giovedì 28 agosto 2008

La FreeGaza e la Liberty sono partite da Gaza verso Cipro. Guerrilla è rimasto a Gaza...

Ultimi aggiornamenti ricevuti poco fa per mail:

La Free Gaza e la Liberty hanno lasciato il porto di Gaza alle 15 e 40 di oggi pomeriggio (ora locale), ed hanno iniziato il loro lungo viaggio di ritorno verso Cipro.
A bordo ci sono 7 passeggeri palestinesi, inclusi diversi bambini.

Abbiamo parlato con Paul Larudee sulla Liberty pochi minuti fa:

Da poco più di un’ora è iniziato il ns viaggio di ritorno verso Cipro e , a differenza di quando siamo arrivati, ci sono diverse imbarcazioni della Marina israeliana all’orizzonte.
Sembra che noi siamo il “focus” del loro interesse, tuttavia stanno mantenendo una distanza di sicurezza, e sembra non abbiano intenzione di avvicinarci.
Pensiamo di raggiungere il limite territoriale delle 12 miglia intorno alle 19 di stasera (ora locale), e quindi di raggiungere le acque internazionali.
Quando siamo arrivati a Gaza lo scorso sabato, era la prima volta in 41 anni che qualcuno entrava liberamente nel suo porto. Ma la partenza è stata, in qualche modo, ancora più significativa.
Sabato, 2 Palestinesi membri del nostro gruppo, sono arrivati a Gaza a bordo di queste navi.
Oggi altri 7 Palestinesi stanno partendo con loro.

Hanno avuto il visto di uscita dal Governo Palestinese, si sono imbarcati, presto saranno in acque internazionali e quindi a Cipro.
Questa è la prima volta che dei Palestinesi entrano ed escono liberamente dal loro paese.
E’ un incredibile passo in avanti, ed un segnale di futuri grandi sviluppi
.


Tra I Palestinesi che sono partiti ci sono Saed Mosleh di 10 anni, originario di Beit Hanoon, vicino Gaza.
Saed ha perso entrambe le gambe, raggiunte dai colpi partiti da un blindato israeliano.
Ha lasciato Gaza con suo padre, alla ricerca di una terapia ed un trattamento medico adeguato.

Non riesco ancora a credere che ci è stato finalmente permesso di partire per avere delle cure adeguate, ha detto Khaled Mosleh, il padre di Saed, è un miracolo!

9 attivisti per i Diritti Umani rimangono a Gaza per un’ulteriore attività di aiuto e supporto umanitario.


PALESTINIANS LEAVING GAZA ON THE SS FREE GAZA & SS LIBERTY
Maha M.S. Darwish, mother
Omar Darwish, age 5
Sami M.J. Darwish, age 14
Ayman M.J. Darwish, age 17
Tawfiq M.J. Darwish, age 18
Khaled Mosleh, father
Saed Mosleh, age 10

INTERNATIONAL HUMAN RIGHTS WORKERS LEAVING GAZA
Greta Berlin, Los Angeles, USA
Nikolaos Bolos, Athens, Greece
Lauren Booth, London, UK
Maria del Mar, Vilanova i La Geltru, Spain
Musheir El Farra, Sheffield, UK
Eliza Ernshire, London, UK
Petros Giotis, Athens, Greece
Christos Giouanopoulos, Athens, Greece
Derek Graham, Ballina, Ireland
Mary Thompson-Hughes, Los Angeles & London
Fathi Jaoudi, Jendouba, Tunisia & London
Yiannis Karipidis, Komothnh, Greece
Giorgios Klontzas, St. Nicolaos, Greece
John Klusmire, Monterey, CA, USA
The Hon. Anastasios Kourakis, MP (representing Thessaloniki, Greece)
Dr. Paul Larudee, El Cerrito, CA, USA
Dr. Edith Lutz, Cologne, Germany
Theresa McDermott, Edinburgh, Scotland
Sr. Anne Montgomery, New York, USA
Aki Nawaz, Bradford, UK
Thomas Nelson, Welches, OR, USA
Peter Philips, New York, USA
Dr. Vaggelis Pissias, Athens, Greece
Panagiotis Politis, Volos, Greece
Yvonne Ridley, London, UK
David Schermerhorn, Deer Harbor, WA, USA
Huwaida Arraf Shapiro, Ramallah, Palestine
Courtney Sheetz, New York, USA
Kathy Sheetz, Woods Hole, MA, USA
Ren Tawil, Minneapolis, MN
Kathleen Wang, Diamond Bar, CA, USA

INTERNATIONAL HUMAN RIGHTS WORKERS REMAINING IN GAZA
Vittorio Arrigoni, Bulciago, Italy
Georgios Karatzas, Pireas, Greece
Jenny Linnell, Totnes, UK
Andrew Muncie, Spean Bridge, Scotland
Ken O’Keefe, London, UK
Adam Qvist, Copenhagen, Denmark
Darlene Wallach, San Jose, CA, USA
Donna Wallach, San Jose, CA, USA

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono davvero felice che sia andato tutto bene e che ci siano stati tali incredibili sviluppi verso la pace!
Vedo con piacere che tra i volontari c'era anche un irlandese ;)
Un abbraccio, anche a Vik

Anonimo ha detto...

Un'intervista di Vik a La Stampa:

"Io, Ulisse italiano a Gaza"



E' sbarcato con la cognata
di Blair a bordo di "Free Gaza"
e non è voluto ripartire
FRANCESCO MOSCATELLI
TORINO
Nei prossimi giorni sarò ospite di una famiglia palestinese a Rafah, ma per il momento resto a Gaza City, a fare da scudo umano per i pescatori. Ieri ci siamo spinti a 10 miglia dalla costa, sfidando tre navi della Marina israeliana. In 14 ore abbiamo pescato sei volte quello che pescano di solito, quando non possono oltrepassare le 3 miglia». Vittorio Arrigoni, l’italiano sbarcato il 23 agosto a Gaza con un gruppo di attivisti per i diritti umani, fra i quali Lauren Booth, la cognata di Tony Blair, ha la voce tranquilla. Alle avventure, lui, ci è abituato. In questi giorni è bloccato per sua stessa volontà nel cuore di una delle regioni più calde del Medio Oriente, senza preoccuparsi di come e quando potrà rientrare in Italia.

Trentatré anni, di Cantù, durante l’anno lavora come tuttofare nella ditta di famiglia: «Magazziniere, autotrasportatore, quello che capita - scherza - Sono figlio di un imprenditore, ma di quelli dal cuore rosso. Mia madre è sindaco di un piccolo comune e io sono cresciuto a pane e politica». Negli anni scorsi ha fatto il cooperante in Bosnia, l’osservatore internazionale durante le prime elezioni democratiche in Congo, ed è stato più volte in Cisgiordania. «Diciamo che oggi avrei qualche difficoltà a passare il confine israeliano - spiega -. L’ultima volta mi hanno espulso e mi considerano una persona non gradita».

A Gaza Vittorio è arrivato il 23 agosto, dopo un viaggio rocambolesco. «Sono atterrato ad Atene a fine luglio e poi mi sono trasferito su un’isoletta dell’Egeo, dove mi aspettavano altri quattro attivisti - racconta -. Abbiamo lavorato in gran segreto per 15 giorni, per sistemare un vecchio peschereccio ribattezzato “Free Gaza”. Il 13 siamo salpati alla volta di Creta, dove ci siamo ricongiunti con i ragazzi del “Liberty”». Altre 40 ore in mezzo al mare e le due barche dell’organizzazione «Free Gaza Movement» hanno raggiunto la Striscia. «Era dal 1967 che una nave internazionale non sfondava il blocco israeliano - spiega -. Abbiamo avuto mille problemi: i due capitani greci che avevamo assoldato ci hanno abbandonato dopo aver ricevuto minacce telefoniche e quando eravamo nelle acque internazionali internet e i telefoni cellulari sono saltati».

Nella mattinata di ieri, dopo i saluti in grande stile della popolazione locale, le due barche sono ripartite verso le coste cipriote con a bordo sette palestinesi. Arrigoni, invece, è rimasto a terra. Per sua libera scelta. Con lui una decina fra medici e infermieri. «Stiamo cercando di far passare il confine ad alcuni palestinesi malati, ma al valico di Eretz non ne vogliono sapere». Lui è arrivato via mare, e per gli israeliani è come se non fosse mai entrato nella Striscia. Di un visto israeliano, con il suo curriculum, non se ne parla. Il sogno proibito di «Free Gaza Movement», però, è quello di creare un vero e proprio ponte marittimo con i territori. «Il tempo di raccogliere i 10 mila euro necessari per fare rifornimento e la “Liberty” e il “Free Gaza” torneranno. Io le aspetto per rientrare a casa anche se, al momento, la mia vita italiana è congelata - spiega -. Oppure proverò alla fine del mese di Ramadan, quando riaprirà il valico egiziano di Rafah».

Nel frattempo, a Gaza, vive il suo momento di gloria: visita le famiglie, incontra i politici, si fa inseguire dai bambini che tentano di rubargli il berretto da lupo di mare. Un vezzo, per uno che è nato e cresciuto all’ombra delle Alpi. Anche le autorità palestinesi lo trattano con i guanti di velluto: hanno intitolato una piazza alle due imbarcazioni e hanno dato a tutti gli attivisti la cittadinanza onoraria. «Vogliono perfino costruire un monumento - racconta divertito -. Siamo cani sciolti, lontani dalla politica. Non neghiamo i diritti di Israele, ma vogliamo affermare con forza anche quelli dei palestinesi. Non ci facciamo tirare la giacchetta da nessuno. Quando siamo arrivati ci aspettavano due comitati di accoglienza: uno di Hamas e uno di Fatah, ma alla fine hanno organizzato una festa tutti insieme».

Merito, forse, della cognata di Blair? «No, no, assolutamente. Lauren e Blair non si possono vedere. Hanno una visione del Medio Oriente totalmente diversa: lui non è mai stato a Gaza perché gli israeliani temevano un attentato, lei è la benvenuta in ogni casa palestinese». I timori che possa succedere qualcosa, però, sono tanti. «I primi giorni, quando eravamo in gruppo, ci hanno messo dietro molti agenti di sicurezza. Adesso ognuno andrà per la sua strada. Conosciamo bene la Palestina e sappiamo che bisogna stare attenti, ma l’eventualità di un rapimento è remota». La Farnesina non è d’accordo: «Sconsigliamo fortemente la presenza a qualsiasi titolo di cittadini italiani nella Striscia di Gaza - spiegano dall’Unità di crisi - Inoltre la Marina Militare Israeliana ha ribadito che impedirà l’accesso a tutti i natanti di qualsiasi nazionalità nelle acque territoriali di Gaza. Il Consolato Generale a Gerusalemme ha fortemente raccomandato ad Arrigoni di esercitare la massima prudenza e di mantenersi in costante contatto, informandolo preventivamente delle iniziative che intenda intraprendere per lasciare Gaza». Lui però fa spallucce: «Se divento un caso ben venga, servirà per sottolineare l’assedio a un milione e mezzo di persone».

amicusplato ha detto...

Carissima Audrey,

ti ho nominato per il Blog Day 2008, per cui ti invio il link relativo:

http://semperamicus.blogspot.com/2008/08/blog-day-2008.html

un affettuoso saluto

Antonio

Anonimo ha detto...

Notizie dal Movimento Free Gaza


"Imbarcazioni della marina israeliana sparano alle barche da pesca disarmate e agli attivisti per i diritti umani".

Per maggiori informazioni contattate
(at sea, off Gaza coast) Vittorio Arrigoni, +972 598 826 516
(at sea, off Gaza coast) Donna Wallach, +972598 836 420
(Cyprus) Greta Berlin, +357 99 081 767 / iristulip@gmail.com
(Cyprus) Osama Qashoo, +357 97 793 595

"At 9:45 am (CEST) news came in that several Israeli vessels are firing on a Palestinian fishing boat with six "Free Gaza" peace activists on board. The activists called from the boat. On the other end in Cyprus the gunfire was said to be audible in the background. The boat had gone out fishing this dawn, the passengers are unarmed and in Gazan waters. The international peace activists on board are George from Greece, Donna and Darlene (USA), Adam from Denmark, Andrew from Scotland and Vik from Italy. Inform your embassies, more news follow. (edited by Anis after a call from Ramzi)"

Gaza, 1° settembre 2008, ore 9:45. E' giunta notizia che parecchi natanti della marina israeliana stanno sparando ad una barca da pesca palestinese con sei attivisti per la pace del movimento Free Gaza a bordo. Gli attivisti hanno chiamato dalla barca. E' stato riferito che i colpi erano udibili da Cipro. La barca era uscita a pesca stamattina all'alba, i passeggeri sono disarmati e si trovano nelle acque di Gaza. Gli attivisti a bordo sono George, dalla Grecia, Donna e Darlene (USA), Adam dalla Danimarca, Andrew dalla Scozia e Vik dall'Italia. Informate le vostre ambasciate, notizie a seguire

Anonimo ha detto...

interessantissimo. peccato dover giocare a erepublik in questo periodo (guerra contro la romania in difesa degli alleati ungheresi) altrimenti sarei totalmente assorto in questo post dall'indubbio contenuto lodevole.
asd

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