e la classe politica tutta. Lottiamo affinchè sia l uno che l’altra siano spazzati via.

venerdì 7 gennaio 2011

Un 93enne vende più di 500mila copie chiedendo ai giovani come fanno a non indignarsi nella Francia di oggi… Indignez Vous!

Anche se “di pancia” i francesi non mi sono mai stati molto simpatici, devo ammettere che, facendo lavorare quel po’ di cervello e di raziocinio logico che mi rimane, riescono sempre a conquistare la mia stima.
Non mi piace ammetterlo, ma ricordo sempre che “ i cugini” sono stati capaci di tagliare la testa al loro re, mentre noi, cittadini del Bel Paese, siamo stati, a mala pena e per una manciata di voti, “capaci”solo di mandare  in esilio un re che ci aveva tradito con codardia e viltà (salvo recuperare il nipote e principe ereditario come cantante e show man).
In questa epoca certamente non felice, sia per la Francia che per l’Italia, né dal punto di vista culturale né politico, ancora una volta i nostri cugini transalpini riescono a dare a loro stessi (ma anche a noi) una lezione di educazione civile, forse nel modo che gli riesce culturalmente meglio: attraverso le pagine di un libro.

Con più di 500mila copie vendute nel corso degli ultimi 3 mesi, 
Indignez-vous! (Indignatevi!) 
edito dalla piccola casa editrice Indigene è il best seller transalpino dell’anno.


Ma chi è l’autore di questo piccolo libro (30 pagine, costo 3 Euro) che partendo da una spietata analisi della Francia di oggi (ma solo della Francia?) su alcuni temi scottanti:
il crescente divario tra ricchi e poveri, la necessità di ricreare un sistema dell’informazione autenticamente libero, lo scioccante trattamento riservato dalla Francia di Sarkozy agli immigrati, la questione ambientale,  quella palestinese con l’impunità delle leggi e del diritto internazionale di cui gode Israele, la difesa del sistema del welfare
si chiede come sia possibile NON indignarsi e come sia possibile NON considerare traditi gli ideali della Resistenza ?


E qui viene fuori la vera sorpresa, perché l’autore è Stéphane Hessel, eroe della Resistenza durante l’occupazione nazista della Francia, poeta e diplomatico, nato nel lontano 1917.
Quindi un 93enne, figlio di padre ebreo, che combattè l’invasione nazista, catturato e deportato a Buchenwald e a Dora. Nel 1948 contribuì alla stesura della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, l’apice della creazione di una rinnovata coscienza civile internazionale, dopo le violenze e le miserie della guerra.

Indignez-vous! è una chiamata alle armi per la società francese, a partire dai giovani,  esortati a riscrivere l’oggi partendo dalla propria sacrosanta, indispensabile indignazione verso un Paese, la sua politica, che sulle questioni fondamentali ha smarrito la giusta via  perché ha perso la capacità di indignarsi e di ribellarsi contro l’ingiustizia.
«Il mio è un appello a tutti i cittadini, vecchi e giovani, affinché ognuno si senta pienamente responsabile delle diseguaglianze e di ciò che non funziona nella nostra società.Vorrei che ogni individuo fosse capace di trovare il proprio personale motivo di ribellione pacifica: l’indignazione è preziosa»
 Il libro verrà presto tradotto anche in Italia.

Un altro paese in cui, sopratutto ai giovani, i motivi per indignarsi certamente non mancano. Anzi…
Che alla Gelmini fischino le orecchie?

Fonti:




mercoledì 5 gennaio 2011

IO HO VISTO


Non entro nella diatriba moralista del giusto o ingiusto. Si è già detto troppo e di più.


A coloro che hanno manifestato sotto l’ambasciata brasiliana chiedo:


Avete mai sentito l’odore acre della carne umana bruciata da una bomba?

Avete mai visto, da vicino, brandelli di carne incollati alle colonne annerite e distrutte di una piazza?

Avete mai visto una gamba, un piede, un braccio sparsi per strada e dei corpi dilaniati?

Avete mai provato dolore da contorcervi le budella? E avete mai vomitato rabbia?

Avete mai visto tanto sangue che nemmeno la pioggia spazzava via?

Vi siete mai chiesti perché tutto questo?

Vi siete mai chiesti qualcuno deve pagare?

Voi siete le istituzioni.

Eppure non ho visto nessuno di voi protestare sotto l’ambasciata giapponese per l’estradizioni di Delfo Zorzi.

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