Obama a cena con gli invitati ed a colloquio con Mark Zuckerberg, fondatore e Presidente di Facebook
Il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha incontrato nel nord della California 12 capi di compagnie di tecnologia e informatica per discutere dei modi di lavorare congiuntamente per promuovere gli investimenti nel campo dell'innovazione e la crescita.
Il portavoce della Casa Bianca Jay Carney ha dichiarato:
"Il presidente ha discusso in particolare delle sue proposte per investire nella ricerca e nello sviluppo e per ampliare gli incentivi per la crescita e il lavoro, oltre che del suo obiettivo di raddoppiare le esportazioni nei prossimi cinque anni".
Alla cena, oltre al Presidente degli Stati Uniti, erano presenti:
*Carol Bartz, president and CEO,Yahoo! *John Chambers, CEO and chairman,Cisco Systems *Dick Costolo, CEO,Twitter *Larry Ellison, co-founder and CEO,Oracle *Reed Hastings, CEO,NetFlix *John Hennessy, president,Stanford University *Steve Jobs, chairman and CEO,Apple *Art Levinson, chairman and former CEO,Genentech *Eric Schmidt, chairman and CEO,Google *Steve Westly, managing partner and founder,Westly Group *Mark Zuckerberg, founder, president and CEO,Facebook
Poiché oggi l’universo mondo si occupa di Barak Obama, incensandolo, lodandolo ed indicandolo come la “personificazione di quel cambiamento” che tutto il mondo si stava aspettando, ma che, come al solito, solo l’America ha il coraggio di attuare (di certo non la “vecchia” Europa), io mi vorrei occupare di McCain aka Mc Babbion.
Faccio una premessa che consiste in una doppia confessione:
1)Credevo che il candidato repubblicano impegnasse più seriamente alle urne Obama
2)In fondo in fondo, a me McCain aka Mcbabbion tanto antipatico, sul piano personale, non stava..Anzi…
Il che non equivale affatto a dire che avrei voluto lui alla casa Bianca, ma equivale a dire che, in fondo in fondo, uno che è stato 5 anni e mezzo prigioniero dei nord vietnamiti nel famigerato Hotel Hanoi (come veniva ironicamente chiamata la prigione per gli ufficiali americani), e ne è uscito vivo.. Beh almeno deve avere 2 @@ così! (Ve li immaginate Gasparri o Bondi prigionieri nell’Hanoi Hotel?..hua hua hua)
Ora fatta la doverosa premessa, veniamo al dunque: il discorso dell’accettazione della sconfitta da parte di McCain.
Leggete questi passaggi pronunciati subito dopo aver telefonato a Obama per congratularsi per aver conquistato la Presidenza “del paese che entrambi amiamo”.
"In una competizione lunga e difficile quale e' stata questa campagna il suo successo merita il mio rispetto per le sue capacita' e la sua perseveranza". "Ma il fatto di essere riuscito a farlo ispirando la speranza di milioni di persone"..."e' qualcosa che ammiro profondamente".
''Dio benedica quello che sara' il mio presidente. Lascio ad Obama e a Biden l'onore di guidarci per i prossimi quattro anni''.
Ecco queste, aldilà di ogni considerazioni e preferenza politica, mi sembrano parole degne di un uomo che si è candidato a guidare ilpaese più potente della terra e, onorevolmente sconfitto, accetta il verdetto del popolo sovrano.
E questo è il modo in cui McNano aka Berlusconi accettò democraticamente la sconfitta elettorale del 2006. Caro Josè Luis Rodriguez Zapatero, dopo cinque anni mi accingo a lasciare la guida del governo italiano ma spero di tornare presto... dopo che saranno state verificate le oltre un milione e centomila schede annullate». Mittente: Silvio Berlusconi.
Inizia così la lettera che l'ex premier ha inviato da Palazzo Chigi al leader spagnolo il 16 maggio scorso: cinque giorni dopo la sconfitta alle elezioni. Una lettera scritta su carta intestata «Il presidente del Consiglio dei Ministri».
«Come probabilmente sai - continua l'ex premier con tono vittimistico - per il particolare sistema elettorale italiano, nonostante il mio personale successo (Forza Italia è di gran lunga il primo partito italiano), la coalizione che guido è risultata globalmente maggioritaria in termini di voti ma minoritaria in termini di rappresentanza parlamentare. Come leader dell'opposizione rappresento comunque il 50,2 per cento del paese e spero di tornare presto al governo dopo che saranno state verificate le oltre un milione e centomila schede annullate».
Seguono ringraziamenti, saluti e, tocco finale: «Ti ricordo che hai un amico che Ti vuole bene! Un forte abbraccio». Firmato: «Silvio».
Ed a questo punto mi rendo conto di quanto siamo caduti in basso, noi qui in Italia… Arrivare ad invidiare all’America McCain .. Mica Obama… Mc Babbionnnnnnnnn Ma vi rendete conto?????????
Ed alla fine Obama ce l’ha fatta. Primo afroamericano ad arrivare alla sfida finale per la Casa Bianca.
"Questa notte si chiude un viaggio storico e ne inizia uno nuovo che ci porterà un'America migliore" con questa parole si presenta davanti a 20 mila democratici a Saint Paul in Minnesota. Ma la situazione in casa del Partito Democratico è tale, che per Obama non c’è nemmeno tempo e maniera di godersi il successo.
Il problema principale per Obama è e rimane Hillary Clinton.
Come osserva il “Los Angeles Times” in questo momento la chiave per i Democratici è l’unità, le ferite inferte in questa battaglia delle Primarie non sono state né poche né lievi. Obama ha reso onore a Hillary, “Lei ha fatto la storia”-ha dichiarato- “ e non solo perché è una donna che ha fatto quello che nessuna donna aveva fatto prima, ma perché dà ispirazione a milioni di americani con la sua forza ed il suo coraggio”. Il tentativo, da parte di Obama, nemmeno troppo celato, è quello di portare dalla sua parte i 18 milioni di democratici che hanno votato per Hillary.
Ma, intanto, come risposta, la Clinton ha fato sapere che non si è ancora arresa. “Non prendo decisioni, non questa notte” facendo notare come nella maggioranza degli Stati considerati maggiormente rappresentativi, la vittoria è stata sua. E’ indubbio, quindi, che il primo test per Obama “Front Runner Democratico” è l’atteggiamento da tenere di fronte alla risolutezza dell’avversaria.
La scelta non è affatto semplice per il candidato afroamericano: da una parte è chiaro che diversi stati chiave hanno ampiamente mostrato di preferire la Clinton, oltre al dato (confermato anche dagli ultimi sondaggi) che Obama non riesce a far breccia nell’elettorato ispanico e cattolico in generale, nelle donne e nella tradizionale working class. Tutti segmenti elettorali che si sono sempre mostrati indispensabili per le vittorie dei presidenti democratici. Dall’altra parte, accogliere ed indicare Hillary come sua vicepresidente, potrebbe far allontanare tutto quell’elettorato che lo ha sostenuto proprio per la sua capacità di presentarsi come qualcosa di davvero “nuovo” nel panorama politico statunitense.
L’impressione generale, da parte di molti analisti, tra cui Dick Morris, già consigliere di Bill Clinton, è che “allearsi con Hillary non porterebbe a Obama un solo voto, se non, forse, quello di Clinton, mentre porterebbe, sicuramente, la presenza ingombrante dell’ex Presidente alla Casa Bianca in caso di vittoria. Senza contare poi, che una buona fetta dell’elettorato che ha appoggiato Hillary lo ha fatto, molto probabilmente, in funzione anti Obama e che quindi si asterrà comunque o voterà McCain.
Già McCain..ecco finalmente pronunciato il nome del vero avversario di Obama, che, però, in campo democratico sembra dimenticato, una figura sullo sfondo, tutti presi, come sono, in questa guerra intestina.
Ed intanto McCain ed lo staff elettorale del partito Repubblicano hanno già iniziato a sferrare i primi affondi. Con questo video messo on line, in cui compaiono Hillary, John Edwards ed altri democratici. Tutti criticano Obama per la vaghezza del suo messaggio politico, per la sua impreparazione e per la carenza di leadership.
Come dire, il Partito repubblicano non ha nemmeno bisogno di lavorare, il materiale anti Obama glielo fornisce già il Partito Democratico.