domenica 1 giugno 2008

L'Italia vista da lontano. Liberation: Roma sotto l'impero dell'odio

Le 28 avril, les partisans de Gianni Alemanno célèbrent son élection à la mairie de Rome. (Reuters)

Rome sous l’empire de la haine
Dirigée par un postfasciste, la capitale italienne a été le théâtre de violences contre des étrangers.

Liberation dedica, dopo lo speciale di 4 pagine di qualche settimana fa sulla questione Napoli, un articolo sul clima di violenza xenofoba che si sta diffondendo in Italia, ed in particolare nella capitale.

Nelle strade della capitale
L'articolo di Eric Jozsef esordisce ponendo in correlazione il nuovo clima di tensione politica e sociale, e l'elezione , lo scorso 28 Aprile, al Campidoglio, di Gianni Alemanno definito: "un postfascista che porta sempre una croce celtica al collo".

Vengono raccontati l'episodio del Pigneto " teatro di una caccia all'immigrato al grido di sporchi stranieri, bastardi",
e lo scontro "tra militanti di estrema sinistra ed attivisti neofascisti all'Università la Sapienza di Roma, che ha richiamato lo spettro degli anni '70, quando gruppuscoli radicali si fronteggiavano violentemente prima di confluire nelle file del terrorismo".

Un clima nazionale
Come analisi politica più generale, vengono riportate le dichiarazioni della sinistra "che denuncia un clima deleterio, che alimenta l'intollerenza e la xenofobia, sviluppatosi da quando il centro destra ha fatto della tollerenza zero contro l'immigrazione clandestina uno dei capisaldi della propria campagna elettorale" e sottolinea come "certi esponenti della Lega Nord si sono lasciati andare a dichiarazione di chiaro stampo razzista".
Mentre sulle posizioni espresse dalla destra, si sottolinea "l'invito a non politicizzare gli incidenti".

Vengono anche riportati stralci delle dichiarazioni di Dario Chianelli,l'aggressore reo confesso del Pigneto, mettendone in risalto (senza peraltro commentarle) le contraddizioni e le lacune, tipo la pretesa di non conoscere i giovani che lo hanno affiancato nell'azione.


Frasi vergognose

L'articolo si conclude soffermandosi su Gianni Alemanno e Gianfranco Fini e sulle più recenti dichiarazioni pubbliche dei 2 esponenti politici di destra.

Fulminante il parere sull'atteggiamento di Alemanno:
" il nuovo sindaco di Roma gioca a fare, alternativamente, il pompiere ed il piromane, condannando, prima, fermamente, il raid del Pigneto, accusando però, subito dopo, la sinistra di voler strumentalizzare l'accaduto".
Inoltre sulle violenze alla Sapienza "ha stigmatizzato l'accaduto come scontri tra imbecilli fuori da ogni contesto storico e temporale".

Il giornale francese, rimarca anche come, in questa situazione, Alemanno non abbia minimamente esitato
"a proporre di dedicare una via di Roma al suo antico mentore Giorgio Almirante, ex membro della repubblica di Salò, fondatore del neofascista Movimento Sociale Italiano (M.S.I.) e collaboratore nel 1942 della rivista antisemita La Difesa della razza".

La situazione creatasi ha costretto "Gianfranco Fini(Allenza Nazionale, ex M.S.I.) Presidente della Camera dei Deputati a condannare pubblicamente gli articoli in cui Almirante affermava che il razzismo deve essere il nutrimento di tutti (...) altrimenti finiremo per fare il gioco dei meticci e degli ebrei".

Mentre, almeno per ora, Gianni Alemanno "Non ha ancora deciso di abbandonare il progetto di dedicare una strada ad Almirante. Ha semplicemente concesso che cercherà un confronto chiarificatore con la comunità ebraica, per poi rettificare il giorno dopo, che comunque non ha mai pensato di delegare la questione alla suddetta comunità...perchè sono io che decido".

Sinceramente ho trovato l'articolo un pochino "tranchant", teso quasi più a voler delineare, comunque, una situazione critica ed a tinte fosche, che a fare un'analisi appropriata, cercando anche di capire i motivi di una situazione comunque preoccupante.

Tanto è vera questa mia sensazione, che a calce dell'articolo si possono leggere diversi commenti di lettori, che avendo da poco visitato Roma, si stupiscono di fronte alle cronache riportate, affermando di aver trovato una città tranquilla e altamente vivibile
Voglio sottolineare che il numero dei commenti è notevolmente superiore rispetto al normale, segnale evidente che comunque per i francesi è sempre importante capire quello che succede in Italia, anche come strumento di interpretazione della loro situazione interna.

Quello che però mi pare importante e condivisibile è che la stampa estera, ancora una volta, mostra 2 virtù che mancano alla nostra:
1) Non avere la memoria corta (Chi in Italia osa più accostare la siglia M.S.I. a Fini, per esempio?)
2) Chiamare le cose con il loro vero nome. Un postfascista è un postfascista. PUNTO.

http://www.liberation.fr/actualite/monde/329142.FR.php

15 commenti:

Unknown ha detto...

I paesi europei e anche anglosassoni in genere, guardano con molta attenzione l'Italia e alla sua situazione politica, perchè pensano che il nostro paese sia l'esemplare paradigma della postedemocrazia e dei suoi sviluppi futuri.
Come scrivevo ieri condensando un articolo di Donald Sassoon http://laltrametadelcielo.wordpress.com/2008/05/31/come-gli-altri-ci-vedono-larmata-rossa-e-il-buon-governo/
non tutti pensano che l'Italia stia tornando alla situazione prefascista, ma che il popolo italiano voterebbe qualsiasi partito purchè non si sinistra perchè teme il comunismo, come ideologia atta a moralizzare la politica e tendente a cambiare lo status quo. Il terrore più nascosto è la paura di un "buon governo" che conduce lontano dal paese delle raccomandazioni e dei condoni e ancor di più per la paura di dover pagare più tasse.
Se questo è il modo di pensare di quegli italiani che ha permesso la vittoria delle elezioni alla destra, vuol dire che il nostro paese non si sta spostnado seramente a destra, ma sta solo assumendo i connotati di un paese corrotto del terzo mondo.

rossaura ha detto...

Scusa sono uscita con l'account di marco, ma sono io Ross
Ciao

Anonimo ha detto...

"Il popolo italiano voterebbe qualsiasi partito purchè non si sinistra perchè teme il comunismo, come ideologia atta a moralizzare la politica"
buahahaha

con questo passo e chiudo.

Anonimo ha detto...

Les italiens sont de raciste? faites moi rire,seulement un imbecile qui n'a jamais mis le pied à Rome peut dire une chose pareil. Le gouvernement precedent de Prodi a été inactif, mauvais et negligeant, d'ou sa debandade electorale. Celui de S.Berlusconi doit ameliorer les choses en Italie et rapidemment.

che non si dica che non rispondo mai ai commenti....

Anonimo ha detto...

" calce dell'articolo si possono leggere diversi commenti di lettori, che avendo da poco visitato Roma, si stupiscono di fronte alle cronache riportate, affermando di aver trovato una città tranquilla e altamente vivibile"

Manderei in alcuni quartieri romani in avanscoperta il mio amico Mako, per vedere se poi riporta lo stesso commento.
Lui è un parigino che si è "abbronzato" in Togo.

rossaura ha detto...

@ Lord

Caro lord quello che ho riportato non è una frase che mi sono inventata da veterocomunista quale sono, ma un articolo di Donald Sassoon,professore di storia europea comparata di Londra, articolo su New Statesman, Gran Bretagna.
Se un anglosassone pensa al comunismo come un'ideologia per sua natura moralizzante, forse forse anche qui in Italia molta gente potrebbe considerare che il liberismo conduce per sua natura ad una visione personalistica della politica e non una sociale.
Ovviamente noi a queste cose non ci badiamo, sopratutto se abbiamo il nostro orticello da difendere, se abbiamo le raccomandazioni giuste e uno squalo per commercialista :-)
Sta sereno finchè la mafia, la camorra e l'andrangheda avrà vita l'Italia non può essere di sinistra...
Con la simpatia di sempre
Ross

Anonimo ha detto...

"Se un anglosassone pensa al comunismo come un'ideologia per sua natura moralizzante" ma sono esseri suoperiori? sono più intelligenti? no perchè altrimenti mi seccherebbe eessere italiano. Per me lo può dire anche dio in persona che comunista è bello, ma non è che ogni sua parola deve essere presa per buona o vera in assoluto. Ognuno ha le sue idee e per questo che esiste il cervello. Ti potrei riportare altri cento esempi di persono contratrie a queste visioni, ugualmente titolate o ancor di più leggitimate, ma sarebbe una scelta gargantuesca per questo blog e sinceramente fare copia e incolla dei link mi sembra faticoso. L' unico mondo anglosassone che rispetto è quello americano per inciso.

rossaura ha detto...

Non ho detto citando Sassoon che per una laurea in storia europea comparata ero quello più titolato per captare la verità sul nostro paese, ovviamente però devi ammettere che chi ha una visione più distaccata a volte ci vede meglio.
Somo comvinta che una ideologia comunista abbia caratteristiche più moralizzanti, e come vedi parlo di ideologia che non è la pratica comunista nè Russa, nè Cinese e ancor meno italiana di oggi. L'autore spiega che mentre nel nostro paese si sono sdoganati i neo fascisti, non esite un comunista che non sia imbarazzato ad ammettere di esserlo. Salvo pochi puristi.
Con questo non vuol dire che essere comunista od avere un governo comunista sia sinonimo di dittatura e di cattiva gestione dello stato e può dirtelo una miriade di altra gente e con questo non aver più ragione.
Difatti la differenza la faccio in base all'ideologia non in base a pregiudizi e luoghi comuni.
Sul fatto poi che gli unici anglosassoni che rispetti siano gli americani, ti ricordo il cattivo gusto che hanno nel vestire e nel pettinarsi, aggiungo che invece in Gran Bretagna ultimamente, sopratutto a Londra girano delle ragazze elegantissime da infarto e delle persone veramente di stile :-)
Ciao Ross

PS mi scuso con Audrey per il botta e risposta nel suo post.

Audrey ha detto...

1) Che l'Italia sia analizzata da molti osservatori stranieri come "luogo" privilegiato di accadimenti politici è indubbio.
Qui ci sono stati i primi segnali politicamente organizzati dei regionalismi, delle autonomie locali, dell'insofferenza xenofoba e di un ritorno della destra che sembrava tramontata.
Credo che gli anglosassoni (e mi riferisco soprattutto ai britannici) abbiano davvero difficoltà a capire la nostra indifferenza verso la "res pubblica".
Il nostro interesse per il "particulare".
Mi rammento sempre che in GB il funzionario statale anche di grado elevato è un Public Servant, cioè un servitore pubblico, qui anche l'ultimo usciere si pone davanti al cittadino in una posizione di potere e strafottenza.
Lì l'apparato statale è in funzione del cittadino.
Qui sono i cittadini che devono essere al servizio dello stato.

Posso ricordare un film del '70?
Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, di Elio Petri.

2) Se qualcuno ha mai rappresentato l'anima onesta di quest' Italia è stato un certo PCI, morto con Berlinguer. Ecco forse perchè qualche teorico analista straniero ha ancora negli occhi quella figura.
Ma convengo che è sbagliato.O meglio è time out.
Come pensare al PSI e pensare a Pertini, e non a Craxi.
Troppa acqua è passata sotto i ponti.
3) Asse Roma/Parigi
caro Guerrilla,
è vero che per il tuo amico Mako alcuno quartieri di Roma cominciano ad essere pericolosi ma anche Parigi non scherza. Per non parlare della sonnecchiosa provincia francese, così traquilla ma così spietata.
Gli algerini e gli africani anche in Francia vanno bene finchè giocano a calcio.

Anonimo ha detto...

Consentitemi (entrata orribile, ammetto :D).
Nei paesi "anglosassoni" (e vi concedo questo termine come equivalente a "English speaking", sennò qui in Irlanda mi tolgono il saluto :D) il comunismo ed il fascismo "estremo", come in Italia, non sono mai esistiti. Ovvero, non ci sono mai stati fascisti e compagni che si prendevano a sprangate alle manifestazioni negli anni '60 e '70. Non ci sono mai stati ne' Brigate rosse, ne' Fioravanti & co.
Gli estremi politici non esistono, solo diverse tendenze democraticamente contrapposte. In Irlanda la croce celtica non è un simbolo fanatico di destra ma un simbolo mitologico e folcloristico. C'è dappertutto nei cimiteri e nessuno si è mai posto il problema di essere identificato coi naziskin se la mette sulla tomba del bisnonno. Queste sono isterie italiane.
Dopo questo sproloquio, arrivo al punto. Se si è vissuto senza estremismi, si vede il concetto di comunismo some concetto "storico" ed ideologico e non partitico. Praticamente, un'approccio filosofico all'ideologia. Questo è stato il punto di vista di Sassoon, di cui non ho letto l'articolo ma di cui rossaura ha reso bene il sunto. Gli "anglosassoni" non si sentono superiori. Semplicemente, sono in grado di dare un punto di vista distaccato, e non emotivo, alla situazione estremista italiana, proprio in virtù del fatto di non averli mai vissuti, certi estremismi.
Qui Marx non è ancora diventato un tabù. Viene ancora studiato con fervore nelle facoltà di sociologia e filosofia. Ernesto Che Guevara è tenuto in altissima considerazione , ad esempio, in Irlanda (e non solo in virtù della sua nonna irlandese :)). Queste cose si possono fare snza essere presi a colpi di "veterocomunista" semplicemnte perché non sono diventate un tabu` per via dei corsi e ricorsi storici.
Scusate lo sproloquio, ma era doveroso.
Ciao Audrey, da un'assolata Cork ;)

franco ha detto...

questa discussione in atto mi sollecita ad intervenire in merito a due cose:
1)la società italiana nel suo complesso vista dall'estero ma anche dall'interno.
2) la percezione della sinistra italiana vista dall'estero ma anche dall'interno.

Dunque secondo il prof. Donald Sassoon, professore di storia europea comparata di Londra Perchè Berlusconi ha vinto? Il motivo più ovvio è che era il principale candidato conservatore in un paese dove la maggioranza è disposta a votare per chiunque sia a destra della sinistra.....
Nella realtà gli italiani non temono tanto il comunismo come ideologia quanto quello che i comunisti ed i postcomunisti avrebbero portato, un governo onesto. ....
Nel Futuro dell’Italia non c’è un ritorno al fascismo, ma la crisi economica.

Questo dunque il condensato del discorso di uno studioso titolato a farlo.
Da parte mia non posso che essere d'accordo con questo.
Sono d'accordo perchè:
Berlusconi ha occupato quello spazio politico che prima era appannaggio della vecchia DC e del PSI di Craxi. Quella politica fatta di sottobosco, di intrallazzi, di corruttele del ceto politico. Gli anni in cui il ministero più importante era diventato quello dei lavori pubblici. Fonte di guadagno sicuro per il sistema politico. Un sistema politico corrotto a cui si accedeva per cooptazione (come adesso) e che esigeva che esso si perpetuasse nei decenni a venire. Un sistema che elargiva prebende per tutti ( e la sinistra non ne era immune). Un sistema che nato dal piano Marshall aveva fatto del nostro essere paese di confine la nostra fortuna. Era la nostra assicurazione sulla vita. Ci ha permesso di riemergere dalle catastrofi della guerra, ci ha permesso il miracolo economico, ci ha regalato anche quel sistema politico, quel sistema economico fatto di truffe, interventi di sostegno dello stato alle aziende, la privatizzazione degli utili e la socializzazione delle perdite. Un sistema in cui la corruzione era dilagante e dove c'è un corruttore c'è un corrotto. Un sistema politico economico nato e cresciuto su questo.

La crisi nasce dalla fine del cosiddetto comunismo reale. Dalla fine dell'URSS. Dalla fine del patto di Varsavia. In un sol colpo ci si è sbarazzati del comunismo e l'Italia non è più stata un paese di confine cui tutto era permesso. Ci siamo ritrovati adulti e soli. La patria potestà era tornata agli italiani. Dovevamo toglierci i vestitini alla marinara e metterci a remare perchè la barca adesso eravamo noi a doverla sospingere nel mare aperto. Quel ceto politico (ed anche economico) era inadatto allo scopo almeno in quella formulazione. Erano abituati a ben altre cose. Per questo sono caduti i vertici della DC e del PSI. Ma solo i vertici. Il sottobosco politico è rimasto lo stesso, gli appetiti gli stessi. Su questo si è innestato Berlusconi, sul suo carro sono saltati prontamente vecchi DC, vecchi PSI e quant'altri avevano interesse. Un Berlusconi che scendeva in politica per curare i propri interessi personali avrebbe mai potuto essere un moralizzatore integerrimo? Quale migliore figura di nuovo leader potevano aspettarsi?

La sinistra ha invece sempre dato storicamente l’impressione del moralizzatore, del fustigatore di quei costumi. La stessa immagine di Berlinguer richiamata dava questa impressione. Un personaggio quasi ascetico nel suo rigore morale. La sinistra prometteva di rompere quegli equilibri, quegli interessi dunque rischiava di procurare la fine di un certo stile di vita, di non permettere più quei traffici tra corrotti e corruttori, tra stato e aziende private, tra amministrazione pubblica e cittadino privato. Rischiava di rompere gli equilibri raggiunti, le certezze date, dalla mancia all’usciere alla mazzetta miliardaria al ministro. Un governo onesto rischiava di essere dirompente. Dirompente in tutti i ceti sociali, in tutte le classi sociali, esclusa forse la classe operaia in senso stretto e che infatti era la base del vecchio PCI. Adesso non esiste più la classe operaia se non nell’immaginario di qualche residuato della crisi del comunismo nostrano e che infatti non rappresenta più nessuno.

Il governo Berlusconi attuale si può immaginare come il restaureatore del fascismo? Non credo proprio. Non ci sono le condizioni politiche. L’Europa è cambiata, il mondo è cambiato. Non c’è interesse perché ciò avvenga. Ciò non vuol dire che non dobbiamo stare attenti, ma un sistema autarchico tipico dei regimi fascisti non può affermarsi perché non è negli interessi del capitalismo, unica ideologia vincente in questo momento.
Il capitalismo ha necessità di circolazione del denaro, ha necessità di fare affari in tutto il mondo, ha necessità di creare ricchezza, di esportarla. Il fascismo nella sua accezione storica può essere un freno non un accelleratore. Il capitalismo non ha necessità di un novello duce, può essere comodo in alcune momentanee realtà ma non può essere il fine, è un mezzo come sempre lo è stato.
Anche per me, a mio modesto parere, nel futuro dell’Italia non vedo il fascismo, piuttosto la crisi economica in cui in parte già siamo. Di questo la sinistra deve occuparsi, non più attraverso ideologie ormai desuete, non più attraverso slogan o bandiere ormai consunte. Il compito storico futuro della sinistra è quello di interpretare, di trovare una via di uscita dalla crisi economica, di ricostituire un nuovo blocco sociale portatore di interessi legittimi e lesi dallo stesso capitalismo di cui essi stessi sono stati sostenitori. Una nuova Politica. Una Politica che contenga i valori storici della sinistra ma che sia atta rimediare i guasti del capitalismo. Il capitalismo ha vinto ma in questo stà anche la sua debolezza storica, le sue contraddizioni interne che rischiano di farlo implodere. Per questo c’è bisogno della sinistra in questa fase storica. Un bisogno tremendo di sinistra, più sinistra non meno.
Questo aprirebbe un altro discorso, sulla sinistra, quale sinistra, in che modo essere di sinistra, in quale società verso quale società. Ma questo è un altro discorso…..

Audrey ha detto...

Andrò dritta al sodo :-)
Questo è un paese in cui la questione del cosiddetto "conflitto di interessi " interessa (forse) lo 0,86% dell'elettorato.
In cui che lo psiconano abbia subito 13 processi per evasione fiscale attraverso società off shore e fatturazioni false fa solo sospirare di invidia migliaia di industrialotti o aspiranti tali.
In cui non interessa a nessuno che una nube oscura avvolga i suoi primi passi imprenditoriali/palazzinari.

Altro che scontri ideologici, fideistici o idealisti.
Semplicemente si vota chi ci darà il condono per sanare la casetta in montagna, chi non romperà troppo le scatole con i controlli fiscali, chi defiscalizza lo straordinario ed incentiva il precariato.

Smettiamola di sognare o questo ed i suoi delfini ci governeranno per altri 20 anni.

Lo so stasera sono stata un po' amara..boh va così :-)
Un caro saluto a tutti,
Audrey

ps Cork assolata e Roma bagnata??? a giugno???? mah! :-D

Anonimo ha detto...

20 anni così poco???
speriamo di più
(sognando l' oligarchia...)

rossaura ha detto...

Mi concedi un pò di spazio Audrey?
Spero di sì

@ Martina
tu non hai idea di quanto amo l'Irlanda e gli Irlandesi (ovviamente EIRE):-D il tuo concetto è chiaro comunque gli anglosassoni per loro natura ed educazione sono molto attenti alle teorie politico-filosofiche e per inesperienza non hanno pregiudizi.
Il fatto che il Che avesse una nonna irlandese l'avevo sentita, ma pensavo fosse una bufala... se me lo confermi me lo rende ancora più simpatico.
Ricordo a Kilkenny tempo fa ho assistito ad una rappresentazione in costume con un simpatico Robin Hood irlandese che prendeva a spadate gli sgherri vestiti di nero (che terrorizzavano anche i bambini del pubblico) ovviamente inglesi. E' stata una rivelazione, gli irlandesi hanno molti eroi :-D
Un caro saluto, visiterò il tuo blog con i magnifici Cliff
Ross

@ Audrey
Non è pessimismo è purtroppo un'analisi molto seria e non illusoria della nostra realtà.
Quando si parla di mafia in Italia, non credo s'intenda solo un fenomeno siciliano e qualcosa di molto più annidato dentro di noi di quello che si pensa, ma è un discorso che approfondiremo.
Comunque bel post, ottimo stimolo.

@ Franco
Mi piacerebbe parlare anche di quell'altro tralasciato che si riferisce alla sinistra, quale, come e perchè...... ma avremo tempo.

@ Lord
Lo sai bene che tu sei l'unico oligarca che voterei! C'hai le fisique du role... :-D
Ross

franco ha detto...

@ Audrey
ovviamente sono d'accordo con te. Per non sognare bisogna sapere quale sia la realtà altrimenti rischiamo di travisare la realtà.

@ Ross
sai perfettamente di cosa vado cianciando da tempo.... ma purtroppo non vedo una grande volontà di riflessione sulla sinistra e nella sinistra. Anzi, tutt'altro. Sembra quasi che l'aver formato un governo ombra ci dia titolo per ritenere che abbiamo vinto le elezioni. A me sembrava di averle perse e di brutto anche.
Forse ho avuto un incubo? Ho sognato? Qual'è la realtà? Stai a vedere che avevamo vinto e non me ne sono accorto.

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