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L’annuncio, da parte del Ministro Bondi e del Sottosegretario Giro, di avviare le procedure per il commissariamento delle Soprintendenze Archeologiche di Roma e di Ostia con sistemi di Protezione Civile, ai quali si ricorre straordinariamente in situazioni di calamità, appare grave e immotivato.
Non a caso esso ha mobilitato archeologi, architetti, esperti, tecnici e il personale tutto dei due uffici del Ministero.
L’appello lanciato il 2 febbraio su www.patrimoniosos.it, ha raccolto l’adesione di circa 4000 firmatari della comunità scientifica internazionale, di archeologi e della società civile.
A tre settimane dalla notizia lo stesso commissario in pectore Bertolaso ha dichiarato che non è ancora stata effettuata alcuna constatazione tecnica dalla protezione civile.
A oggi l’area archeologica romana viene presentata come se fosse in stato di assoluto abbandono, degrado e pericolo insinuando il concetto di incapacità a farvi fronte da parte delle Soprintendenze.
http://www.articolo21.info/8081/notizia/no-al-commissariamento-delle-soprintendenze.html
Sulla vicenda, Italia Nostra ha dichiarato:
Siamo sorpresi e preoccupati dalla decisione di commissariare l’Area archeologica centrale di Roma e gli scavi di Ostia Antica,
E’ poi offensivo equiparare il marasma e la vulnerabilità degli scavi di Pompei con la gestione rigorosa dei Fori, del Colosseo, del Palatino e della stessa Ostia Antica.
Anzi possiamo tranquillamente affermare – prosegue il comunicato stampa - che la Soprintendenza Archeologica statale di Roma, ha prodotto a partire dagli anni ’80, le opere di più grande prestigio di cui Roma si possa fregiare:
il nuovo Museo Archeologico di Palazzo Massimo,
il nuovo Museo con area archeologica della Cripta Balbi,
il Museo Archeologico di Palazzo Altemps,
l’imposizione di una nuova piazza davanti all’Ospedale del Celio e alle costruzioni di Claudiano,
la riapertura di nuove sale alle Terme di Diocleziano e
i mirabili parchi archeologici della Villa dei Quintili, di Gabi, Malborghetto e la Villa di Livia, etc".
Commissionare l’area archeologica centrale appare come sconfessare quella Soprintendenza che è nota in tutta Italia per essere una delle migliori.
Non vediamo in tutto questo cosa ci possa guadagnare un Sindaco di Roma, che dopo aver salvato il Pincio, intenda proseguire secondo delle regole di trasparenza nella tradizione della romanità".
http://www.ilvelino.it/articolo.php?Id=761222
Non lo vediamo davvero?
Non appare un po’ “strano” che improvvisamente i controllori ed i controllati sull’idoneità edificabile archeologica (idoneità quasi sempre necessaria a Roma e dintorni) delle aree diverranno un unico soggetto?
Chi controllerà i controllori? Loro stessi?