giovedì 31 dicembre 2009

Un'OTTIMA Annata


Decisamente quest’anno lo ricorderemo a malincuore. Almeno tanti di noi. Per una volta tralascio la politica, per non avvelenarmi il sangue, ma mi riferisco alla fatica quotidiana. Non solo economicamente, a quel senso di stanchezza che ci pervade misto a impotenza dinnanzi all’immobilismo e alla maleducazione e al rancore quotidiani.

Per questo vi parlo, in realtà più a me stesso, di un film. Tratto dall’omonimo romanzo di Peter Mayle è ambientato in Provenza. E’ da li che mi sono innamorato di quei posti incantevoli dove le case non hanno steccati, dove gli alberi da frutto sono rigogliosi anche sui cigli delle strade. Dove il sole colora paesaggi fantastici. Non a caso è la terra degli impressionisti. I paesini sono rimasti immuni dalla speculazione edilizia e l’aria che vi si respira è pace e tranquillità.

Torniamo al film. Narra di un business man londinese cinico e spietato che eredita una tenuta vinicola nell’area di Luberon dove si fa dell’ottimo vino. Vi si reca per visionare e vendere, ma i ricordi dell’infanzia e la vista della sua amica di infanzia gli fanno capire ed apprezzare i piccoli piaceri della vita. E’ un film romantico, mieloso.

Lo so.

Ma auguro a tutti voi un’ottima annata.

domenica 27 dicembre 2009

EL PURTAVA I CALZ TURCHESI


Bene, quelli che scrivono su facebook li prendiamo tutti, così quelli che hanno un blog e quelli che scrivono via internet. Bene disse Maroni. Bene fecero in coro Schifani e Rotondi. Bene un cazzo disse Bossi.
E tutti quelli che non si manifestano? Tutti coloro che l’odio lo covano in silenzio? Con quelli come facciamo? Già, come facciamo. Erano ore che pensavano. Si perché basta uno solo, si sa che l’odio è ultracontagioso e non ci sono vaccini,disse Sacconi. Non sapevano più che fare. Sembrerà impossibile ma Calderoli ebbe una idea geniale. Memore di essere un otontotecnico disse: perché non facciamo una panoramica dentale a tutti gli italiani e verifichiamo se hanno radici cristiane? Perché non ci abbiamo pensato prima.

Prima di renderla pubblica vollero fare un test su di loro. I risultati furono sorprendenti. Intanto nessuno aveva le radici del giudizio. Va bè, sorvoliamo. Dopo un parapiglia, e ristabilita la calma, provvidero a stabilire l’ordine e ad assegnare le preferenze. Primo, inutile dirlo fu Berlusconi. La radiografia evidenziò due denti rotti ma nessuna radice. Rifecero la lastra ben 10 volte, ma l’esitò non mutò: nessuna radice. Ci rimase talmente male che subito chiamò a raccolta i migliori chirurghi per un veloce trapianto di radici cristiane. Toccò ai leghisti. L’esito fu anche qui infelice. Chi le aveva marce, chi contorte , chi verdi e chi piatte. Eccezione furono Bossi e Borghezio. Il primo radici rarissime che si trovano solo nell’africa più nera. Il secondo riscontrò di avere quelle di un lupo mannaro vissuto intorno all’anno mille ed estinto per scarsa intelligenza. Toccò a Tremonti che le aveva al contrario. Nemmeno Giovanardi, Rotondi e Bondi le avevano cristiane. Quelle di Giovanardi erano di sangiovese, fu così spiegato perché era sempre ubriaco anche se non beveva. Rotondi di origini albanesi. E Bondi a forma di culo.


Si può immaginare la delusione. L’idea venne a Formigoni, facciamola al papa almeno lui le avrà. La risposta non è nota, ma si presume che fu un’ altra delusione. Conosciamo tutti la tenacia di questi governanti e nemmeno allora si scoraggiarono. Fecero delle prove a campione fra i votanti del PDL. Niente da fare. Ultimo tentativo lo fecero con un pensionato che transitava nei paraggi. Miracolo, aveva le radici cristiane. E che radici. Solide belle possenti radici cristiane. Tirarono un respiro di sollievo. La gioia e l’ottimismo si respirava nell’aria. Sono fatti così ottimisti di natura.

Lo stratega del gruppo, Gianni Letta, abituato a sospettare si avvicinò al vecchietto e lo squadrò tutto. Niente. Eppure. Gli alzò i pantaloni sopra la scarpa.

Orrore!! El portava i calz turchesi.

venerdì 18 dicembre 2009

CI AMANO, DA MORIRE


Di troppo amore si può morire

Lo sanno bene i Lupi. Per questo si travestono da agnellini. Dopo aver cercato di sbranare le vittime ringhiando e mostrando i denti, non riuscendoci si trasformano in innocenti agnellini.

Chi? Loro?
No! loro sono il partito dell’amore. Quanta tenerezza, nelle manganellate ai manifestanti, quanta ne suscita sentirsi dare dei coglioni, dei nemici da estirpare, quanta ce n’è nel messaggio” prendiamo i fucili o popolo padano”.
Troppa tenerezza, da pelle d’oca. Lo comprendono anche i poveri, in tutti i sensi, che emigrano in Italia, sanno dell’amorevole accoglienzaa loro riservata, le parole di conforto dei leghisti e non.

Era da anni che non si respirava un aria così amorevole. Dai tempi di Mussolini. Anche se oggi sembra una farsa, una parodia del fascismo. Per quanto poco spessore avesse il duce il suo sosia odierno di grande ha solo la megalomania. Non incute terrore agli avversari, piuttosto un senso di nausea e di nefandezza. Gli italiani credevano di avere il vaccino alla pandemia della dittatura, ma il virus si è trasformato, è mutato e per sfuggire alle difese immunitarie si traveste da paladino della democrazia. Da aguzzino si trasforma in vittima.
E’ virulento e colpisce anche chi dovrebbe fare opposizione. Nella sua follia ha una lucida strategia. Ha mille volti, non ha paura a mostrarsi, anzi. Ha il volto di Lupi ad Annozero quando accusa coloro che resistono di essere il virus. Sembra, appunto, un agnellino. Ha il volto di Bondi pacioccone e viscido, quello di Cicchito, di Capezzone di Schifani, di Feltri di Belpietro che si commentano da soli. Attacca lo Stato, tutte le istituzioni democratiche. Per questo è molto pericoloso

Dispensa sorrisi e bastonate, come quelle date ai detenuti per pochi grammi di droga.

E’ per amore, solo per amore.

Come sono buoni, Ci amano da morire.
Solo che a morire siamo noi.

lunedì 14 dicembre 2009

ALLARME METEO SULL’ITALIA


A seminare vento si raccoglie tempesta. Lo diceva mio nonno, che non era nessuno ma aveva subito il fascismo , fatto due guerre mondiali, la resistenza e deportato in quel paese che parlava come i leghisti oggi. Se in ogni occasione ripeti ossessivamente che chi non la pensa come te è un coglione, è un comunista è un terrorista, che i giudici e tutte le altre cariche dello stato sono sovversive, che gli statali sono fannulloni, prima o poi, più prima che poi, uno squilibrato a cui hai rotto i coglioni lo trovi.


Fermo restando che trovo il gesto deplorevole e insensato, appunto come solo uno disturbato può fare, mi sento di dire che bisogna recuperare il senso di responsabilità. La Storia insegna che quando Togliatti fu ferito gravemente questi mantenne la calma e il senso dello stato. Abbassò i toni ed evito la guerra civile. Si sa Togliatti era un comunista.


Oggi è una gara a chi, ministro o semplice onorevole, è più indignato e la misura della indignazione è commisurata alle bestialità che riesce ad esprimere per ledere la libertà degli altri che non sono allineati. Non c’è da stupirsi se inventeranno la Papi Mobile per venerare il papi nazionale.
Una cosa ho capito, che le parole assumono un significato diverso non a seconda del tono ma a secondo di chi le pronuncia. Così che “prenderemo i fucili” se detta da Bossi ha un significato goliardico . Siete “coglioni” è un complimento se a dirlo è il premier e se lo steso parla di guerra civile è in tono scherzoso, in fondo si sa che è un burlone. Se si dice “fatti processare” è un grave insulto se detto dal popolo del No-B day. Questione di stile. C’è chi può e chi non può.


Maroni, quando gridava Berlusconi mafioso, rivoluzione, e quando si puliva il culo con il tricolore era solo un Burlone. Quando oggi sottintende che ogni manifestante pacifico è un potenziale kamicaze omicida è un uomo di buon senso.
Bisogna prenderli sul serio questi governanti e averne paura. Il tono, le nefandezze sono le stesse del fascismo. Ogni pretesto è buono per minare la democrazia.


Allarme meteo sull’Italia urla il vento e infuria la bufera.

sabato 12 dicembre 2009

SERVIZIO PUBICO

Minzolini ha commesso un errore. Non mi riferisco tanto all’uso discutibile del servizio pubblico, dove, a detta del ministro Brunetta dovrebbe, il Minzolini,nei titoli di coda indicare l’ammontare del suo compenso che, vista la professionalità profusa fosse anche di un solo euro dovrebbe riportare solamente l’aggettivo “troppo”.

E’ nel merito del suo editoriale, sullo sputtanamento dell’Italia dalle dichiarazioni del pentito Spatuzza . Il Minzolini, come buona parte del pdl, ha l’arroganza di appartenere , fra pochi eletti, ad una razza superiore. Questo è il grave errore commesso. I Giornalisti stranieri, se ne faccia una ragione, sono più professionali ed intelligenti di lui e sanno benissimo distinguere tra affermazioni verificate da quelle presunte e non verificate. Tant’è che hanno dato più importanza all’auto sputtanamento di Berlusconi con il suo inqualificabile discorso al congresso del ppe. Al quale hanno fatto eco le pesanti dichiarazioni delle alte cariche dello stato e il forte imbarazzato dei suoi amici più intimi. Minzolini è troppo intelligente per capire che il più grande sputtanatore d’Italia e del premier è Silvio Berlusconi. Troppo intelligente per capire la differenza tra il far ridere e il senso del ridicolo. E troppo intelligente per capire che lo sputtanamento lo ha ricevuto l’ordine dei giornalisti, che lo ha come iscritto, e lui in primis.

Il direttore del TG1 dovrebbe leggere i quotidiani stranieri e vedere l’informazione delle televisioni libere estere non solo per informarsi , forse non capirebbe lo stesso e continuerebbe a fare il giornalaio al servizio del padrone, ma anche agli asini un po’ di cultura non fa mai male.

martedì 8 dicembre 2009

RISOLTO IL GIALLO DI MILANO

Giusto ieri sono stati consegnati a Marina Berlusconi e a Maurizio Belpietro “ l’ambrogini d’oro” e subito si è consumato il giallo. Stamane al risveglio i due premiati hanno constatato che le ambite statuette della Milano bene non c’erano più, svanite nel nulla.

Immediate le ricerche tra lo sgomento dei due meritevoli. Tutto il giorno sono stati in ansia attaccati ai telefoni cellulari in attesa di notizie che tardavano a venire. Chi può essere così crudele? si sono chiesti. Finalmente a sera sono state ritrovate. Erano a parco Sempione, in un angolo sotto un albero.

Si sono allontanate spontaneamente perché subito dopo aver saputo a chi erano assegnate hanno avvertito un gran senso di nausea e conati di vomito.

Restituite ai legittimi proprietari hanno, in rigoroso silenzio, pianto.

domenica 6 dicembre 2009

Quest’uomo sa di tappo; il nanismo politico di Brunetta




Il no B.Day è stato un successo aldilà dei numeri 90.000 o 1.000.000 non ha importanza. La società civile si è mossa, ha supportato quei partiti che hanno scelto l’opposizione dura e sospinto il pd, nei suoi uomini, a una determinazione che ancora non coinvolge parte della dirigenza.

Il mare di gente, allegra ma determinata, che ha invaso Roma ha ripreso il coraggio di lottare. Non sarà certo una manifestazione che farà cadere Berlusconi ma la prospettiva politica del movimento che viene dalla base e che influenzerà i partiti di opposizione è una grande vittoria. Certo ora non ci si deve sedere, necessita un impegno organizzativo importante e perché questa voce si amplifichi bisogna sfruttare la grande risorsa comunicativa della rete. Ma si è vista soprattutto un'altra cosa: la manifestazione della questione morale che rappresenta la vera anima della sinistra, condivisa dall'Italia civile che crede nella giustizia. E’ stato ritrovare lo spirito di appartenenza, la voglia e la consapevolezza che questo mondo si può migliorare.

Il ministro Brunetta ha risposto dicendo : suonino pure le loro trombe, noi suoneremo le nostre campane. In questa frase sta tutto il suo nanismo politico. Per due motivi: la questione morale, appunto, e la determinazione delle idee. Il movimento che è nato mai e poi mai, come tutta la sinistra, negozierà la moralità per opportunismo politico, si cambieranno alleanze le convenienze politiche ma mai si rinuncerà alla democrazia e alla costituzione. Nel pdl gli alleati di oggi sono quelli che gridavano Berlusconi mafioso e indegno e per convenienza politica sono i primi a sostenerlo e appoggiarlo. Alleati come questi, morto il conducente del carretto sono i primi a scendere. La determinazione delle idee è molto diversa dalla venerazione del capo. Le idee sono perseguibili sempre e comunque, indipendentemente da chi sta alla guida e sono, per questo motivo, destinate a durare e a motivare. Brunetta non sa e non vede che la guerra civile evocata dal suo sdoganatore, che lui adula come un feticcio, è destinata a finire sul nascere alla prossima puntata del grande fratello. Un popolo di veline e leccaculo non è destinato a durare.


Brunetta sa che la parte migliore del paese è la sinistra, e sa che con lei per lui non c’è posto, per questo si accanisce. Il suo furore cieco alimenta il suo nanismo politico.
Suoni pure le sue campane, quanto vuole. Le nostre trombe suoneranno a lungo.

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