mercoledì 14 ottobre 2009

PD OR NOT PD


Prima del dato politico sull’esito della votazione del disegno di legge sulla omofobia mi pongo degli interrogativi di carattere etico sociale:

Perché la diversità continua a fare paura?

Perché questo accanimento ossessivo nei confronti di coloro che non rispecchiano i canoni stereotipati della normalità?
Quasi fosse vitale crederci virili a tutti i costi. Una psicopatia da frustrati. Credo nasconda l’incapacità di ritenersi all’altezza, di essere sempre adeguati ad ogni situazione come se non esserlo ci sprofondi in un isolamento e ai margini della società. Sempre più competitivi, una perenne lotta di sopravvivenza in una giungla irta di ostacoli ed emarginazione. Il modello berlusconiano ripercorre l’etica dell’apparire, sempre e comunque, il migliore .Quale fosse l’unico equilibrio psichico possibile.

Ha ragione Veronica ad affermare che è una malattia. Non importa se il modello genera cadaveri, l’importante è essere ancora vivi. Chiaro che questa ottica di sopravvivenza legittima la furbizia, anzi ne fa un vanto.

Detto questo il fatto politico è il voto contrario espresso dalla Binetti che io vedrei in chiave di appartenenza, come d'altronde lei stessa e la relatrice Paola Concia si interrogano.
La teodem chiede se il partito dei democratici sia aperto a libertà di coscienza o se sia espressione di pensiero unico. La seconda chiede quale sia la vera anima del partito che non può essere ambigua.

In realtà il problema posto dalla Binetti non è corretto. Il quesito deve essere formulato in altri termini: può un partito contenere tutto e il contrario di tutto? La risposta è tanto semplice quanto evidente: NO.
La voce della Binetti non è una voce fuori dal coro, la rappresentazione di una minoranza. No. E’ entità estranea al PD, ai suoi valori alle sue convinzioni e linee guida politiche.

Duole dirlo ma ha ragione Franceschini. Il compito ora è creare il partito, la classe dirigente, ma deve necessariamente passare attraverso il confronto, anche aspro, ma liberatorio. Deve affermare la vera anima che si rispecchia nella questione morale, nel modello di società laico fondato sulla cooperazione e non sulla competitività, sulla tolleranza, delle donne dei gay e di tutte le minoranze, sulla legalità e sul rispetto dell’ambiente. C’è un grande malessere nella società e una richiesta di appartenenza ad un sogno mai morto di un mondo migliore. Hanno un compito difficile ma non impossibile, o si vince o si muore.
PD or not PD?
Questo è il dilemma

4 commenti:

macfeller ha detto...

Ma cosa ha a che fare la Binetti anche con la corrente cristiano sociale che ha sempre tranquillamente convissuto con i partiti di sinistra?

Qual'é il suo progetto politico? Pensa davvero di spostare su posizione filo ratzingeriane un partito come il PD?

Davvero la sua permanenza nel partito è un mistero, e non si può fare a meno di pensare male.

macfeller (un saluto)

Audrey ha detto...

Oggi la Binetti ha dichiarato che appoggerà la candidatura Bersani.
Come suol dirsi poche idee ma confuse in quello che dovrebbe essere il maggior partito italiano di opposizione.
Io, ormai, non credo neppure più si tratti di strategie e tattiche ma solo dell'andar ognuno per sè in un mare magnum.
Un caro saluto Mac e Prim :-)

primlug ha detto...

LA ga Binetti sta nel pd perchè non sa proprio come coniugare la sua scelta religiosa con le tr..... del premier. E' più bigotta lei del papa.

Un abbraccio a tutte e due

rossaura ha detto...

La Binetti appartiene a quell'anima del PD che in contrasto con l'altra (quella laica, tanto per essere chiari) ha immobilizzato fino ad oggi la creazione dell'idea di un partito popolare, riformista e laico. Se il PD rinuncia a questi tre punti allora dovrà chiamarsi PDL come da copione.
L'errore è stato perdere la sinistra a favore del centro. Alcuni rappresentanti di questo centro, ossia i più fondamentalisti stanno presentando il conto. Veltroni ha pagato questa scelta politica. Franceschini e Bersani hanno preso le distanze. Marino le aveva già prese a suo tempo. PD or not PD? PD but not PDL.
Poi la Binetti faccia pure le sue battaglie, ma sarebbe meglio che le facesse in un partito che la rappresenta, non nel PD (almeno questo sarebbe auspicabile).
Ciao a Prim, Audrey e Mac
Ross

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