domenica 11 maggio 2008

LogicoKaos aderisce a :Comprendere è quasi giustificare. Le parole di Primo Levi contro i neonazismi ed i neofascismi




Aderisco all'invito fatto da Martina Buckley sul suo sito
http://killercat.blogspot.com/
di riportare sul sito di ognuno di noi questa parole scritte da Primo Levi nella sua introduzione all'edizione del 1976 di
"Se questo è un uomo".
Contro i rigurgiti neofascisti e neonazisti, non dobbiamo dimenticare e soprattutto non dobbiamo dimenticare che la parola e la cultura possono molto.
Non a caso tra i primi atti di questi regimi ci sono sempre stati falò di libri e soppressione di uomini e donne di cultura libera.




Forse, quanto è avvenuto non si può comprendere, anzi, non si deve comprendere,
perché comprendere è quasi giustificare.
Mi spiego: «comprendere» un proponimento o un comportamento umano significa (anche etimologicamente) contenerlo,contenerne l’autore, mettersi al suo posto, identificarsi con lui.

Ora, nessun uomo normale potrà mai identificarsi con Hitler, Himmler, Goebbels, Eichmann e infiniti altri.
Questo ci sgomenta, ed insieme ci porta sollievo: perché forse è desiderabile che le loro parole (ed anche, purtroppo, le loro opere) non ci riescano piú comprensibili.
Sono parole ed opere non umane, anzi, contro-umane, senza precedenti storici, a
stento paragonabili alle vicende piú crudeli della lotta bioogica per l’esistenza.

A questa lotta può essere ricondotta la guerra: ma Auschwitz non ha nulla a che vedere con la guerra, non ne è un episodio, non ne è una forma estrema.
La guerra è un terribile fatto di sempre: è deprecabile ma è in noi, ha una sua razionalità, la «comprendiamo».

Ma nell’odio nazista non c’è razionalità: è un odio che non è in noi, è fuori
dell’uomo, è un frutto velenoso nato dal tronco funesto del fascismo, ma è fuori ed
oltre il fascismo stesso.
Non possiamo capirlo; ma possiamo e dobbiamo capire di dove nasce, e stare in guardia.
Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario,perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre.Per questo, meditare su quanto è avvenuto è un dovere di tutti.

Tutti devono sapere, o ricordare, che Hitler e Mussolini, quando parlavano pubblicamente, venivano creduti, applauditi, ammirati, adorati come dèi.
Erano «capi carismatici»,possedevano un segreto potere di seduzione che non procedeva dalla credibiità o dalla giustezza delle cose che dicevano, ma dal modo suggestivo con cui le dicevano, dalla loro eloquenza, dalla loro arte istrionica, forse istintiva, forse pazientemente esercitata e appresa.

Le idee che proclamavano non erano sempre le stesse, e in generale erano aberranti, o sciocche, o crudeli; eppure vennero osannati, e seguiti fino alla loro morte da milioni di fedeli.
Bisogna ricordare che questi fedeli, e fra questi anche i diligenti esecutori di ordini disumani, non erano aguzzini nati, non erano (salve poche eccezioni) dei mostri: erano uomini qualunque.
I mostri esistono, ma sono troppo pochi per essere veramente pericolosi; sono piú pericolosi gli uomini comuni, i funzionari pronti a credere e ad obbedire senza discutere, come Eichmann, come Höss, comandante di Auschwitz, come Stangí, comandante di Treblinka, come i militari francesi di vent’anni dopo, massacratori in Algeria, come i militari americani di trent’anni dopo, massacratori in Vietnam.

Occorre dunque essere diffidenti con chi cerca di convincerci con strumenti diversi dalla ragione, ossia con i capi carismatici: dobbiamo essere cauti nel delegare ad altri il nostro giudizio e la nostra volontà.

Poiché è difficile distinguere i profeti veri dai falsi, è bene avere in sospetto tutti i profeti; è meglio rinunciare alle verità rivelate, anche se ci esaltano per la loro semplicità e il loro splendore, anche se le troviamo comode perché si acquistano gratis.

E meglio accontentarsi di altre verità piú modeste e meno entusiasmanti, quelle che si conquistano faticosamente, a poco a poco e senza scorciatoie, con lo studio, la discussione e il ragionamento, e che possono essere verificate e dimostrate.

È chiaro che questa ricetta è troppo semplice per bastare in tutti i casi: un nuovo fascismo, col suo strascico di intolleranza, di sopraffazione e di servitú, può nascere fuori del nostro paese ed esservi importato, magari in punta di piedi e facendosi chiamare con altri nomi; oppure può scatenarsi dall’interno con una violenza tale da sbaragliare tutti i ripari.

Allora i consigli di saggezza non servono piú, e bisogna trovare la forza di resistere: anche in questo, la memoria di quanto è avvenuto nel cuore dell’Europa, e non molto tempo addietro, può essere di sostegno e di ammonimento.

Primo Levi

3 commenti:

riccardo gavioso ha detto...

paese in cerca di pifferai magici e di scorciatoie... spesso le corsie d'emergenza. Ma io topi, se non ricordo male fanno una brutta fine.

ho inserito il post su oknotizie, perchè meritava lo leggessero in molti.

un abbraccio e una buona settimana

Anonimo ha detto...

Nulla da aggiungere al post e al pensiero dell'ottimo Riccardo.

Solo una silenziosa riflessione.

:-(

Audrey ha detto...

Grazie Riccardo e grazie Carlo.
I vostri commenti mi hanno fatto capire che comunque è importante creare una rete solidale di rapporti, non solo su basi personali ma anche in una prospettiva di impegno e presenza etica.
Un abbraccio affettuoso,
Audrey

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