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GAZA: DENUNCIA ONG, DOPO "PIOMBO FUSO" NIENTE E' CAMBIATO
Roma, 22 lug. -
Sono trascorsi sei mesi dalla fine dell'operazione militare israeliana a Gaza e centinaia di migliaia di persone non hanno ancora casa e accesso all'acqua potabile.
E' la situazione denunciata da tredici ong palestinesi che lavorano a Gaza, che hanno lanciato oggi un appello da Gerusalemme all'Unione europea e al governo italiano.
La riapertura dei valichi di frontiera con Gaza e' necessaria per attivare la ricostruzione civile.
Le ong italiane spiegano che nella Striscia "l'economia, incluso il settore agricolo, e' quasi al collasso e la ricostruzione sembra un'mpresa impossibile".
E ancora: "L'operazione 'Piombo Fuso' ha distrutto il tessuto economico gia' fortemente indebolito dall'embargo imposto dal governo israeliano. La ricostruzione e' attualmente limitata dal divieto imposto sempre dal governo israeliano di far entrare nella Striscia di Gaza materiali come cemento e ferro".
Secondo le ong firmatarie dell'appello "ventimila famiglie non possono riprendere una vita normale, molti sono costretti ancora a vivere in campi profughi o in abitazioni improvvisate e del tutto precarie".
Inoltre, continuano le ong, "circa 35,000 persone non hanno accesso all'acqua potabile e a un sistema sicuro di trattamento delle acque reflue.
La ricostruzione di scuole, ospedali, universita' e di molte altre infrastrutture pubbliche non ha ancora avuto inizio.
Cibo e medicine passano, in modo irregolare, solo attraverso il valico di Kerem Shalom e molte scorte di medicinali sono in fase di esaurimento".
Le tredici organizzazioni umanitarie -Acs, Cisp, Ciss, Cospe, Cric, Centro internazionale crocevia, Disvi, Educaid, Gvc, Medina, Overseas, Terre des Hommes Italia, Vis- sono convinte che finora nessun passo in avanti sia stato compiuto dalla comunita' internazionale per garantire l'entrata a Gaza degli aiuti.
E fanno appello all'Unione europea affinche' "congeli il rafforzamento dell'accordo di associazione Ue-Israele, che ha posto come prerequisito per lo Stato di Israele il rispetto 'dei principi della Carta delle Nazioni Unite e dei diritti umani'".
Al governo italiano, che ha stanziato 4 milioni di euro per aiuti di emergenza destinati alla popolazione della Striscia di Gaza si chiede "di esercitare le pressioni necessarie sul governo di Israele affinche' garantisca l'apertura dei valichi di frontiera e il passaggio dei beni necessari per realizzare le attivita' e i progetti di ricostruzione e di riabilitazione finanziati attraverso tali fondi".
http://www.ong.agimondo.it/notiziario-ong/notizie/200907221525-cro-rt11175-gaza_denuncia_ong_dopo_piombo_fuso_niente_e_cambiato
Ringrazio Mario Badino che attraverso i suoi post mi ha fatto conoscere l'appello
http://mariobadino.noblogs.org/post/2009/07/26/dopo-piombo-fuso-gaza-muore-di-sete-e-di-malattie
http://www.gennarocarotenuto.it/9681-dopo-piombo-fuso-gaza-muore-di-sete-e-di-malattie/
e Arial per la sua attenzione ed azione continua ed efficace pro Gaza.
Spero che altri blog pubblichino questo appello, rimasto ovviamente ignorato dai nostri mass media ufficiali.
Sta diventando sempre più un nostro dovere civile, etico e morale ribellarci ed agire contro questa censura sorda ma dilagante che sta "uccidendo" ogni forma di informazione vera e scomoda.