mercoledì 14 gennaio 2009

QUANTO VALE UN EMBRIONE? E UN PALESTINESE?

Ho incontrato un conoscente, cattolico convinto, integralista, antiabortista, anti tutto. Parlando del genocidio in atto a Gaza se ne esce con una affermazione di pieno sostegno e legittimità all’azione israeliana. Gli faccio notare che è uno sterminio, che bambini, vecchi e donne muoiono come mosche. Lui non si scompone e continua ad affermare che Israele è legittimato e anzi dovremmo ringraziarlo perché ci libera dai terroristi.
Inutile insistere.
Prima di salutarlo gli pongo una domanda: Se la vita di un embrione ha un valore assoluto, quanto vale la vita di un bambino palestinese?
Non ho aspettato la sua risposta ma temo che ci siano due valori diversi. Io non capisco perché siano così agguerriti nel difendere una vita ancora non nata e la vita di un bambino, qualunque sia la sua natalità, non ha nessun valore.
Mi chiedo dove sono le voci di tutti coloro che si scandalizzano dell’aborto dinnanzi ad un dramma umano di così vaste proporzioni, di tanti bambini innocenti massacrati.
Dove sono? Tacciono .
Li avrei preferiti in prima fila a levare alto il loro sdegno, se non altro, per coerenza. Invece eccone alcuni ad inneggiare la carneficina israeliana.
Gli occhi di quelle innocenti vittime vi guardano e non capiscono il vostro mutismo, il vostro appoggio alla strage. Io invece vi ho capiti, da tanto tempo.

Infondo, ma non troppo, siete dei razzisti.

8 commenti:

Unknown ha detto...

Perché non hai aspettato che quello ti rispondesse? Da una domanda così ci si attende una grande risposta e una successiva battaglia contraria. Ecco, se ti fossi fermata forse avresti conosciuto qualche altra ragione plausibile che sfugge ancora a chi come te, o come me e come tanti non si fanno una ragione di quella mentalità tremendamente piccola e tragicamente cattolica?
Ma definirli razzisti significa dargli un'appellativo importante (visto anche che il concetto di razzismo non si regge scientificamente su niente).
Hai provato a mandarlo a vaffanculo ad alta voce e in modo che tutti potevano sentire?

Anonimo ha detto...

Il post l'ho scritto io (primlug) e sono aimè un maschietto lo preciso perchè Audrey si può offendere a scambiarla per me.
E' fiato sprecato, sono convinti ma così convinti che è più facile convertire un talebano. Volevo dire altro, ma sono ospite in casa altrui e un pò di ritegno lo devo tenere.
La prossima volta glielo dico vaff........

rossaura ha detto...

Se Audrey mi permette e me lo permetti anche tu caro prim la risposta alla domanda cosa siete voi sostenitori del diritto di Israele di difendersi con una carneficina è semplice e lineare: degli stronzi.
Appunto la penso come river, dargli dei razzisti è fargli un complimento, non se lo meritano.

Anonimo ha detto...

La matematica e' un'opinione.
I valori che noi consideriamo assoluti ,come il valore di una vita umana, ha purtroppo per certe persone un valore variabile a seconda della razza, dell'ideologia, della condizione sociale. cercare di creare una
equazione tra le loro idee e i nostri valori e' solo tempo perso.
Il loro valore e' uguale a zero.
Un saluto numerico

Anonimo ha detto...

a OCCHIO E CROCE UN EMBRIONE VALE QUANTO LA VITA DI UN EBREO IN UN CAMPO DI CONCENTRAMENTO NAZZISTA CHE, NATURALMNETE VALEVA QUANTO LA VITA DI UN PALESTINESE AMMAZZATO DA UN EBREO OGGI.
SUPER-TASSATO

Anonimo ha detto...

Magari si potrebbe far notare che probabilmente a Gaza stanno morendo anche tanti embrioni... Forse questo genererebbe un cortocircuito nella testa di certa gente...

Anonimo ha detto...

Prim, parliamoci chiaro, è della vita di arabi che stavi parlando con questo tuo conoscente fondamentalista. La mia affermazione si commenta da sola.
Durante l'accanirsi del genocidio di Gaza, ovvero la settimana dopo Natale, ho avuto la sfortuna di trovarmi in Italia. Ho sentito commenti ALLUCINANTI, purtroppo anche (e soprattutto) da parte dei miei familiari, su quato, tutto sommato, la vita di quei bambini che tiravano pietre contro i carrarmati israeliani valesse meno che niente. Una posizione che traspirava, neppure tanto leggermente, dalle news di mediaset. Sono tornata in Irlanda disgustata, ma piena di sollievo nel sentire finalmente un'informazione umana, piena di compassione, piena di civiltà. La prima cos che mi ha accolto nella cittadina del varesotto dove vivono i miei è stata la scritta su un muro "arabi di merda". Una scritta che qui in Iralnda non ho mai trovato. Una rabbia, un odio, una violenza a livello di cittadino comune che qui all'estero non riscontro.
È un enorme problema, che va oltre i commenti o le posizioni di parte su questa guerra sanguinosa.
Ed è il motivo per cui, a parte sui blog e con un paio di amici di infanzia, non prendo MAI discussioni del genere con italiani.

Anonimo ha detto...

L'ipocrisia di questi "difensori della vita" è rivoltante e non conosce confini: sono capaci di minacciare l'intero sistema sanitario pur di non far applicare una sentenza rivolta a una ragazza che vive da 17 anni in stato vegetativo, ma non dicono una parola sul massacro di bambini a Gaza. Se ci fosse l'inferno, dovrebbero bruciare nel girone degli ipocriti. W.

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