Prim, la risposta è terribile, ma è l'unica che mi viene (sarò tarda io...)
Perchè siamo dei coglioni (sorry per il francesismo).
Ho provato a dare motivazioni sociologiche, psicologiche, psichiatriche, fenomenologiche e financo epistemologiche. Ma non funzionano. L'unica vera è quella.
mi hai soffiato la risposta per un secondo.Concordo con te. Ps. Biri ha scritto una storia su Lettere al futuro., tanto per raccontare i sogni degli adolescenti, che purtroppo ricordano un po' troppo la nostra realta'- Un saluto depresso, o meglio desrenato
Veramente se ci fossero più coglioni come li intendeva lui, ora LUI sarebbe in pensione e NOI forse saremmo un paese normale.
Invece ci sono solo tanti coglioni come li intendo io, che lo votano e magari applaudono e ridono alle sue stronzate (scusate stasera è la serata dei francesismi, ma quando ce vo' ce vo'...)
beh, sono due giorni che ci penso. Sono due giorni che rifletto su questa elezione di Obama. Ne sono contento? Ovvio, come non esserlo. Perchè sono contento? Per mille motivi. Perchè è un democratico, perchè è un nero, perchè ha sconfitto Bush e il suo lascito dopo due mandati presidenziali più che Mc Cain (una persona seria) ecc. Se tutto ciò è vero, è altrettanto vero che sono, come Rossaura, alquanto diffidente sul rilasciare una patente di affidabilità aprioristicamente.
Non so ovviamente cosa il futuro riserverà sia a lui, come presidente degli USA - con tutto quello che ciò comporta -, e a noi, come italiani e come cittadini del mondo. Rifletto però su una cosa un pò diversa e cioè sulla sua elezione frutto di una mobilitazione (di massa?!- almeno per gli standard americani) a suo favore. Un movimento ampio, trasversale alla società che ha visto coinvolti strati sociali diversi, etnie diverse, culture diverse. Questo mi fa pensare e sperare e dire che è finita un'epoca. Non quella di Bush, ma quella della finanza come motore unico dell'evoluzione. Un'epoca che è durata molto e che più o meno va avanti dal crollo del muro di Berlino. Quella supremazia che ha avuto e che ha i suoi epigoni in Bush ma anche in tanti altri negli USA, in Europa ed in Asia. Direi, o mi piacerebbe pensare che il voto per Obama sia stato un voto contro quel sistema di potere che ha riposto tutte le sue speranze nella finanza stessa, un voto espresso dai cittadini USA, quindi del paese più industrializzato, più potente, più liberista del mondo. Il crogiolo stesso, il brodo di coltura di quella idea stessa di finanza come motore unico. Non solo un voto contro l'amministrazione Bush che ha dato in lascito l'11 settembre, due guerre, una crisi economica epocale. Che Obama sia stato il motore di questa rivolta ne dubito, che ne possa essere l'interprete è un augurio. Un augurio che non sia solo per lui ma per tutti i cittadini degli Usa e del mondo. La speranza è che la sua elezione, sia l'innesco di quella rivoluzione "culturale" che necessita, sia il segno visibile di una rivoluzione "culturale" strisciante, di un sommovimento che sta prendendo forma, che si agita, sta prendendo coscienza. Nel suo motto "Yes, we can" vedo la capacità di vedere lontano. Il tempo dirà se è solo un motto vincente, una parola d'ordine vincente oppure sarà veramente una fortunata e preveggente sintesi della capacità di vedere un mondo diverso e migliore, di governare un mondo diverso e migliore. Una cosa è certa, "yes, we can", possiamo ma anche dobbiamo. E se questo è solo il sintomo di quello che ribolle nella società forse assisteremo veramente ad una nuova rivoluzione "culturale". L'antitesi hegeliana allo status quo esistente. Vedremo poi se e come darà origine alla sintesi. L'importante sarebbe che nascesse quell'antitesi. "Yes, we can".
ciao Franco scrivi più spesso che io apprezzo moltissimo la tua lucidità.
Un movimento così ampio non può essere generato da un solo soggetto, diciamo che è riuscito a dare forma e voce al immenso bisogno di cambiare. Gli americani si sono stancati di seguire quel sogno che non si avverava mai e che si sta tramutando in un incubo. Per questo, perchè è una presa di coscienza collettiva che è andata oltre i pregiudizi, anche se questi nei bianchi americani, non tutti per fortuna, sono duri a morire, affermo che il liberismo, nella forma che intendi tu, è morto Non mi aspetto una rivoluzione e che da domani sia tutto bello e buono, la strada è lunghissima, ma abbiamo imboccato quella giusta. E' un pò come Kennedy, non tutto quello che faceva era condivisibile, però, la linea era simile. La mia preoccupazione è che non faccia la stessa fine
Gli americani sono un popolo di pragmatici. Hanno capito che era ora di cambiare, e lo hanno fatto. Sono convinta che ciò che ha sconfitto realmente McCain sia stata la sua età anagrafica ed il suo tardivo (troppo) prendere le distanze da Bush. Su quast'ultimo ritrado, probabilmente ci sono state molte pressioni da parte del Partito repubblicano, che cmq avrebbe gradito una linea di continuità con Bush. Obama è il nuovo. Comunque. Il segnale (anche simbolico) è inequivocabile.
I rischi (a mio parere) sono 2:
1) Un'aspettativa troppo elevata ed irrealistica rispetto alle sue reali esperienze e capacità (in verità non troppo testate, in questo era meglio Hilary). Insomma che faccia la fine di Jimmy Carter, il produttore di arachidi di Atlanta, inaspettatamente eletto Presidente dopo Ford e che fu poi battuto sonoramente da Reagan e presto dimenticato alla faccia delle tante aspettative.
2) Che il timore di essere "vissuto" come un pro-islamico, un uomo di colore, lo spingano a diventare più realista del re.
9 commenti:
me lo sto ancora chiedendo, ma mi chiedo anche perchè dobbiamo tenercelo?
Prim
Prim, la risposta è terribile, ma è l'unica che mi viene (sarò tarda io...)
Perchè siamo dei coglioni (sorry per il francesismo).
Ho provato a dare motivazioni sociologiche, psicologiche, psichiatriche, fenomenologiche e financo epistemologiche.
Ma non funzionano.
L'unica vera è quella.
mi hai soffiato la risposta per un secondo.Concordo con te.
Ps. Biri ha scritto una storia su Lettere al futuro., tanto per raccontare i sogni degli adolescenti, che purtroppo ricordano un po' troppo la nostra realta'-
Un saluto depresso, o meglio desrenato
@Audrey
ce l'ha detto anche lui che siamo coglioni
Veramente se ci fossero più coglioni come li intendeva lui, ora LUI sarebbe in pensione e NOI forse saremmo un paese normale.
Invece ci sono solo tanti coglioni come li intendo io, che lo votano e magari applaudono e ridono alle sue stronzate (scusate stasera è la serata dei francesismi, ma quando ce vo' ce vo'...)
Enjoy:
http://www.guardian.co.uk/world/2008/nov/06/italy-barackobama
:D
Comunque McNano è solo invidioso perché Obama è bello e intelligente mentre lui è un cesso e pure idiota.
:P
So che è imbarazzante ormai... ma compatiamolo. :)
beh, sono due giorni che ci penso. Sono due giorni che rifletto su questa elezione di Obama. Ne sono contento? Ovvio, come non esserlo. Perchè sono contento? Per mille motivi. Perchè è un democratico, perchè è un nero, perchè ha sconfitto Bush e il suo lascito dopo due mandati presidenziali più che Mc Cain (una persona seria) ecc. Se tutto ciò è vero, è altrettanto vero che sono, come Rossaura, alquanto diffidente sul rilasciare una patente di affidabilità aprioristicamente.
Non so ovviamente cosa il futuro riserverà sia a lui, come presidente degli USA - con tutto quello che ciò comporta -, e a noi, come italiani e come cittadini del mondo.
Rifletto però su una cosa un pò diversa e cioè sulla sua elezione frutto di una mobilitazione (di massa?!- almeno per gli standard americani) a suo favore. Un movimento ampio, trasversale alla società che ha visto coinvolti strati sociali diversi, etnie diverse, culture diverse.
Questo mi fa pensare e sperare e dire che è finita un'epoca. Non quella di Bush, ma quella della finanza come motore unico dell'evoluzione.
Un'epoca che è durata molto e che più o meno va avanti dal crollo del muro di Berlino. Quella supremazia che ha avuto e che ha i suoi epigoni in Bush ma anche in tanti altri negli USA, in Europa ed in Asia.
Direi, o mi piacerebbe pensare che il voto per Obama sia stato un voto contro quel sistema di potere che ha riposto tutte le sue speranze nella finanza stessa, un voto espresso dai cittadini USA, quindi del paese più industrializzato, più potente, più liberista del mondo. Il crogiolo stesso, il brodo di coltura di quella idea stessa di finanza come motore unico. Non solo un voto contro l'amministrazione Bush che ha dato in lascito l'11 settembre, due guerre, una crisi economica epocale.
Che Obama sia stato il motore di questa rivolta ne dubito, che ne possa essere l'interprete è un augurio. Un augurio che non sia solo per lui ma per tutti i cittadini degli Usa e del mondo. La speranza è che la sua elezione, sia l'innesco di quella rivoluzione "culturale" che necessita, sia il segno visibile di una rivoluzione "culturale" strisciante, di un sommovimento che sta prendendo forma, che si agita, sta prendendo coscienza. Nel suo motto "Yes, we can" vedo la capacità di vedere lontano. Il tempo dirà se è solo un motto vincente, una parola d'ordine vincente oppure sarà veramente una
fortunata e preveggente sintesi della capacità di vedere un mondo diverso e migliore, di governare un mondo diverso e migliore. Una cosa è certa, "yes, we can", possiamo ma anche dobbiamo. E se questo è solo il sintomo di quello che ribolle nella società forse assisteremo veramente ad una nuova rivoluzione "culturale". L'antitesi hegeliana allo status quo esistente. Vedremo poi se e come darà origine alla sintesi. L'importante sarebbe che nascesse quell'antitesi.
"Yes, we can".
ciao Franco scrivi più spesso che io apprezzo moltissimo la tua lucidità.
Un movimento così ampio non può essere generato da un solo soggetto, diciamo che è riuscito a dare forma e voce al immenso bisogno di cambiare. Gli americani si sono stancati di seguire quel sogno che non si avverava mai e che si sta tramutando in un incubo. Per questo, perchè è una presa di coscienza collettiva che è andata oltre i pregiudizi, anche se questi nei bianchi americani, non tutti per fortuna, sono duri a morire, affermo che il liberismo, nella forma che intendi tu, è morto
Non mi aspetto una rivoluzione e che da domani sia tutto bello e buono, la strada è lunghissima, ma abbiamo imboccato quella giusta. E' un pò come Kennedy, non tutto quello che faceva era condivisibile, però, la linea era simile. La mia preoccupazione è che non faccia la stessa fine
Yes we can
Prim massimo
Gli americani sono un popolo di pragmatici.
Hanno capito che era ora di cambiare, e lo hanno fatto.
Sono convinta che ciò che ha sconfitto realmente McCain sia stata la sua età anagrafica ed il suo tardivo (troppo) prendere le distanze da Bush.
Su quast'ultimo ritrado, probabilmente ci sono state molte pressioni da parte del Partito repubblicano, che cmq avrebbe gradito una linea di continuità con Bush.
Obama è il nuovo. Comunque. Il segnale (anche simbolico) è inequivocabile.
I rischi (a mio parere) sono 2:
1) Un'aspettativa troppo elevata ed irrealistica rispetto alle sue reali esperienze e capacità (in verità non troppo testate, in questo era meglio Hilary).
Insomma che faccia la fine di Jimmy Carter, il produttore di arachidi di Atlanta, inaspettatamente eletto Presidente dopo Ford e che fu poi battuto sonoramente da Reagan e presto dimenticato alla faccia delle tante aspettative.
2) Che il timore di essere "vissuto" come un pro-islamico, un uomo di colore, lo spingano a diventare più realista del re.
Vedremo...
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