lunedì 23 febbraio 2009

Il Governo con il Commissariamento delle Aree Archeologiche di Roma e Ostia affidato a Bertolaso vuole eliminare ogni controllo sulla cementificazione



L’annuncio, da parte del Ministro Bondi e del Sottosegretario Giro, di avviare le procedure per il commissariamento delle Soprintendenze Archeologiche di Roma e di Ostia con sistemi di Protezione Civile, ai quali si ricorre straordinariamente in situazioni di calamità, appare grave e immotivato.

Non a caso esso ha mobilitato archeologi, architetti, esperti, tecnici e il personale tutto dei due uffici del Ministero.

L’appello lanciato il 2 febbraio su www.patrimoniosos.it, ha raccolto l’adesione di circa 4000 firmatari della comunità scientifica internazionale, di archeologi e della società civile.

A tre settimane dalla notizia lo stesso commissario in pectore Bertolaso ha dichiarato che non è ancora stata effettuata alcuna constatazione tecnica dalla protezione civile.

A oggi l’area archeologica romana viene presentata come se fosse in stato di assoluto abbandono, degrado e pericolo insinuando il concetto di incapacità a farvi fronte da parte delle Soprintendenze.

http://www.articolo21.info/8081/notizia/no-al-commissariamento-delle-soprintendenze.html


Sulla vicenda, Italia Nostra ha dichiarato:

Siamo sorpresi e preoccupati dalla decisione di commissariare l’Area archeologica centrale di Roma e gli scavi di Ostia Antica,

E’ poi offensivo equiparare il marasma e la vulnerabilità degli scavi di Pompei con la gestione rigorosa dei Fori, del Colosseo, del Palatino e della stessa Ostia Antica.

Anzi possiamo tranquillamente affermare – prosegue il comunicato stampa - che la Soprintendenza Archeologica statale di Roma, ha prodotto a partire dagli anni ’80, le opere di più grande prestigio di cui Roma si possa fregiare:

il nuovo Museo Archeologico di Palazzo Massimo,
il nuovo Museo con area archeologica della Cripta Balbi,
il Museo Archeologico di Palazzo Altemps,
l’imposizione di una nuova piazza davanti all’Ospedale del Celio e alle costruzioni di Claudiano,
la riapertura di nuove sale alle Terme di Diocleziano e
i mirabili parchi archeologici della Villa dei Quintili, di Gabi, Malborghetto e la Villa di Livia, etc".

Commissionare l’area archeologica centrale appare come sconfessare quella Soprintendenza che è nota in tutta Italia per essere una delle migliori.

Non vediamo in tutto questo cosa ci possa guadagnare un Sindaco di Roma, che dopo aver salvato il Pincio, intenda proseguire secondo delle regole di trasparenza nella tradizione della romanità".
http://www.ilvelino.it/articolo.php?Id=761222

Non lo vediamo davvero?
Non appare un po’ “strano” che improvvisamente i controllori ed i controllati sull’idoneità edificabile archeologica (idoneità quasi sempre necessaria a Roma e dintorni) delle aree diverranno un unico soggetto?
Chi controllerà i controllori? Loro stessi?

giovedì 19 febbraio 2009

La salute viaggia senza passaporto. Campagna per il diritto alla salute così come sancito dall'art.32 della nostra Costituzione


Ho ricevuto questa mail con preghiera di diffusione.
Mi sembra importante e civile farlo.

Da: "medici per i diritti umani" posta@mediciperidirittiumani.org

Data: 18 febbraio 2009 15:29:49 GMT+01:00

Oggetto: CAMPAGNA "LA SALUTE VIAGGIA SENZA PASSAPORTO"

A tutti i medici, agli operatori sanitari ed al personale amministrativo
del Servizio Sanitario Pubblico e Privato

CAMPAGNA MEDU “LA SALUTE VIAGGIA SENZA PASSAPORTO”

per una piena garanzia del diritto alla salute, indipendentemente dalla
cittadinanza e dalla condizione giuridica della persona, così come sancito
dall’art.32 della nostra Costituzione e dai Trattati internazionali in vigore

contro l’abrogazione del comma 5 dell’art.35 del Testo Unico
sull’Immigrazione D.Lgs.286/98 proposto in sede parlamentare dalla Lega Nord

ADERISCI ALLA CAMPAGNA INVIANDOCI I TUOI DATI ED IL TUO SERVIZIO DI
APPARTENENZA ALL’INDIRIZZO: obiezionemedici@libero.it, L’ELENCO DEGLI
ADERENTI SARA’ LIBERAMENTE CONSULTABILE ONLINE DALL’UTENZA E DALLE
ASSOCIAZIONI INTERESSATE

AIUTACI A FORNIRE UNA CORRETTA INFORMAZIONE ALL’UTENZA ED AGLI OPERATORI
SANITARI ED AMMINISTRATIVI SUL FATTO CHE IL DIVIETO DI SEGNALAZIONE
ALL’AUTORITA’ DELLO STRANIERO IRREGOLARMENTE SOGGIORNANTE E’ ANCORA IN VIGORE

SEGNALACI ALLO STESSO INDIRIZZO MAIL EVENTUALI DENUNCE ILLECITAMENTE
INOLTRATE ALLA QUESTURA DA PARTE DI OPERATORI SANITARI O AMMINISTRATIVI
AVVENUTE IN QUESTI GIORNI, STIAMO RACCOGLIENDO TESTIMONIANZE CHE
DIFFONDEREMO A FINI STATISTICI

TIENITI PRONTO! IN CASO DI APPROVAZIONE DEFINITIVA DELL’EMENDAMENTO ALLA
CAMERA SCARICA DAL NOSTRO SITO www.mediciperidirittiumani.org IL MANIFESTO
TRADOTTO IN SETTE LINGUE DA APPENDERE ALL’ASTERNO DEGLI AMBULATORI MEDICI
E DEI PRESIDI SANITARI, PER MANIFESTARE IL VOSTRO E NOSTRO DISSENSO.

Nel sito internet sono reperibili i comunicati stampa di MEDU


La salute è un diritto di tutti. Nessuno escluso.
Medici per i Diritti Umani onlus
www.mediciperidirittiumani.org
Sede:
Via Tiburtina 1325, 00131 Roma
Uffici:
Via Dei Zeno 10, 00176 Roma
Viale D.Giannotti 13, 50126 Firenze

martedì 17 febbraio 2009

I have a dream...Vedere il PD alle prossime Europee raggiungere il 3,9% e fermarsi lì, sotto la soglia così voluta, così anelata




Lo so, lo so…

Qualcuno tra i cari “compagni” (tranquilli compagni del PD il termine è usato in senso ironico, nessuno è così stolto da considerarvi degni di tale appellativo) tanto perbenino
del PD unitarista e consociativista
(tradotto “volemose TUTTI TANTO ma TANTO bene”e nel TUTTI è compreso anche il P2ista) sarà già lì…

Lì pronto a sparare a zero contro i soliti secessionisti, frazionisti, politicamente poco accorti, infantili e pure mezzi mentecatti della sinistra “alternativa”.

Perche pure Noi siamo di sinistra..gridano i PDuini..

OK OK ….
c’avemo la Binetti col cilicio invece che le mutande,…
c’avemo Rutelli al cui confronto perfino Pierferdi Casini fa la sua porca figura di opposizione…
c’avemo ..anzi c’avevamo Villari al cui confronto Mastella è la coerenza fatta persona…


OK OK…
Avemo perso 5 dicasi e leggasi CINQUE elezioni in meno di 1 anno:


1) Ad aprile 2008 la sconfitta alle politiche: Pdl e Lega ottengono la maggioranza assoluta dei seggi sia alla Camera sia al Senato

2) Sempre nell'aprile 2008 le elezioni regionali e amministrative danno la vittoria al centrodestra che strappa al centrosinistra la regione Friuli Venezia Giulia, la provincia di Foggia ed i comuni di Roma e Brescia (il centrosinistra strappa al centrodestra solo i comuni di Vicenza e Sondrio).

3) Nel giugno 2008 il centrodestra fa cappotto (8 a 0) alle provinciali siciliane (le province di Enna, Siracusa e Caltanissetta passano dal centrosinistra al centrodestra).

4) Nel dicembre 2008 la regione Abruzzo cambia colore politico: dalla Presidenza del Turco si passa ad una Presidenza Pdl.

5) Infine ieri il risultato della Sardegna: Soru perde la Presidenza della regione a favore di Cappellacci.

http://www.agi.it/ultime-notizie-page/200902171605-pol-rom1095-art.html


Però “compagni” del PD ci ricordiamo TUTTI (e chi con un minimo di coscienza civile e politica in questo paese lo può dimenticare?)

le 2 grandi immense vittorie parlamentari che avete riportato recentemente:

1) L’astensionismo di 100 leggasi CENTO deputati PD alla votazione per la richiesta delle dimissioni dal Governo del sottosegretario Casentino , accusato di collusione con i clan camorristi
2) L’accordo raggiunto con il PDL sulla legge elettorale per la soglia al 4% alle Europee.


Ed ora ve lo posso dire di cuore, davvero di cuore….

I have a dream….
Vedere il PD alle prossime Europee raggiungere il 3,9% e fermarsi lì… sotto la soglia così voluta, così anelata.

E credo che se continuate così non sarà un sogno ma sarà realtà.

giovedì 12 febbraio 2009

Gaza dolce Gaza




"Dobbiamo proseguire la guerra fino alla sua distruzione. Dobbiamo fare esattamente ciò che fecero gli Stati Uniti d’America con il Giappone durante la Seconda guerra mondiale” Lanciare la bomba atomica. E bravo Hamas!

Invece no. A dirlo è un gruppo molto più pericoloso, perché va a braccetto coi diplomatici occidentali, anzi questi lo finanziano, lo sostengono, perché è la terza forza politica di Israele. Avigdor Lieberman, leader di Yisrael Beiteinu è l’ago della bilancia nella composizione del prossimo governo di Israele.

Guai a chiamarlo terrorista, lui e il suo partito fanno parte dei giusti. Può dire ciò che vuole, può incitare all’odio, allo sterminio totale degli arabi, basta sentire i suoi slogan. Può, semplicemente può, perché è democratico? perché lo dicono gli usa?, perché la pensa come la destra europea?, perché …….Se la comunità internazionale si assumesse il coraggio e la responsabilità di processare per crimini di guerra tutti coloro che se ne macchiano, siano essi palestinesi o israeliani, se non facesse distinguo ma chiamasse terroristi i terroristi, forse allora, oltre che giustizia si farebbe prevenzione.

I venti di guerra non sono finiti, resta solo il silenzio e qualche coraggiosa isolata voce, come quella di Vittorio Arrigoni. Sino al prossimo attacco. Si spera che il tiepido vento del cambiamento della politica estera usa sia portatore di pace ed equilibrio, ma la deriva di Israele non fa ben sperare. Gaza, o quel che resta, rimane per i palestinesi la casa. Anche se sono rimaste le macerie, anche se mancano acqua, luce, gas, mangiare, medicinali. Gaza dolce Gaza.


Sulle macerie ricostruiranno le loro dimore, ci vorrà tempo; mai quanto quello necessario a risanare ferite profonde nel corpo e nell’anima dei palestinesi.

Agli orfani, ai mutilati, a coloro che sono per sempre segnati nella psiche non basterà una vita intera per ridargli ciò che gli hanno tolto.

mercoledì 11 febbraio 2009

La settimana scorsa è successo a Pomigliano, ieri alla INNSE di Milano: gli operai chiedono il pane gli vengono date manganellate



La settimana scorsa è successo a Pomigliano, ieri alla Innse di Milano, dove gli operai lottano da oltre 9 mesi per salvaguardare il loro lavoro.

Nel disinteresse di Comune, Regione e Governo.

Se agli operai che chiedono il pane vengono date manganellate, alla crisi della fabbrica si aggiunge quella della democrazia

Ieri, 10 febbraio, intorno alle 5.40 i carabinieri in tenuta antisommossa si sono presentati ai cancelli della Innse, alla testa del gruppo Silvano Genta, il proprietario dell'azienda milanese che un anno fa ha chiuso la propria produzione licenziando 50 operai, in coda la polizia.

Da oltre 9 mesi gli operai della fabbrica metalmeccanica resistono allo sgombero dei macchinari per salvaguardare un posto di lavoro reale, la continuità produttiva, il rifiuto della chiusura della fabbrica che ha un indotto e che, in questa crisi economica italiana e mondiale, vale più dell'oro.

Chiedono di lavorare, ottengono cariche e manganellate.

L'azienda è sanissima, come tutti sanno benissimo perché gli operai lo hanno spiegato e dimostrato durante la loro lunga lotta esemplare.
Si era fatto avanti anche un compratore, (l'imprenditore Ormi, da Brescia, con un pacchetto di commesse per i prossimi due o tre anni, ndr) ma si vuole chiudere l'attività per finalità puramente speculative.

Questa della Innse, infatti, è una storia di speculazione, di crisi economica e di una mutata strategia politica.

La Innse non ha i conti in rosso, non è stretta dai creditori.


È solo che il suo padrone, Genta appunto, ha deciso semplicemente di smantellare la produzione. Eppure la fabbrichetta lui l'ha pagata solo 750 mila euro, quanto un appartamento in centro città. L'ha comprata nel 2006 a prezzi stracciati, grazie alla procedura di amministrazione straordinaria, ma anche con l'impegno di rilanciare l'azienda.

Da mesi non paga l'affitto dei terreni, di proprietà di un'altra società sull'orlo del fallimento.
L'affare economico è allettante: c'è l'Expo che incalza. Ed è pronta una speculazione immobiliare.

A giugno dello scorso anno Genta decide di licenziare gli operai con un telegramma. Le porte della fabbrica vengono chiuse con i lucchetti si avvia la cassa integrazione. Che dura fino a settembre. I lavoratori hanno sempre continuato a lavorare in autogestione fino a quando hanno messo sotto sequestro l'area ad ottobre, momento in cui hanno iniziato il presidio.

Senza stipendio i 50 operai hanno chiesto alle istituzioni locali la cessione dell'azienda. Gli imprenditori c'erano, non la volontà.

Così, alle prime luci dell'alba, una ruspa seguita da un ingente schieramento di carabinieri ha rimosso una barricata costruita nella notte dagli operai con pezzi di risulta dei cantieri per ostruire uno degli ingressi posteriori dell'area in fondo a via Caduti di Marcinelle e quando i manifestanti sono accorsi, sono stati bloccati dai cordoni delle forze delle ordine. I diversi tentativi, fino alle 6.15, di sfondare il blocco da parte dei dimostranti, che hanno lanciato dei bulloni e dei petardi, sono stati respinti dagli agenti che sono ricorsi ai manganelli. Diversi gli operai contusi, tra cui il consigliere regionale del Prc Luciano Muhlbauer che ha riportato un taglio sulla fronte e un operaio con il naso rotto. Due carabinieri si sono fatti visitare sul posto dai sanitari di un'autoambulanza.

Verso le 7.40 si è registrato l'ultimo momento di tensione con l'ennesimo fronteggiamento e qualche spintone, conclusosi quando i funzionari della polizia, dopo una lunga trattativa, hanno permesso l'ingresso nei capannoni di un lavoratore delle Rsu della Innse e di un funzionario della Fiom, che hanno potuto assistere alle prime operazioni di sgombero.

Intorno alle 9 il grosso dei manifestanti ha lasciato alla spicciolata il presidio degli operai Innse, che prosegue in maniera pacifica non essendo stato sciolto dalle forze dell'ordine.
Al presidio di fronte ai cancelli tenuto da mesi dagli operai dell'azienda, si erano aggiunti dalle 5 di questa mattina diversi delegati di altre realtà lavorative milanesi e della Fiom, studenti dell'Onda, militanti dei centri sociali, e diversi esponenti politici lombardi del Pdci, di Sinistra critica e del Prc, tra cui l'europarlmaentare Vittorio Agnoletto e gli assessori provinciali Sandro Barzaghi e Bruno Casati

domenica 8 febbraio 2009

Se Berlusconi fosse povero , sarebbe ……………………


Dopo le ennesime esternazioni fasciste di Berlusconi, e il solito patetico tentativo di aggiustarle, mi sono chiesto quale è il fattore di credito che vanta agli occhi degli italiani. Vi confesso che già lo conosco, da tempo, ma ora mi appaiono più chiari gli elementi che lo rendono popolare e sostenuto.
L’ordine di importanza penso sia superfluo.
In Italia abbiamo avuto, purtroppo sino a poco tempo fa, una forza di sinistra estremamente forte e onesta. Questo ha determinato che la chiesa e i qualunquisti abbiano sempre predicato la paura nei comunisti, se notate, ma so che non vi è sfuggito, nei sui discorsi il leader di Arcore incolpa sempre i comunisti, è il suo life motive. Gli italiani, almeno una buona parte, cresciuti con l’idea anticomunista,vedono in lui il paladino che si scaglia contro il nemico. Nemico che cambia, certo, ci sono gli extracomunitari, i rom, e rumeni. Vivono di nemici, si nutrono, se non li avessero sarebbero perduti. Tanti nemici tanto onore. Si perché gli italiani, sotto sotto, sono un po’ fascisti.

Il secondo motivo sono i soldi. E’ vero che questi non fanno la felicità ma trasformano chi li ha in un idolo, e più ne ha più è venerato. Lo diceva Joe Fraizer, il famoso pugile, anzi lo ha in evidenza sulla sua scrivania, una targa che riporta “ E’ brutto essere negri, io lo sono stato quando ero povero”.
Provate a immaginare una persona qualsiasi che si permetta di dire stronzate come dice il nostro premier, sarebbe considerato, a ragione, lo scemo del villaggio. Potere dei soldi, si trasforma in emerito statista. Invece resta un emerito cretino.
Se non bastasse pensate a colui che crede di primeggiare in tutto e che ritiene di essere superiore in ogni campo, dall’economia, alla scienza, alla bioetica e via in tutti i campi. Un saggio, vero che di soldi non ne teneva, soleva affermare: Se incontrerai qualcuno persuaso di sapere tutto e di essere capace di fare tutto non potrai sbagliare, costui è un imbecille!

Italiani con i soldi si può comprare, tutto tranne l’intelligenza.

sabato 7 febbraio 2009

Nel nome di Dio, del papa e dell’imperatore


Lo scontro si fa durissimo. Sul piano costituzionale, giuridico, politico e etico.

E’ un problema complesso e atavico e non si risolverà, in Italia, né nel breve termine né senza scontri frontali. Sul piano costituzionale la battaglia, ad ora, è risolta, il capo dello stato è garante della costituzione e, a buon vedere, vigile e solerte difensore. Dal punto di vista giuridico il vuoto legislativo è ineluttabile, colmato tuttavia da sentenze passate in giudicato, per tanto di fatto sono giurisprudenza. Ma si può e si deve giungere ad una legiferazione chiara e inappellabile.
Poiché l’argomento è, come si diceva, complesso e coinvolge anche gli aspetti etici è inevitabile definire il testamento biologico e i confini della bioetica. Tutta la società civile si deve interrogare, e tra la società civile in uno stato laico e libero, la chiesa non ha diritto di intromissione. Il clero deve indiscutibilmente restare spettatore e, mai e poi mai parte in causa. La funzione di sacra romana chiesa è parlare alle anime, funzione questa mai messa in discussione, non di imporre leggi agli stati. E’ intollerabile che il papa faccia dire che è deluso da un capo di stato nell’esercizio delle sue funzioni, tra l’altro eseguite con dovizia e alto senso di responsabilità, nel pieno rispetto della sua figura di garante delle leggi dello stato. Condizione sine qua non è il rispetto dei ruoli, anche dal vaticano. Soprattutto in presenza di un papa conservatore che nega la scienza.

Sul piano politico si è aperta una crisi profonda tra poteri dello stato. Crisi voluta e cercata pretestuosamente per fini meramente ad personam, qualora qualcuno avesse ancora dubbi sulla politica egoistica del premier. Si mira a rafforzare la figura del capo del governo a discapito di quella garante del capo dello stato. Berlusconi sa che più debole e divisa è l’opposizione più lui è forte e che questo è il momento di giocarsi le carte. Non gli rimane molto tempo. Ma corre dei rischi inevitabili, se perde la battaglia sul decreto legge ha poche chance di ridefinire regole. Si profilano dunque due grandi rischi, l’ingerenza sempre più decisa di una chiesa retrograda e chiusa nelle scelte dello stato e la deriva versa una dittatura, per ora soft, con inquietanti aspetti razzisti e anticostituzionali che parevano definitivamente risolti e che invece ritornano di attualità con prepotente arroganza.
L’unica possibilità di respingere questi attacchi è quella di attuare una opposizione durissima e compatta, distogliendo Veltroni e compagni da beghe di salotti e accondiscendenti inciucci con il governo a cominciare dalla legge elettorale con sbarramento al 4% che non porterebbe, come intende il PD, ad un convogliamento dei voti tra i due partiti più rappresentativi, ma porterebbe quella pericolosissima astensione che consentirebbe all’attuale capo di maggioranza di realizzare il suo disegno.
Nel caso prevalessero l’interferenza del vaticano e le mire berlusconiane la libertà sarebbe seriamente in pericolo e il paese farebbe un passo indietro nel passato più torbido e infame che l’Italia abbia mai vissuto.

mercoledì 4 febbraio 2009

Sire, il popolo non ha più pane! E Silvio rispose Che mangino briochès! Considerazioni sparse su un paese allo stremo e il DL sul credito al consumo



Si narra che alla vigilia dello scoppio della Rivoluzione Francese (1789) al Ministro delle Finanze che le si rivolgeva dicendole
“Regina, il popolo non ha più pane!”,
la Regina di Francia Maria Antonietta rispose:
”Che mangino brioches!”.

Come è finita per Maria Antonietta credo che tutti lo sappiamo:
perse la testa e non solo in senso letterale (quella probabilmente non l’aveva mai avuta).


Mercoledì 14 gennaio 2009:l’ISTAT pubblica il rapporto relativo al mese di novembre 2008 sulla produzione industriale

Indice della produzione industriale italiana:12,3% in meno rispetto al novembre 2007.

La cifra, grezza e da correggere per via degli effetti del calendario (nel 2007 le giornate lavorative mensili erano state una in meno), scende, al netto, al 9,7%.
Un calo del genere non si verificava dal 1991.

In comparazione con ottobre 2008, inoltre, il crollo della produzione risulta essere, proporzionalmente, ancora maggiore: 2,3% in meno in un solo mese.

Ma è il settore automobilistico quello che desta maggiore preoccupazione:
sempre rispetto al novembre dell'anno precedente, il crollo è stato addirittura del 46,7% (netto del 42,8%).

Su base annuale, gli altri settori hanno subìto variazioni anche molto diverse negli indici di produzione, risultando però quasi tutti in negativo:

si va da una variazione di poco positiva per l'industria tessile (più 0,5%)
al meno 8,9% e meno 13% rispettivamente nella produzione e nell'estrazione di minerali,
al meno 22,3% per i mezzi di trasporto
la gomma e le materie plastiche, le calzature e il legno si attestano su cali intorno al 10%


http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/economia/crisi-10/crolla-produzione/crolla-produzione.html


http://www.corriere.it/economia/09_gennaio_14/istat_crollo_produzione_industriale_d0cc6d5a-e21a-11dd-b227-00144f02aabc.shtml

Questi dati hanno portato Confindustria (attenzione Confindustria non l’Ufficio Studi dell’internazionale Comunista) a rivedere al ribasso le previsioni sul Pil portandolo a -0,6% nel 2008 e parla di un effetto di trascinamento di -1,1% nel 2009.

http://borsaitaliana.it.reuters.com/article/businessNews/idITMIE50D0K920090114

Contemporaneamente (e non poteva essere altrimenti), aumenta la disoccupazione nelle grandi imprese (-2,1% l'occupazione a novembre 2008 rispetto allo stesso mese del 2007) ed il ricorso alla Cassa Integrazione (I dati di novembre sono i più alti in assoluto nelle serie storiche dell'Istat, che risalgono al 2000).

http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Economia%20e%20Lavoro/2009/01/istat-occupazione-grandi-imprese.shtml?uuid=7a2e24b0-eeaf-11dd-9c9c-821838d16869&DocRulesView=Libero

Inutile nasconderlo, siamo alla crisi nera.

Ma così come la Francia prerivoluzione aveva la sua leggiadra Maria Antonietta, noi abbiamo il nostro sire di Arcore, che davanti ai dati catastrofici su riportati risponde:

Consumate! Consumate! Consumate!

E così, di fronte a disoccupazione, precariato, difficoltà delle famiglie, degli anziani, dei giovani ad arrivare alle 3° settimana, di fronte allo sfaldamento economico e sociale della piccola borghesia, il Governo trova come rimedio salvifico

L’aiuto fiscale al credito al consumo

http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Economia%20e%20Lavoro/2009/02/consumi-tris-incentivi.shtml?uuid=3104ad76-f28e-11dd-a230-a1b3aadf51bf&DocRulesView=Libero


Davanti ad una nazione che sta mangiandosi i risparmi per tirare avanti, il nostro Mario Antonietto di Arcore offre come panacea a questi italiani, diventati, chissà come mai, così pigri ed indolenti nel consumare,

un incentivo fiscale al consumo, permettendogli di detrarre fiscalmente gli interessi debitori sui soldi che ci dovremmo far prestare per consumare.

Perchè i soldi non ce li abbiamo, macchecefrega..

CONSUMIAMO!!! Che bello!!! INDEBITIAMOCI !

Insomma, se non abbiamo il pane..dateci almeno le brioches..a credito!

Tanto (come diceva un altro reale di Francia) dopo di me che venga pure il diluvio!

martedì 3 febbraio 2009

Lunga vita e Eluana


Non capisco, sarà un mio limite, ma non capisco. Mi interrogo sul valore della vita. Ma poi mi chiedo: cosa è la vita? E’ quella di Eluana? Quello è vivere?

No quello è morire, ogni giorno lentamente, inesorabilmente. Tra sofferenze silenziose, non meno dolorose. Allora condanniamola a una lenta agonia. Violentiamo il dolore di un padre che dura da molti anni, troppi. Non li capisco i manifestanti per la vita. Non posso capirli.
Tanto solerti nel difendere una non vita e tanto assenti dove la vita è invivibile. Alcuni di loro sono gli stessi che difendono le parole di Maroni. Sono dispensatori di “cattiveria” nei confronti dei clandestini.

Eluana ha la disgrazia di non essere clandestina, se solo lo fosse, la sua morte sarebbe una anonima piccola notizia che nessuno legge. Bene, anzi male, malissimo. Tutta questa bontà ad intermittenza, rigidamente selezionata, indirizzata ad alimentare solo nuova sofferenza, sembra più una forma di violenza che un aiuto cristiano. Ma siamo un paese cattolico, ce lo ricorda il papa, quotidianamente, le contraddizioni non contano così come non conta la sofferenza, anzi più la vita è difficile, sofferta, dolorosa più grande è il contributo al nostro Dio. Nel caso di Eluana ce ne è in abbondanza.
E allora lunga vita a Eluana

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