lunedì 10 gennaio 2011

IL "NEO" DELLA DEMOCRAZIA


Il neoliberismo è morto, sia politicamente che economicamente. Si è suicidato, incapace come è di resistere alle sue stesse contraddizioni.


Ora il problema è nelle risposte, in un nuovo ordine globale in una nuova forma di convivenza civile. Si perché il sistema sostenuto da Regan, dalla lady di ferro Margaret Thatcher e da innumerevoli arrivisti manager finanziari, ha prodotto, bolla speculativa dopo bolla speculativa, un depauperamento dei diritti sociali creando una ristretta elite e classi di “inferiori”. Questi ultimi sempre più emarginati e sottopagati.


Il neoliberismo è stato la causa delle crisi, generate dalla avidità dei pochi. Anche il capitalismo classico ne esce ridimensionato e sconfitto. Infatti il principio che il mercato si autoregola e corregge automaticamente i suoi errori, si è rivelato infondato. Eppure il buon Marchionne sostiene teorie arcaiche ed accentua lo scontro sociale. Si riporta l’operaio a mera forza lavoro senza più l’essenza di sè. Contestualmente estraniato dalla vita sociale. Il lavoro non gli appartiene più. E’ l’alienazione, così ben descritta da Karl Marx.


E’ una forma moderna di schiavismo. Non stupisce la scelta di Marchionne. E’ figlio di quel liberismo che predilige la finanza e la speculazione. Appartiene alla razza eletta che guadagna 250 volte un operaio. Non so se ritiene questa strategia a medio termine, non credo. Resisterà qualche anno poi troverà l’exit strategy per riciclarsi.


E il mostro liberista rinasce dalle sue ceneri. Non stupisce il buon Sergio, stupiscono i sindacati favorevoli al referendum indotto da fiat. Stupiscono i politici di area gauche che si rivelano inadeguati, impreparati, instupiditi, miopi.


Non sanno riconoscere che ci si avvia verso un totalitarismo moderno strisciante, non percepiscono che la sfida si vince, sul piano umano sociale e d economico, solo con un rafforzamento dello stato sociale, con la difesa della democrazia, con la qualità del lavoro prima e della produzione poi. Si vince con il ritorno al rapporto dialettico con la natura che porta alla emancipazione. Con la redistribuzione equa della ricchezza, creando benessere generalizzato. La sfida si vince non permettendo ai Marchionne di ripetere le speculazioni finanziarie a discapito dei molti e a vantaggio dei pochi.


Già negli anni sessanta la Fiat aveva tentato di estromettere il sindacato dalla fabbrica. Fu il sacrificio degli operai con una lotta aspra ed onerosa.


Allora avevano parte della società civile al loro fianco. Oggi i nemici sono due, la restaurazione dell A.D. e la classe politica tutta. Lottiamo affinchè sia l uno che l’altra siano spazzati via.

2 commenti:

Audrey ha detto...

A me, sinceramente, i sindacati a fianco di Marchionne non stupiscono. I venduti al soldo del padrone ci sono sempre stati.Doppiogiochisti.

primlug ha detto...

Quando la questione diviene di civiltà riesco ancora a stupirmi. Purtroppo.

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