lunedì 29 settembre 2008
Voto dei giovanissimi al grido "Vienna non può diventare Istanbul"… Ecco come l’estrema destra raggiunge il 30% in Austria
I risultati delle lezioni politiche anticipate, appena svolte in Austria, hanno premiato inequivocabilmente l’estrema destra.
I risultati elettorali danno i Socialdemocratici al 30% e i Popolari, partito del centro moderato, al 26%, rispettivamente in calo dal 35% e 34% ottenuto nel 2006.
Per entrambi è il peggiore risultato dalla fine della Seconda guerra mondiale.
L'estrema destra del Partito della libertà di Heinz-Christian Strache ha ottenuto il 18%, contro l'11% di due anni fa, mentre l'altra formazione populista di destra, l'Alleanza per il futuro dell'Austria di Joerg Haider, ha preso l'11%, triplicando i voti dal 2006.
Un’alleanza governativa tra questi 2 partiti risulta assai improbabile, a causa delle divergenze personali tra i loro due leader: il 39enne Heinz-Christian Strache, nuovo volto della destra, è l’ex pupillo di Jeorg Haider e, quindi, il nuovo governo verrà nuovamente affidato , nonostante la sconfitta, alla coalizione Spoe (socialdemocratici) e Oevp (Popolari)
Ma quello che interessa veramente gli analisti politici europei, è capire le motivazioni che hanno portato il 30% degli austriaci a votare per l’estrema destra.
“In questo paese c’è sempre stata una forte tendenza anti europeista e un discreta paura dello straniero.
La campagna elettorale della Bzoe e della Fpoe è stata tutta incentrata su questi temi, con la promessa di una politica fortemente restrittiva nei confronti degli immigrati, e l’assicurazione di garantire più sicurezza, con una maggiore presenza di polizia nelle strade. Gli austriaci li hanno premiati”.
Ha dichiarato Conrad Seild, capo della redazione interni del quotidiano viennese Der Standard.
Va sottolineato, inoltre, come per la prima volta a questa elezione in Austria, hanno votato anche duecentomila giovani di 16 e 17 anni e, secondo molti opinionisti, il loro apporto sarebbe stato fondamentale per il trionfo dell’estrema destra.
Riassumendo, i punti vincenti di questa destra austriaca xenofoba e razzista
risultano essere stati:
No all’U.E.
Maggiore sicurezza e polizia nelle strade
Slogan tipo «Vienna non può diventare Istanbul»
Una tendenza xenofoba ed antieuropeista tra i giovanissimi
Qualcosa che a noi italiani suona come già sentito…
http://blog.panorama.it/mondo/2008/09/29/no-allue-e-no-agli-immigrati-ecco-perche-in-austra-ha-vinto-lestrema-destra/
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Mondo/2008/09/austria-elezioni.shtml?uuid=eda996c0-8d7c-11dd-98db-4cccbd810836&DocRulesView=Libero
http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=79442
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mercoledì 24 settembre 2008
Il Manifesto: fateci uscire!! Come la Finanziaria di Tremonti servirà a fare pulizia etnica dell’informazione
Stanno passando sotto silenzio (e potrebbe essere altrimenti? vista la situazione in cui ormai versa l’informazione in questo paese…) i tagli previsti ed operati dal governo Berlusconi nella Finanziaria ai fondi erogati per l'editoria cooperativa e politica.
Oltre agli aspetti (per nulla secondari e marginali) che questi tagli comporteranno in termini di diminuzione di posti di lavoro ed occupazione tra giornalisti e poligrafici, è importante sottolineare come cambia (in base a questa nuova norma) il meccanismo decisionale per l’elargizione dei fondi.
Non sarà più lo stato (con le sue leggi) a sostenere giornali, radio, tv che non hanno un padrone né scopi di lucro.
Sarà il governo (con i suoi regolamenti) a elargire qualcosa, se qualcosa ci sarà al fondo del bilancio annuale.
Specchio fedele di una «cultura» politica che, dall'alto di un oligopolio informativo, trasforma i diritti in concessioni, i cittadini in sudditi.
Riprendo oltre alle parole su citate un’altra “terribilmente” splendida espressione contenuta nell’editoriale del Manifesto:
il senso politico-culturale dell'operazione è una sorta di pulizia etnica dell'informazione, il considerare la comunicazione giornalistica una merce come tante altre.
Ed è la filosofia che ha colpito in questi ultimi anni tanti altri beni comuni, dal lavoro all'acqua.
Questa è la realtà, siamo un paese a cui il potere sta mettendo il bavaglio e la cosa più grave è che a nessuno importa e tutto questo sta passando sotto silenzio, tra l'indifferenza generale.
http://www.ilmanifesto.it/oggi/art79.html
http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=79283
http://www.agi.it/cronaca/notizie/200809241022-cro-rt11019-art.html
martedì 23 settembre 2008
2 paesi del bresciano scelgono di andare con Trento. Proprio vero che c’è sempre qualcuno più a nord di te, che ti considera un terrone da evitare…
Domenica e lunedì in 2 paesi del Bresciano (Valvestino e Magasa) si è svolto un referendum popolare per abbandonare l’appartenenza alla provincia di Brescia , ed andare a confluire in quella autonoma di Trento.
Il pericolo maggiore che si prospettava per i promulgatori del referendum, era il non riuscire a raggiungere il quorum, visto che molti residenti lavorano lontano dai paesi.
Pericolo facilmente scongiurato:
99 votanti a Magasa (ne servivano 88 sui 174 aventi diritto) e 126 votanti a Valvestino (necessari erano 122 su 241 aventi diritto).
Pochissimi coloro che si sono espressi contro l’abbandono della provincia lombarda: 19 nel primo comune, 37 nel secondo.
Morale della favola: c’è sempre qualcuno più a nord di te, che ti considera un terrone da evitare.
Leghisti bresciani..Terun!!
http://www.quibrescia.it/index.php?/content/view/7920/1/
mercoledì 17 settembre 2008
Il video dell'attacco di ieri ai pescherecci, con Vik...
Aggiornamento del 17/09 pomeriggio: ecco il video su Youtube di quello che è accaduto ieri.
Una piccola postilla personale:
Sinceramente sono rimasta un po' stupita e sfavorevolmente colpita da alcuni commenti polemici apparsi su OKNO (ringrazio Rossaura per aver postato).
Credo che si possa anche non condividere le idee del FreeGaza Mov. e quello che Vik e compagni stanno facendo, ma mettere in dubbio la loro buona fede e insinuare che il tutto sia solo una montatura esagerata, per mettersi in mostra..Boh...
Quando ho cominciato a frequentare la blogosfera, avevo sperato che fosse diversa..anche solo un pochino, dalla mediocrità, dalle invidie e dai grigiori della vita "Live".
Probabilmente mi sbagliavo (fatte le debite eccezioni, in questa dimensione ho conosciuto anche persone speciali, ma questo accade anche nella vita).
Audrey
martedì 16 settembre 2008
Guerrilla leggermente ferito durante la battuta di pesca di oggi. Ecco gli aggiornamenti...
Circa un'ora fa ho ricevuto questa mail da Marele:
ho appena sentito Vittorio dal peschereccio su cui stavano pescando.
Una nave israeliana, più grande del solito, li ha investiti con un getto d'acqua potentissimo che ha distrutto i vetri della cabina da cui Vittorio stava guidando la barca.
Fortunatamente si è girato in tempo, ma non ha potuto evitare che la schiena fosse colpita e ferita da parecchi pezzi di vetro.
Attualmente sono ancora in mare.
Un ulterioriore gesto di aggressione mentre i pescatori e i due internazionali a bordo stavano solamente pescando.
Ho telefonato allora a Vik per accertarmi delle sue condizioni:
sta abbastanza bene seppure un po' sotto shock.
Stanno raggiungendo le coste di Gaza da dove lo porteranno al pronto Soccorso per verificare lo stato della schiena.
Gli dovranno mettere alcuni punti e soprattutto pulire la schiena dalle schegge di vetro.
Mi ha raccontato che per tutto il giorno il peschereccio, su cui era a bordo, è stato seguito da 2 imbarcazioni della Marina Militare Israeliana, che sparavano continuamente acqua da un cannone.
Ad un certo punto l'intensità del getto è stata aumentata notevolmente, fino ad arrivare a fracassare i vetri della cabina di pilotaggio in cui Vik stava.
I vetri si sono infranti in mille schegge, lui è riuscito a voltarsi in tempo, ed è stato colpito alla schiena e non al viso.
Appena avrò ulteriori aggiornamenti, verranno scritti sul Blog.
Ricordiamo ancora una volta che le barche palestinesi si limitano ad esercitare attività di pesca. Niente altro.
Ps Dimenticavo..Vik mi ha detto di aver parlato con un corrispondente dell'ANSA sul tutto. Vedremo se usciranno comunicati
domenica 14 settembre 2008
Oggi il mio Genoa mi ha mandata in Paradiso :-) Il Grifone vola con Milito ed il Milan sta a ZERO. Evvaiii
Solitamente qui su LogicoKaos non parlo di calcio, anche se per me il calcio rappresenta una delle cose più belle della vita.
Lo so dette da una donna queste parole suonano strane, ma quando a 4 anni stai già sugli spalti di Marassi a guardare attenta le partite del Genoa Cricket and Football Club, perché tuo padre abbonato da una vita, nato a 100 metri dallo stadio, pensa sia il modo più naturale per passare la domenica pomeriggio con la figlioletta...
Ogni cosa si spiega.
Beh, come tutti i genoani, sembro nata per soffrire..Ma OGGI NO!!!
Quando l’immenso Diego Milito (appena ritornato in maglia rossoblu) ha messo alla spalle di Abbiati il 2 a 0 e l’impietosa regia di Sky ha inquadrato la faccia dei Galliani Father & Son….
WOOOOOWWWWWWWWcome ho goduto con tutta me stessa..
Credo che nemmeno avere a disposizione DEPP una notte tutto per me potrebbe equivalere
(Boh..non so.. forse questo è esagerato.. ci penserò):-D
Ecco si nasce per vivere anche momenti di gioia come questi!
GENOA –MILAN 2 a 0
MILAN a 0 (leggasi ZERO) punti, in fondo alla classifica insieme al Cagliari.
Bentornato Principe!
giovedì 11 settembre 2008
Liberation: Le donne preferiscono le Maserati. Vedi che anche a sinistra gli uomini cominciano a capire noi donne!
LIBERATION: LES FEMMES PREFERENT LES MASERATI
http://next.liberation.fr/article/les-femmes-preferent-les-maserati
Una compagnia di Assicurazioni Inglese (la Hiscox) ha commissionato una ricerca di mercato su le automobili, gli uomini, le donne ed il tasso di testosterone.
Il risultato finale è chiaro: Le donne preferiscono le Maserati.
40 uomini e donne sono stati sottoposti a dei test ed hanno ascoltato il motore di 3 automobili di lusso italiane e di 1 Polo Volkswagen.
Tutti hanno registrato un tasso di testosterone più elevato dopo aver ascoltato il rombo del motore delle vetture italiane.
Le donne sono risultate particolrmente eccitate dalla Maserati, mentre gli uomini sono stati maggiormente sollecitati dalla Lamborghini.
Lo studio ha inoltre dimostrato che i picchi di testosterone erano particolrmente presenti proprio in quelle stesse donne che avevano dichiarato di non provare alcun interesse per le automobili.
Su un punto i risultati della ricerca sono chiari : la vettura di lusso eccita maggiormente dell’utilitaria.
E questo contraddice ciò che ha recentemente dichiarato la General Motors:
che 9 donne su 10 preferiscono un uomo su una vettura comume che un uomo alla guida di una Porsche.
Le donne preferiscono le grosse cilindrate.
Alcune considerazioni sparse su questo articolo di Liberation…
1) Però questa gauche quanto sta diventando frivola!
Un articolo simile sul Manifesto sarebbe possibile ???
2) Però fa piacere che le 3 auto di lusso fossero tutte italiane ed il prodotto derelitto tedesco…hihihihi
3) In effetti la Maserati è la Maserati, ed anche se al volante non c’è George Clooney chissene…
4) Gli americani come al solito non capiscano una cippa…
Parlano di auto di lusso e nominano la Porsche..allora meglio l’Alfa di Dustin Hoffmann el Laureato!
Meno male che esistono ancora i britannici con il loro stile e fanno il test utilizzando Lamborghini e Maserati (chissà la terza quale era…)
5) Vabbeh per oggi ci siamo dati al sogno erotico/consumistico..però rigorosamente riportato da un giornale intellettuale di gauche :-D
Bye Bye a tout le monde
Audrey :-)
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lunedì 8 settembre 2008
Semplicemente grazie a tutti voi! By Marele
Osama said good-bye to Vik
Quando Audrey, che ringrazio immensamente, mi ha proposto di usufruire dell'ospitalità del suo blog e scrivere qualcosa di mio relativamente alla missione di Vik e del Free Gaza Movement, non ho esitato nemmeno un secondo prima di accettare con entusiasmo.
E' già passato qualche anno, infatti, da quando per una scelta meditata e mai rimpianta, è calato serenamente il sipario sul blog che per molto tempo mi ha rappresentato e, in questo particolare momento del mio vivere, potermi riaffacciare ad una finestra pubblica per condividere con molti di voi il mio pensiero è stato un regalo preziosissimo.
Di questo straordinario progetto, del suo compimento, di come si stia sviluppando giorno dopo giorno attraverso l'impegno di molti, molti più di quanto possiamo immaginare, non vorrei parlare in questa sede, per quanto strano vi possa sembrare.
Non ne voglio parlare perché molti l'hanno fatto e continuano a farlo egregiamente e sono convinta che ognuno di voi, se si trova qui, di fronte a questo schermo, ne ha letto e discusso con interesse e trepidazione e, laddove ancora non l'avesse fatto, sono certa che saprebbe a quali fonti attingere informazioni e dettagli.
Vorrei qui, oltrepassando e dando per scontata la dimensione delle date, dei numeri, delle azioni intraprese e pianificate, riflettere sul significato profondo che quanto accaduto e sta accadendo ha assunto.
Per me.
Per molti di mia diretta conoscenza.
Per moltissimi di mia indiretta, ma pur sempre profonda, conoscenza.
E per molti altri di cui non so, ma di cui posso intuire.
Ho imparato, fin da bambina, a conoscere bene il senso di impotenza e di rassegnazione che si genera dentro di noi di fronte a situazioni palesemente ingiuste, caratterizzate da aberrazioni dell'umanità e dalla perversione di quelli che dovrebbero essere i valori fondamentali a sostegno del vivere comune.
Sentirsi schiacciati da sistemi che si muovono come ingranaggi incomprensibili e potentissimi, vuoi che si tratti del paese in cui siamo nati o dell'angolo più lontano del pianeta.
Sperimentare la rabbia e il dolore di fronte a soprusi compiuti nel nome dei più disparati dèi, senza che faccia alcuna differenza che i relativi altari si trovino in un edificio religioso, in una banca o in un palazzo di governo.
L'indignazione scaturisce in ognuno di noi più o meno intensamente a seconda della nostra natura, della nostra sensibilità, del coraggio ad aprire gli occhi e voler guardare e capire cosa accade al di fuori delle nostre quattro mura domestiche.
In alcuni l'indignazione non scaturisce mai. Ma di costoro la Storia non conserva traccia.
Ho imparato, poi, che quel senso di impotenza seminato dentro le nostre anime può partorire figli molto diversi.
Può diventare un alibi, causa di immobilità e giustificazione all'ignavia.
E può diventare forza e determinazione, caparbietà, spinta al cambiamento, volontà di rischiare e spendersi generosamente nel nome di un credo.
Di tempi oscuri questo pianeta ne ha vissuti, non sono certa di esserci stata, ma sono certa di esserci ora con occhi spalancati sul mondo e anima attenta. E se si tratti di un Medioevo non saprei dire, lo dirà il futuro. Ma certamente quanto ci circonda, nel nostro bel paese come altrove, non è per nulla confortante.
Ed è per questo che, qui ed ora, voglio ringraziare Vik e i suoi compagni di avventura.
Voglio, più di ogni altra cosa, ringraziare Vik per esistere a questo mondo e nel mio mondo.
Ringraziarlo dal profondo del mio cuore, che è il suo, per essere l'uomo che è, per la sua intelligenza lucida, per il suo talento e la sua sensibilità, per il suo cuore mai avido, per lo scambio continuo che mi arricchisce.
Per avermi insegnato cosa siano la coerenza e il coraggio, per avermelo insegnato non solo raggiungendo le coste di Gaza, ma ogni giorno nutrendomi con la bellezza della sua anima, una goccia dopo l'altra, rendendomi una persona migliore.
E voglio ringraziare pubblicamente tutti i partecipanti alla missione per essere diventati esempio, modello, un precedente a cui poter fare riferimento nel futuro a breve e lungo termine.
Perché il 23 agosto non è stato sconfitto solo l'assedio di Gaza, il 23 agosto è stata sconfitta la mafia di ogni paese, è stata riportata la pace in ogni angolo di mondo martoriato da un conflitto armato, è stato nutrito ogni bambino affamato,
curato ogni essere umano finora lasciato ingiustamente morire solo per essere nato nell'emisfero sbagliato del pianeta,è stata ridata dignità agli animali e alla natura,è stata riconsegnata la voce a chi non poteva parlare e la libertà a chi aveva parlato e per questo l'aveva persa.
Si chiama speranza e quando qualcuno ce la restituisce gli saremo debitori, per sempre.
Lascio qui una parte di un brano che da tempo appartiene a Vik, ma che sono certa non sarà dispiaciuto di ritrovare in parte qui, ora che finalmente sta riempiendo i contorni della sua biografia:
"…è questo che in tante vite è andato smarrito:
il senso della propria vocazione,
ovvero che c'è una ragione per cui si è vivi.
NON la ragione per cui vivere;
NON il significato della vita in generale
o la filosofia di un credo religioso.
Ma la sensazione che esiste un motivo per cui la mia persona
che è unica e irripetibile,
è al mondo
e che esistono cose alle quali mi devo dedicare al di là del quotidiano
e che al quotidiano conferiscono la sua ragion d'essere.
La sensazione che il mondo, in qualche modo, vuole che io esista.
La sensazione che ciascuno è responsabile di fronte a un'immagine innata
i cui contorni va riempiendo nella propria biografia."
James Hillman - Il codice dell'anima
PS
ringrazio dal profondo del mio cuore Davide Mattiello di Libera, Tonio Dall'Olio di Libera Internazionale, Don Nando Capovilla di Pax Christi, Ettore Acocella di Assopace, Angela Lano di Infopal, Alessia De Luca di Misna, Ali Rashid, Davide Casati del Corriere della Sera e tutti coloro che fin dagli albori di questa avventura mi hanno aiutato ad essere un ponte forte ed efficace per informare a gran voce questo paese spesso dormiente.
Marele
Quando Audrey, che ringrazio immensamente, mi ha proposto di usufruire dell'ospitalità del suo blog e scrivere qualcosa di mio relativamente alla missione di Vik e del Free Gaza Movement, non ho esitato nemmeno un secondo prima di accettare con entusiasmo.
E' già passato qualche anno, infatti, da quando per una scelta meditata e mai rimpianta, è calato serenamente il sipario sul blog che per molto tempo mi ha rappresentato e, in questo particolare momento del mio vivere, potermi riaffacciare ad una finestra pubblica per condividere con molti di voi il mio pensiero è stato un regalo preziosissimo.
Di questo straordinario progetto, del suo compimento, di come si stia sviluppando giorno dopo giorno attraverso l'impegno di molti, molti più di quanto possiamo immaginare, non vorrei parlare in questa sede, per quanto strano vi possa sembrare.
Non ne voglio parlare perché molti l'hanno fatto e continuano a farlo egregiamente e sono convinta che ognuno di voi, se si trova qui, di fronte a questo schermo, ne ha letto e discusso con interesse e trepidazione e, laddove ancora non l'avesse fatto, sono certa che saprebbe a quali fonti attingere informazioni e dettagli.
Vorrei qui, oltrepassando e dando per scontata la dimensione delle date, dei numeri, delle azioni intraprese e pianificate, riflettere sul significato profondo che quanto accaduto e sta accadendo ha assunto.
Per me.
Per molti di mia diretta conoscenza.
Per moltissimi di mia indiretta, ma pur sempre profonda, conoscenza.
E per molti altri di cui non so, ma di cui posso intuire.
Ho imparato, fin da bambina, a conoscere bene il senso di impotenza e di rassegnazione che si genera dentro di noi di fronte a situazioni palesemente ingiuste, caratterizzate da aberrazioni dell'umanità e dalla perversione di quelli che dovrebbero essere i valori fondamentali a sostegno del vivere comune.
Sentirsi schiacciati da sistemi che si muovono come ingranaggi incomprensibili e potentissimi, vuoi che si tratti del paese in cui siamo nati o dell'angolo più lontano del pianeta.
Sperimentare la rabbia e il dolore di fronte a soprusi compiuti nel nome dei più disparati dèi, senza che faccia alcuna differenza che i relativi altari si trovino in un edificio religioso, in una banca o in un palazzo di governo.
L'indignazione scaturisce in ognuno di noi più o meno intensamente a seconda della nostra natura, della nostra sensibilità, del coraggio ad aprire gli occhi e voler guardare e capire cosa accade al di fuori delle nostre quattro mura domestiche.
In alcuni l'indignazione non scaturisce mai. Ma di costoro la Storia non conserva traccia.
Ho imparato, poi, che quel senso di impotenza seminato dentro le nostre anime può partorire figli molto diversi.
Può diventare un alibi, causa di immobilità e giustificazione all'ignavia.
E può diventare forza e determinazione, caparbietà, spinta al cambiamento, volontà di rischiare e spendersi generosamente nel nome di un credo.
Di tempi oscuri questo pianeta ne ha vissuti, non sono certa di esserci stata, ma sono certa di esserci ora con occhi spalancati sul mondo e anima attenta. E se si tratti di un Medioevo non saprei dire, lo dirà il futuro. Ma certamente quanto ci circonda, nel nostro bel paese come altrove, non è per nulla confortante.
Ed è per questo che, qui ed ora, voglio ringraziare Vik e i suoi compagni di avventura.
Voglio, più di ogni altra cosa, ringraziare Vik per esistere a questo mondo e nel mio mondo.
Ringraziarlo dal profondo del mio cuore, che è il suo, per essere l'uomo che è, per la sua intelligenza lucida, per il suo talento e la sua sensibilità, per il suo cuore mai avido, per lo scambio continuo che mi arricchisce.
Per avermi insegnato cosa siano la coerenza e il coraggio, per avermelo insegnato non solo raggiungendo le coste di Gaza, ma ogni giorno nutrendomi con la bellezza della sua anima, una goccia dopo l'altra, rendendomi una persona migliore.
E voglio ringraziare pubblicamente tutti i partecipanti alla missione per essere diventati esempio, modello, un precedente a cui poter fare riferimento nel futuro a breve e lungo termine.
Perché il 23 agosto non è stato sconfitto solo l'assedio di Gaza, il 23 agosto è stata sconfitta la mafia di ogni paese, è stata riportata la pace in ogni angolo di mondo martoriato da un conflitto armato, è stato nutrito ogni bambino affamato,
curato ogni essere umano finora lasciato ingiustamente morire solo per essere nato nell'emisfero sbagliato del pianeta,è stata ridata dignità agli animali e alla natura,è stata riconsegnata la voce a chi non poteva parlare e la libertà a chi aveva parlato e per questo l'aveva persa.
Si chiama speranza e quando qualcuno ce la restituisce gli saremo debitori, per sempre.
Lascio qui una parte di un brano che da tempo appartiene a Vik, ma che sono certa non sarà dispiaciuto di ritrovare in parte qui, ora che finalmente sta riempiendo i contorni della sua biografia:
"…è questo che in tante vite è andato smarrito:
il senso della propria vocazione,
ovvero che c'è una ragione per cui si è vivi.
NON la ragione per cui vivere;
NON il significato della vita in generale
o la filosofia di un credo religioso.
Ma la sensazione che esiste un motivo per cui la mia persona
che è unica e irripetibile,
è al mondo
e che esistono cose alle quali mi devo dedicare al di là del quotidiano
e che al quotidiano conferiscono la sua ragion d'essere.
La sensazione che il mondo, in qualche modo, vuole che io esista.
La sensazione che ciascuno è responsabile di fronte a un'immagine innata
i cui contorni va riempiendo nella propria biografia."
James Hillman - Il codice dell'anima
PS
ringrazio dal profondo del mio cuore Davide Mattiello di Libera, Tonio Dall'Olio di Libera Internazionale, Don Nando Capovilla di Pax Christi, Ettore Acocella di Assopace, Angela Lano di Infopal, Alessia De Luca di Misna, Ali Rashid, Davide Casati del Corriere della Sera e tutti coloro che fin dagli albori di questa avventura mi hanno aiutato ad essere un ponte forte ed efficace per informare a gran voce questo paese spesso dormiente.
Marele
venerdì 5 settembre 2008
Aggiornamenti da Gaza, con il video del mitragliamento israeliano al peschereccio palestinese su cui stava Vik..
Prima di tutto vi segnalo il nuovo articolo pubblicato da Vik sul suo blog.
Contiene la cronaca della battuta di pesca fatta qualche giorno fa da alcuni pescherecci palestinesi a largo di Gaza.
Su uno di quei pescherecci stava Vik, ad un certo punto hanno subito l’attacco da parte della Marina israeliana, con raffiche di mitragliatrice sparate da una nave da guerra.
http://guerrillaradio.iobloggo.com/
C’è anche un video messo da Vik su Youtube che documenta il tutto:
Quello che vi chiediamo è di diffondere questo video, in modo che sia chiara a tutti la condizione in cui versano gli abitanti di Gaza:
un’enorme prigione a cielo aperto.
Ricordiamo qui, ancora una volta, che i pescherecci stavano semplicemente lavorando, cercando di procurare il sostentamento per le proprie famiglie.
Negli anni '90, quando le barche dei pescatori potevano allontanarsi dalle coste di circa 12 miglia nautiche dalle coste della Striscia, i pescatori riuscivano a portare a riva, rivendere e anche esportare fino a 3.000 tonnellate di pesce ogni anno. Nel 2007 solo circa 500 tonnellate di pesce all'anno sono state pescate in tutto dagli oltre 3.500 pescatori professionisti lungo i 40 km costieri della Striscia a Gaza; di questi, solo 700 sono ancora impiegati in un settore che dava lavoro ad almeno 40.000 persone, tra meccanici, pescivendoli e migliaia di famiglie di pescatori locali.
Domani Vik ad altri attivisti di FreeGaza usciranno nuovamente al largo di Gaza con i pescherecci palestinesi, per una nuova battuta di pesca.
Con loro, a bordo ci saranno giornalisti del Primo Canale TV tedesco per un reportage su FreeGaza e corrispondenti arabi.
Inshallah ed incrociamo le dita.
Chissà quando anche i mass media italiani si interesseranno alla faccenda..ma forse è chiedere loro troppo.
Sono troppo impegnati a seguire Calderoli e co. nelle loro imperdibili esternazioni.
Ps postilla personale
Ho parlato con Vik al telefono mercoledì scorso, sta bene anche se era un po’ inc… per quello che era avvenuto durante la battuta di pesca.
Altra preoccupazione era dovuta al fatto che ora nei paesi musulmani è tempo di Ramadam e ciò comporta una certa difficoltà a procurarsi birra :-)
Un caro saluto a tutti coloro che passeranno da questa parti.
Un abbraccio, Audrey
Contiene la cronaca della battuta di pesca fatta qualche giorno fa da alcuni pescherecci palestinesi a largo di Gaza.
Su uno di quei pescherecci stava Vik, ad un certo punto hanno subito l’attacco da parte della Marina israeliana, con raffiche di mitragliatrice sparate da una nave da guerra.
http://guerrillaradio.iobloggo.com/
C’è anche un video messo da Vik su Youtube che documenta il tutto:
Quello che vi chiediamo è di diffondere questo video, in modo che sia chiara a tutti la condizione in cui versano gli abitanti di Gaza:
un’enorme prigione a cielo aperto.
Ricordiamo qui, ancora una volta, che i pescherecci stavano semplicemente lavorando, cercando di procurare il sostentamento per le proprie famiglie.
Negli anni '90, quando le barche dei pescatori potevano allontanarsi dalle coste di circa 12 miglia nautiche dalle coste della Striscia, i pescatori riuscivano a portare a riva, rivendere e anche esportare fino a 3.000 tonnellate di pesce ogni anno. Nel 2007 solo circa 500 tonnellate di pesce all'anno sono state pescate in tutto dagli oltre 3.500 pescatori professionisti lungo i 40 km costieri della Striscia a Gaza; di questi, solo 700 sono ancora impiegati in un settore che dava lavoro ad almeno 40.000 persone, tra meccanici, pescivendoli e migliaia di famiglie di pescatori locali.
Domani Vik ad altri attivisti di FreeGaza usciranno nuovamente al largo di Gaza con i pescherecci palestinesi, per una nuova battuta di pesca.
Con loro, a bordo ci saranno giornalisti del Primo Canale TV tedesco per un reportage su FreeGaza e corrispondenti arabi.
Inshallah ed incrociamo le dita.
Chissà quando anche i mass media italiani si interesseranno alla faccenda..ma forse è chiedere loro troppo.
Sono troppo impegnati a seguire Calderoli e co. nelle loro imperdibili esternazioni.
Ps postilla personale
Ho parlato con Vik al telefono mercoledì scorso, sta bene anche se era un po’ inc… per quello che era avvenuto durante la battuta di pesca.
Altra preoccupazione era dovuta al fatto che ora nei paesi musulmani è tempo di Ramadam e ciò comporta una certa difficoltà a procurarsi birra :-)
Un caro saluto a tutti coloro che passeranno da questa parti.
Un abbraccio, Audrey
mercoledì 3 settembre 2008
Perchè nessun mass media ha parlato di questi arresti durante la Convention Repubblicana? Grande obiettività e libertà dei nostri TG, giornali...
Amy Goodman and Two Democracy Now! Producers Unlawfully Arrested At the RNC
FOR IMMEDIATE RELEASE
www.democracynow.org
ST. PAUL, MN-
Amy Goodman di “Democracy now” è stata arrestata dalla Polizia di St. Paul mentre stava dimostrando per la liberazione di 2 collaboratori di "Democracy now" illegalmente detenuti: Sharif Abdel Kouddous e Nicole Salazar.
Kouddous and Salazar sono stati arrestati mentre stavano svolgendo il loro lavoro, documentando alcune manifestazioni contro la Covention Repubblicana.
Il crimine della Goodman è quello di aver difeso i suoi colleghi e la libertà di stampa.
Lo sceriffo Bob Fletcher ha dichiarato che Kouddous e Salazar sono stati arrestati perchè sospettati di fomentare disordini.
Sono attualmente detenuti nella prigione della Contea di Ramsey a St. Paul.
Nel corso della dimostrazione durante la quale sono stati arrestati, le forze dell’ordine hanno usato spray urticanti e proiettili di gomma, fermando diverse dozzine di persone.
Amy Goodman è una delle giornaliste più note ed apprezzate degli Stati Uniti, ha ricevuto numerosi riconoscimenti per i suoi reportage.
L’arresto di Goodman, Kouddous e Salazar è un chiaro tentativo di intimidazione verso giornalisti appartenenti alla principale fonte di informazione indipendente del paese.
Democracy Now! È un’associazione nazionale per la produzione di programmi TV e radio, che trasmette atrraverso più di 700 emittenti televisive e radiofoniche americane e di tutto il mondo.
Ecco il video dell'arresto Amy Goodman
Ps oggi ho parlato con Vik al telefono, domani dovrei riuscire a scrivere un post di aggiornamento.
Un caro saluto a tutti coloro che visitano queste pagine, scusandomi per la mia scarsa presenza di questi ultimi tempi..che ancora si protrarrà per un po' :-)
FOR IMMEDIATE RELEASE
www.democracynow.org
ST. PAUL, MN-
Amy Goodman di “Democracy now” è stata arrestata dalla Polizia di St. Paul mentre stava dimostrando per la liberazione di 2 collaboratori di "Democracy now" illegalmente detenuti: Sharif Abdel Kouddous e Nicole Salazar.
Kouddous and Salazar sono stati arrestati mentre stavano svolgendo il loro lavoro, documentando alcune manifestazioni contro la Covention Repubblicana.
Il crimine della Goodman è quello di aver difeso i suoi colleghi e la libertà di stampa.
Lo sceriffo Bob Fletcher ha dichiarato che Kouddous e Salazar sono stati arrestati perchè sospettati di fomentare disordini.
Sono attualmente detenuti nella prigione della Contea di Ramsey a St. Paul.
Nel corso della dimostrazione durante la quale sono stati arrestati, le forze dell’ordine hanno usato spray urticanti e proiettili di gomma, fermando diverse dozzine di persone.
Amy Goodman è una delle giornaliste più note ed apprezzate degli Stati Uniti, ha ricevuto numerosi riconoscimenti per i suoi reportage.
L’arresto di Goodman, Kouddous e Salazar è un chiaro tentativo di intimidazione verso giornalisti appartenenti alla principale fonte di informazione indipendente del paese.
Democracy Now! È un’associazione nazionale per la produzione di programmi TV e radio, che trasmette atrraverso più di 700 emittenti televisive e radiofoniche americane e di tutto il mondo.
Ecco il video dell'arresto Amy Goodman
Ps oggi ho parlato con Vik al telefono, domani dovrei riuscire a scrivere un post di aggiornamento.
Un caro saluto a tutti coloro che visitano queste pagine, scusandomi per la mia scarsa presenza di questi ultimi tempi..che ancora si protrarrà per un po' :-)
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